In pensione più tardi a causa dell’aumento della speranza di vita
L’aumento della speranza di vita nel 2024 influenzerà l’età pensionabile. Dal 2027 si andrà in pensione più tardi. Crescono le preoccupazioni tra lavoratori ed esodati

La speranza di vita in Italia è tornata a crescere. Secondo i nuovi dati pubblicati dall’Istat, nel 2024 si registra un aumento della longevità, con quasi cinque mesi di vita in più rispetto all’anno precedente. Un dato che, come confermato dagli stessi ricercatori dell’Istituto, avrà effetti diretti sull’età pensionabile, destinata a salire nei prossimi anni.
Chi oggi sta programmando il proprio ritiro dal lavoro potrebbe dover attendere più del previsto. Gli adeguamenti all’età di pensionamento sono infatti legati alla speranza di vita, parametro che nel 2024 ha segnato un balzo. A determinare la nuova soglia sarà l’aggiornamento previsto nel 2027, che terrà conto però anche del calo registrato durante la pandemia.
Aumenta speranza di vita: cosa cambia per le pensioni
Nel 2024 la speranza di vita alla nascita ha raggiunto 83,4 anni, con un incremento di quasi cinque mesi rispetto al 2023. Ma il dato più rilevante, ai fini previdenziali, è quello riferito ai 65 anni: la stima dell’Istat prevede un aumento di 4-5 mesi della speranza di vita per questa fascia d’età.
È proprio questo parametro a determinare gli adeguamenti automatici dell’età pensionabile, stabiliti per legge in base alle rilevazioni demografiche. Il prossimo aggiornamento è previsto per il 2027 e, secondo l’Istat, ci sarà “uno scatto ulteriore sull’età pensionabile”.
L’impatto sarà parzialmente attenuato: la legge prevede infatti che vengano recuperati gli anni in cui la speranza di vita è diminuita, come accaduto durante la pandemia.
Cosa aspettarsi dal 2027
L’adeguamento dell’età pensionabile avviene ogni due anni, ma il valore effettivo dipende dall’incremento della speranza di vita. Se la crescita attuale verrà confermata, si tratterebbe del primo rialzo significativo dopo gli anni del Covid, in cui si era assistito a una flessione, mai recuperata fino a ora.
Secondo gli esperti, l’incremento potrebbe portare l’età di accesso alla pensione ben oltre i 67 anni, soglia attuale prevista per quella di vecchiaia. L’entità precisa dello “scatto” sarà definita nei prossimi mesi, ma si profilano già scenari in cui l’età di uscita dal lavoro si allontana per migliaia di lavoratori.
Una prospettiva che riapre il dibattito sul tema degli esodati, ovvero quei lavoratori rimasti senza stipendio né pensione dopo le riforme previdenziali. Secondo le ultime stime, oltre 44mila persone risultano ancora senza tutele, in attesa di una soluzione definitiva da parte del governo.