IndyCar | Palou e Ganassi sbancano una cervellotica St.Petersburg

La Gara inaugurale della stagione 2025 della NTT INDYCAR SERIES andata in scena sul circuito cittadini di St. Petersburg è stata vinta dal campione in carica Alex Palou (Chip Ganassi Racing). Secondo posto per il compagno di squadra Scott Dixon, autore di un sorpasso all’ultimo giro su Josef Newgarden (Team Penske). Quarto posto finale per […] L'articolo IndyCar | Palou e Ganassi sbancano una cervellotica St.Petersburg proviene da F1Sport.it.

Mar 3, 2025 - 08:03
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IndyCar | Palou e Ganassi sbancano una cervellotica St.Petersburg

La Gara inaugurale della stagione 2025 della NTT INDYCAR SERIES andata in scena sul circuito cittadini di St. Petersburg è stata vinta dal campione in carica Alex Palou (Chip Ganassi Racing). Secondo posto per il compagno di squadra Scott Dixon, autore di un sorpasso all’ultimo giro su Josef Newgarden (Team Penske). Quarto posto finale per Scott McLaughlin (Team Penske), autore della pole position del sabato e leader della corsa durante le fasi iniziali. Risultato deludente per Colton Herta (Andretti Global), sprofondato in classifica in seguito a un pit stop problematico. Cento giri letteralmente “a tutta”, ricchi di emozione per una prima tappa del campionato che ha regalato conferme e qualche lieta novella.

Contrariamente a come ci ha abituato la IndyCar, la corsa ha visto una sola caution durante il primo giro, quando Will Power (Chip Ganassi Racing) ha tamponato Nolan Siegel (Arrow McLaren), coinvolgendo anche il rookie Louis Foster (Rahal Letterman Lanigan Racing). Decisamente un inizio di stagione complicato per l’australiano, in scadenza di contratto e autore di una qualifica tutta in salita. Partire dalle retrovie non è mai facile, tuttavia, Power ci ha ormai abituato a questo tipo di errori. Gestire la foga di rimontare non è mai stata la sua specialità, ma è chiaro che quest’anno da lui ci si aspetti tutt’altro. Quando i tuoi compagni di squadra fanno primo e secondo, le chiacchiere stanno a zero. Testa bassa e lavorare Scott, perché se è vero che il talento c’è ed è indiscutibile, che ci sia la fila per la numero 12 di Ganassi lo è altrettanto.

La corsa è stata l’ennesima dimostrazione di quanto sia importante in questa IndyCar, avere una squadra che sappia leggere e interpretare i momenti chiave. Con le gomme morbide che non duravano nemmeno dieci giri (ci sono piloti che le hanno usate solo per cinque giri, salvo poi tornare alle dure – NDR), è stato estremamente importante effettuare pit stop puliti e non finire nel traffico. Restare dietro vetture lente a St. Petersburg, infatti, circuito tortuoso e molto stretto, significa perdere tantissimi secondi. Ancora una volta, Chip Ganassi Racing ha fatto un vero e proprio capolavoro. Verso metà gara Palou e Dixon erano praticamente fuori dalla lotta per la vittoria, con un ritardo di oltre trenta secondi dal leader della corsa. Con una sola caution, giocare sulla possibile uscita della safety car è stato del tutto inutile, il che aumenta esponenzialmente il prestigio della doppietta di Ganassi.

Chi pensa che si possano vincere tre titoli in cinque anni “per caso”, è semplicemente un illuso. Tutto all’interno del team funziona alla perfezione, dai meccanici agli strateghi, arrivando ovviamente al campione in carica Alex Palou e all’esperto Scott Dixon. Anche se si tratta soltanto della prima gara, St. Petersburg costringerà le squadre a profonde riflessioni riguardo ciò che, attualmente, manca per essere stabilmente nelle parti alte della classifica. Sulla prestazione pura, infatti, nessuno avrebbe probabilmente potuto rivaleggiare con i piloti del Team Penske: Scott McLaughlin è stato autore di una prima parte di gara assolutamente irresistibile, ma è stata la strategia che, in casa Penske, non ha funzionato. McLaughlin è finito nel traffico e, Newgarden, fermatosi due giri prima rispetto a Palou e Dixon (entrati insieme all’ultimo pit stop), è stato costretto a lasciare la seconda posizione per problemi di carburante. Ancora peggio è andata ad Andretti Global: Colton Herta partiva dalla seconda casella sullo schieramento ma, a causa di un pit stop problematico, ha dovuto dire addio a ogni velleità di alta classifica. Gli altri due piloti Kyle Kirkwood e Marcus Ericsson sono giunti quinto e sesto, ma i rimpianti per Herta sono davvero tanti. Senza infamia e senza lode la gara di Arrow McLaren: Christian Lundgaard è arrivato ottavo dopo essere stato anche in testa, Pato O’Ward undicesimo dopo una pessima qualifica.

Risultato buono per il Team Prema: è vero che le due monoposto italiane sono arrivate diciannovesima e ventesima, ma è altrettanto vero che abbiano finito entrambe a pieni giri. Per una squadra che partiva da un foglio totalmente bianco, si tratta di un risultato decisamente di livello. Il rookie Robert Shwartzman (ex pilota Endurance di AF Corse – NDR) è stato autore di una gara regolare e onesta, priva di errori eclatanti e che lo ha portato al traguardo senza patemi. Come ribadito più e più volte, sono finiti i tempi in cui si arrivava dall’Europa e si spadroneggiava in lungo e in largo. Occorre tempo ed esperienza, pertanto buona la prima. Al di là di ogni previsione Rinus Veekay: appiedato da Ed Carpenter Racing, si è accasato in extremis da Dale Coyne, ed è stato autore di una gara eccezionale. Classificatosi nono al traguardo, subito davanti ad Alexander Rossi che ha preso il suo posto nel precedente team, può ritenersi assolutamente soddisfatto.

Appuntamento all’appuntamento del Thermal Club dal 21 al 23 marzo, gara che, da quest’anno, entra a tutti gli effetti a far parte del campionato. A differenza del premio da 1 milione di dollari come l’anno scorso, infatti, verranno assegnati punti come in un normale week end di gara.

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