INTERVISTA | Bastiano ci parla del suo disco “Punti che si uniscono”

Disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo album, il primo full length, di Bastiano, alter ego musicale di Luca Bastianello. Un importante capitolo che valorizza ciò che viene catalogato come difetto, lo stesso che ci rende unici in un mondo dove si rincorre la perfezione. L’abbiamo intervistato Questa è la prima riflessione nata dalla […] L'articolo INTERVISTA | Bastiano ci parla del suo disco “Punti che si uniscono” proviene da Blog della Musica.

Apr 26, 2025 - 21:24
 0
INTERVISTA | Bastiano ci parla del suo disco “Punti che si uniscono”

Disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo album, il primo full length, di Bastiano, alter ego musicale di Luca Bastianello. Un importante capitolo che valorizza ciò che viene catalogato come difetto, lo stesso che ci rende unici in un mondo dove si rincorre la perfezione. L’abbiamo intervistato

Questa è la prima riflessione nata dalla copertina che rappresenta il nuovo disco di Bastiano, Punti che si uniscono, una metafora che ci porta a cambiare direzione in base alle scelte che prendiamo. Raccoglie in sé un invito al dialogo, per avvicinarsi con garbo laddove c’è motivo di confronto. Il titolo prende spunto da una manciata di parole presenti in uno degli otto brani racchiusi nell’album. La scelta è dettata dalla necessità di lasciare da parte ogni forma di ripensamento per evitare che quel sassolino nella scarpa diventi pietra.

E così il cantautore Bastiano, rifiutando l’esigenza di essere contenuto in un genere, etichetta o algoritmo, ci regala un nuovo frammento della sua autobiografia musicale.

Abbiamo parlato con lui proprio di punti che si uniscono, di inizi e di cosa significa pubblicare un primo full length proprio in questo periodo storico. Ecco cosa ci ha raccontato a riguardo.

Ciao Bastiano, questo è il tuo primo full length. C’è ancora la voglia di ascoltare un album intero oppure questa dittatura di singoli ci sta limitando? Il tuo approccio all’ascolto della musica è mai cambiato in tutti questi anni?

Pubblicare dei singoli può servire ad incuriosire l’ascoltatore che vuole conoscere nuovi artisti ma se desidera andare nel profondo credo sia fondamentale far riferimento ad un album intero. Questa forma d’arte è il modo più concreto di porsi davanti ai fruitori di musica, quelli che la usano per affrontare le giornate perché un brano fatto uscire ogni tanto si perde nel marasma dell’industria discografica ad eccezione di quei draghi che scrivono un pezzo e sono a posto per tutta la vita. 

Come mai hai scelto proprio il titolo “Punti che si uniscono”? A che conclusioni personali sei arrivato lavorando a questo disco?

Il titolo prende spunto da una manciata di parole presenti in uno degli otto brani racchiusi nell’album. È una metafora che ci porta a cambiare direzione in base alle scelte che prendiamo. Raccoglie in sé un invito al dialogo, per avvicinarsi con garbo laddove c’è motivo di confronto. La scelta è dettata dalla necessità di lasciare da parte ogni forma di ripensamento per evitare che quel sassolino nella scarpa diventi pietra.

Leggiamo che questo disco “racconta storie vere”, di chi?

Cerco di avere una visione ampia di quello che mi sta attorno, senza comprenderne a pieno il significato. Per questo scrivo canzoni, per cercare delle risposte ad alcune domande che altrimenti non mi porrei. Quando parlo di storie vere intendo stralci di vita vissuta in prima persona o attraverso gli occhi di quel che mi sta vicino come foto, film, libri o articoli di cronaca.

Ascolta il disco di Bastiano

Il tuo percorso musicale però è stato lungo. Hai voglia di riassumercelo? Hai mai avuto, Bastiano, il desiderio di ricominciare da capo, usando magari un altro nome?

Per me la musica è una grande passione, una compagna di viaggio che mi fa girar la testa. Iniziò tutto con un libricino “chitarristi in sole 24 ore” e una chitarra classica con cui passavo i pomeriggi davanti alla radio suonando ad orecchio. Poi la scoperta del basso elettrico con cui passo anni a suonare con diverse band, molti palchi e grandi soddisfazioni. Il progetto solista nasce con la pandemia, mi son ricavato una buona fetta di tempo nel scavarmi dentro tornando al primo amore, la chitarra acustica. Così ho messo in ordine un bel po’ di idee che mi frullavano dentro. 

Alessandro Lupatin, e chi altri hanno suonato in questo disco? Come hai scelto e come ti sei affidato alle persone che lavorano con te?

Il disco è stato registrato grazie all’aiuto di due persone che hanno influenzato parecchio il mio stile. Conosco il batterista Alessandro Lupatin da almeno vent’anni. Con lui ho mosso i primi passi dentro alla musica di insieme e se vado a tempo sicuramente lo devo anche a lui. Alberto de Rossi, produttore e chitarrista per Alexia, Mistonocivo, L’Aura, ha seguito tutto il processo di creazione delle mie canzoni fin dal primo EP “Stesi sull’asfalto”. All’occorrenza anche psicoterapeuta e divulgatore di esperienza, tassello fondamentale. Prima di tutto grandi amici poi ovviamente ottimi musicisti che hanno saputo dare un fondamentale contributo alla realizzazione del nuovo album.

Ti piace lasciarti ispirare da altri musicisti? In che modo?

Si ho dei punti di riferimento ben saldi in testa che talvolta possono oscillare tra alcuni generi ma il cerchio è piuttosto ristretto. Il grunge è sicuramente quello che più mi trascina. Non saprei dirti in che modo riesce a farlo, questo è il potere della musica baby.

Social e Contatti

  • Instagram: https://www.instagram.com/luca_bastiano
  • Tutti i link: https://linktr.ee/Bastiano

L'articolo INTERVISTA | Bastiano ci parla del suo disco “Punti che si uniscono” proviene da Blog della Musica.