Il design italiano è campione di sostenibilità in Europa: emette 5 volte meno CO₂ della Spagna

C’è un settore in cui l’Italia primeggia per sostenibilità ambientale: l’arredamento, che non è solo bello e funzionale, ma anche incredibilmente efficiente. Quello italiano origina 26 kg di CO₂ per mille euro di produzione, contro i 43 della Germania, i 49 della Francia e gli oltre 200 della Spagna. Un primato che si traduce in...

Apr 2, 2025 - 13:37
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Il design italiano è campione di sostenibilità in Europa: emette 5 volte meno CO₂ della Spagna

C’è un settore in cui l’Italia primeggia per sostenibilità ambientale: l’arredamento, che non è solo bello e funzionale, ma anche incredibilmente efficiente. Quello italiano origina 26 kg di CO₂ per mille euro di produzione, contro i 43 della Germania, i 49 della Francia e gli oltre 200 della Spagna. Un primato che si traduce in vantaggi competitivi e nuove opportunità di mercato per le oltre 14.000 aziende del settore. Ma come stanno riuscendo a mantenere questo record ambientale? E cosa possono fare i consumatori per contribuire alla rivoluzione sostenibile del design?

Questi dati emergono da uno scenario presentato dalla startup che si occupa della misurazione dell’impronta di carbonio, ClimateSeed, durante l’ultima Design Week milanese, confermando che quando si parla di arredo, il Made in Italy non è sinonimo solo di qualità ed eleganza, ma anche di responsabilità ambientale.

A dare ulteriore spinta a questa tendenza è arrivato lo scorso luglio il regolamento Ecodesign, che impone alle aziende di ripensare i prodotti in termini di durabilità, riparabilità e riciclabilità. Una sfida che il settore italiano ha colto al volo: secondo Federlegno Arredo, il 44% delle imprese ha già implementato politiche di Ecodesign, percentuale destinata a salire all’81% entro il 2027.

Ma quali strategie stanno adottando concretamente le imprese italiane per ridurre la loro impronta carbonica? Secondo uno studio della Fondazione Altagamma, quasi la metà (48,6%) punta sul miglioramento dell’efficienza energetica, il 37,2% sulla riduzione degli sprechi e l’uso di materiali riciclati, mentre il 26,9% investe nell’ottimizzazione della logistica e in trasporti a basso impatto.

“Il primo passo per ridurre le emissioni è misurarle con precisione”, ha sottolineato Edoardo Bertin, amministratore delegato di ClimateSeed in Italia. Solo così è possibile individuare i punti critici della filiera produttiva e intervenire con soluzioni mirate. Una necessità che diventa opportunità: le aziende che sapranno mappare e gestire le proprie emissioni lungo tutta la catena del valore saranno avvantaggiate in un mercato che premia sempre più la trasparenza e l’impegno ambientale.

E sul fronte dei consumatori? Anche qui l’Italia mostra segnali incoraggianti con l’esplosione del mercato di seconda mano. In contrapposizione al “fast deco” – l’equivalente del fast fashion nel mondo dell’arredamento – sta crescendo una cultura del riuso che unisce vantaggi economici e benefici ambientali.

I numeri parlano chiaro: secondo l’Osservatorio Second Hand Economy di BVA Doxa per Subito, nel 2023 ben 6 italiani su 10 hanno acquistato prodotti usati, con un giro d’affari di 26 miliardi di euro e una crescita del 16% rispetto al 2014. Con risultati concreti: il riutilizzo di circa 20 milioni di prodotti ha evitato l’emissione di 2,7 milioni di tonnellate di CO₂, equivalenti all’assorbimento annuo di una foresta grande come la Liguria.

Le oltre 14.500 aziende del settore, che nel 2023 hanno generato un fatturato di 17,3 miliardi di euro, hanno ora l’opportunità di consolidare ulteriormente la leadership italiana facendo della sostenibilità il proprio distintivo sui mercati globali.

La vera sfida per il futuro sarà quella di mantenere l’equilibrio tra bellezza estetica e prestazioni ambientali, tra innovazione tecnologica e sapere artigianale, tra mercato globale e valorizzazione delle filiere locali. In questo percorso, la misurazione scientifica delle emissioni e la gestione strategica dell’impatto ambientale saranno strumenti indispensabili.

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