Intervista a Davide Mancini: “Il cantautore non deve indicare la via a nessuno”

È disponibile in digitale "PREGHIERA PUNK", il nuovo brano del cantautore valdostano DAVIDE MANCINI. Ne abbiamo parlato in un'intervista L'articolo Intervista a Davide Mancini: “Il cantautore non deve indicare la via a nessuno” proviene da imusicfun.

Apr 27, 2025 - 21:31
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Intervista a Davide Mancini: “Il cantautore non deve indicare la via a nessuno”

È disponibile in digitale “PREGHIERA PUNKil nuovo brano del cantautore valdostano DAVIDE MANCINI.

Registrato da Massimo Spinosa, uno dei bassisti più talentuosi della scena musicale italiana (noto per le sue collaborazioni con artisti del calibro di Mauro PaganiFabrizio De AndréRoberto Vecchioni e Francesco De Gregori), “Preghiera Punk” è un omaggio a Paolo Salandini, storico amico dell’artista ed ex membro della tour band di Luciano Ligabue, scomparso recentemente.

Il brano è un grido di libertà che sfida le convenzioni, un inno per chi ha scelto di vivere secondo valori che vanno oltre il potere e le logiche dominanti. Una preghiera che evoca trascendenza e spiritualità e che si mescola con l’anima del punk: ribellione, capacità di dire di no e la forza di chi lotta per la propria libertà. Con uno spirito fermamente antisistemico, il brano invita gli ascoltatori a riflettere, trasmettendo un messaggio potente che celebra l’orgoglio di chi resiste.

Intervista a Davide Mancini

1. “Preghiera Punk” è un titolo che colpisce subito per la sua apparente contraddizione. Ci racconti com’è nato questo brano e cosa rappresenta per te questa “preghiera” ribelle? 

Si tratta di un’esigenza, di una riflessione maturata negli ultimi 5 anni. Oggi, a mio avviso, manca una spiritualità autentica (laica o dogmatica, poco importa) e manca una ribellione “sana”. L’accostamento antinomico è voluto, anche se in realtà ogni preghiera rappresenta una forma di ribellione. Per me la canzone determina una speranza, una narrazione che possa competere contro le barricate di tedio che ormai caratterizzano la nostra quotidianità.

2. Il brano è dedicato a Paolo Salandini, tuo storico amico ed ex membro della band di Ligabue. Che ricordo porti con te di Paolo e in che modo la sua figura ha ispirato la scrittura della canzone? 

Paolo è stato un amico con il quale ho condiviso momenti di musica e di vita non indifferenti. Lui spinse davvero molto affinché io entrassi nel mondo della musica, la sua memoria rimarrà incancellabile per il sottoscritto. A modo suo, era uno sia spirituale che punk. Tutte le volte che suono dal vivo lo ricordo, non senza commozione.

3. Musicalmente e spiritualmente, “Preghiera Punk” mescola la trascendenza con la rabbia del punk. Quanto è stato importante per te mantenere vivo questo equilibrio tra sacro e profano? 

Questo equilibrio è salvifico, i pensieri si placano solo quando si completano nella nobile forma dell’equidistanza. Non si tratta di ignavia, ma di confessare a sé stessi che spesso le verità si trovano nel mezzo.

4. Utopia, poesia quotidiana, ribellione: tre parole che ritornano spesso quando parli del brano. Come riesci a trasformare questi concetti in musica senza che diventino solo slogan?

E’ un lessico immortale. Sono tre baluardi del pensiero letterario, filosofico ed umanista. Nessuna società, per quanto manipolata, può prescindere da questi elementi. Mi piace lavorarci nelle canzoni diffidando per primo di me stesso, convincermi di quello che scrivo è la mia prima vera utopia.

5. Hai avuto un percorso musicale ricchissimo, dai Celtica al cantautorato, passando per importanti festival italiani e internazionali. Cosa ti ha spinto ad abbandonare il rock per intraprendere una strada più intimista? 

Amo il rock, amo il cantautorato, adoro Gaber. Questo è il mondo da cui provengo, ho tentato di fare una sintesi di tutte queste contraddizioni. Il risultato è stato intraprendere la carriera da cantautore.

6. Hai suonato ovunque: dall’Asia all’Irlanda, dai piccoli club ai grandi festival. Quanto hanno inciso questi viaggi sulla tua scrittura? 

Ho viaggiato e suonato tanto, ho veramente suonato ovunque in vita mia. Reputo questa esperienza una grandissima palestra formativa, anche se non ho mai visto pecunia degna di esser chiamata tale. Ecco un esempio di come l’utopia vada oltre le soddisfazioni monetarie

7. Collaborazioni importanti hanno segnato il tuo cammino: Spinosa, Pagani, Ovadia… Cosa ti ha lasciato ciascuno di questi incontri? 

Tre titani, Con Pagani ho suonato nel 2016 ad Aosta, una leggenda. Con Moni ho dialogato in alcune serate letterarie, per me un poeta a tutto tondo. Massimo Spinosa, indicatomi da Pagani, è colui con il quale lavoro alle mie produzioni. Non penso che esistano tanti musicisti più competenti e capaci di lui nel nostro Paese, un onore ed un privilegio lavorare con lui.

8. “Madame Gerbelle” e “Poesia e Democrazia” sono due titoli che sembrano raccontare molto della tua visione del mondo. Cosa è cambiato nel tuo approccio alla scrittura da allora a oggi? 

Tanto, “Madame Gerbelle” diffidava dell’esistenza e del potere, ma voleva rimanere intorno all’inesplorato. Poesia e Democrazia era invece uno spasmo di indignazione verso una società che appariva già agonizzante.

9. “Preghiera Punk” è anche una dichiarazione antisistemica. In un momento storico in cui tutto sembra polarizzato, qual è – secondo te – il ruolo del cantautore? 

Il cantautore non deve indicare la via a nessuno, almeno questo è il mio pensiero. Può, come un naufrago contro le onde, cantare umilmente le proprie sensazioni. È quello che faccio.

10. In che modo il tuo legame con Aosta e con la tua terra d’origine entra nella tua musica?

Aosta è provincia della provincia, tutta la Valle è molto piccola. Le dinamiche sono, ovviamente, quelle tipiche delle piccole comunità, per non soccombere bisogna rimanere ad una temperatura indipendente rispetto al contesto. Io però adoro questo limbo di terra, boschi, natura, lupi, mi ricarico grazie ad una natura di bellezza quasi vertiginosa.

11. Quali sono i tuoi riferimenti musicali e letterari oggi? Chi o cosa ti ispira ancora a scrivere? 

Ascolto molti cantautori, di tutte le nazioni, mi piace molto ascoltare i lavori degli altri. Quanto alla letteratura classica, Cervantes rimane impareggiabile nella sua visionaria grandezza.  E poi “Furore” di Steinbeck, un libro per il quale dovrebbe esserci l’obbligo di lettura…….

12. Stai già lavorando a un nuovo progetto? “Preghiera Punk” è un episodio isolato o l’inizio di un nuovo album? 

Si, dovrei cominciare i lavori questa estate. Per ora sono nella fase dei provini, registro per selezionare, scartare e decidere su cosa concentrarmi. Mi riprometto, durante l’estate, di registrare 5 o 6 tracce. Sarà un lavoro che, idealmente, chiuderà la trilogia iniziata con “Madame Gerbelle” e poi proseguita con “Poesia e Democrazia”.

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