Il riarmo si deve alla convinzione che la Russia ci aggredirà: così funziona la profezia che si autoavvera
Anni or sono incontrai una paziente 35enne preoccupata del fatto che ogni relazione affettiva intrapresa finiva male. Incontrava un ragazzo, cominciava una storia, poi dopo sei mesi o un anno avveniva una rottura. Si domandava se fosse lei ad avere qualcosa di sbagliato e cercava un parere psicologico al riguardo. Dopo una serie di sedute […] L'articolo Il riarmo si deve alla convinzione che la Russia ci aggredirà: così funziona la profezia che si autoavvera proviene da Il Fatto Quotidiano.

Anni or sono incontrai una paziente 35enne preoccupata del fatto che ogni relazione affettiva intrapresa finiva male. Incontrava un ragazzo, cominciava una storia, poi dopo sei mesi o un anno avveniva una rottura. Si domandava se fosse lei ad avere qualcosa di sbagliato e cercava un parere psicologico al riguardo.
Dopo una serie di sedute emerse che vi era una correlazione con la separazione dei genitori avvenuta nella sua infanzia. Si era sentita tradita dal padre che, nel suo vissuto, l’aveva abbandonata per andare a vivere con un’altra donna e, soprattutto, la figlia di questa nuova convivente. Quando si avvicinava a un ragazzo e iniziava una relazione dopo poco tempo cominciava a pensare “anche lui mi tradirà”. A quel punto metteva in atto tutta una serie di atteggiamenti quali gelosia eccessiva, ipercontrollo asfissiante su quello che lui faceva, rimbrotti anche per minime discrepanze fra ciò che lei si attendeva e quelli che erano i comportamenti del ragazzo, richiesta di sempre nuove e importanti prove d’amore. Insomma diventava una terribile rompiscatole al punto da indurre il malcapitato a lasciarla. Lei metteva in atto questi comportamenti senza rendersene conto per cui erano diventati abitudinari, portandola a provocare l’interruzione di ogni relazione.
Questo modo di comportarsi, frutto di motivazioni inconsce, viene definito dopo gli studi di R.K. Merton del 1948 “profezia che si autoavvera”. Significa che il soggetto è talmente convinto di una cosa da provocarla col suo atteggiamento e comportamento. Un esempio classico è di chi si è convinto che i vicini di casa ce l’abbiano con lui. Non li saluterà, se loro gli rivolgono la parola li tratterà male, sarà tignoso e scontroso. A lungo andare questo atteggiamento determinerà nei vicini di casa un certo rancore nei suoi confronti.
Ho parlato della profezia che si autoavvera perché il Rearm Eu, approvato dalla nostra presidente del consiglio (anche se fa finta di non averlo votato nel consiglio dei ministri europei) mi appare tipicamente un modello di questo meccanismo psicologico. Ci siamo convinti che la Federazione russa ci aggredirà. Non sappiamo per quale motivo visto che non esistono popolazioni russofone oppresse in Europa. Non sappiamo per ottenere cosa visto che la popolazione russa di 140 milioni di abitanti ha un eccesso di territorio e non ha certo bisogno di invadere altri paesi. Non sappiamo quale sia lo scopo strategico visto che tenere sotto dominazione di pochi russi un numero tre volte superiore di europei sarebbe praticamente impossibile.
Eppure ci siamo convinti di essere in pericolo. Ci riarmiamo, facciamo la faccia aggressiva e diciamo parole di fuoco contro l’impero del male. Dobbiamo costruire un “ombrello nucleare” sempre più potente e grande. L’assurdità di andare in giro con un ombrello fatto di bombe pronte ad esplodere è palese soprattutto se proviamo a visualizzare questa immagine metaforica da un punto di vista grafico. Gli ombrelli dovrebbero essere leggeri mentre in questo caso sarebbe terribilmente pesante, inoltre la protezione che conferisce è effimera visto che se le bombe partissero il malcapitato con l’ombrello sarebbe coinvolto nella deflagrazione. Per non parlare della possibilità incresciosa di far cadere inavvertitamente l’ombrello.
Nell’ultimo incontro europeo il piano di riarmo è stato nascosto dietro una nuova definizione – “Readiness 2030” – anche se la sostanza pare sempre quella di riarmarsi. Se vogliamo veramente essere pronti, come afferma la nuova definizione, per il futuro e per le sfide strategiche da affrontare credo che invece di spendere in armi come missili, carri armati, generali e fanti occorrerebbe investire in una intelligenza artificiale europea che non ci renda indipendenti dalla Cina e dagli Usa. Anche satelliti europei e un sistema di controllo dei droni sarebbero essenziali per essere pronti. Pronti a resistere a una aggressione, ma soprattutto a competere pacificamente sul piano economico con le nazioni più sviluppate.
Armarsi di carri armati e missili rischia di divenire un fardello che affosserà la vera competizione dei prossimi decenni: quella economica e dell’innovazione. Rischiamo di rimanere come dei vecchi paurosi armati fino ai denti dentro le nostre mura a roderci il fegato, mentre il resto del mondo corre verso il futuro.
L'articolo Il riarmo si deve alla convinzione che la Russia ci aggredirà: così funziona la profezia che si autoavvera proviene da Il Fatto Quotidiano.