Il Corporate Venture Capital è sull’ottovolante: dentro o fuori l’azienda? Il caso Intel dice…

Anche Intel, una delle prime aziende della Silicon Valley a fare Corporate Venture Capital, aveva annunciato l'esternalizzazione dell'attività. Ma adesso il nuovo CEO ci ripensa. Perché? L'articolo Il Corporate Venture Capital è sull’ottovolante: dentro o fuori l’azienda? Il caso Intel dice… proviene da Economyup.

Mag 6, 2025 - 10:15
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Il Corporate Venture Capital è sull’ottovolante: dentro o fuori l’azienda? Il caso Intel dice…

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Il Corporate Venture Capital è sull’ottovolante: dentro o fuori l’azienda? Il caso Intel dice…



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Anche Intel, una delle prime aziende della Silicon Valley a fare Corporate Venture Capital, aveva annunciato l’esternalizzazione dell’attività. Ma adesso il nuovo CEO ci ripensa. Perché?

Pubblicato il 6 mag 2025



corporate venture capital

Il mondo del Corporate Venture Capital è “rollercoasting”! Settimana scorsa su LinkedIn ho ufficialmente alzato le mani.

Corporate Venture Capital, la tendenza a portarlo fuori l’azienda

Nel 2020 avevo pubblicato un articolo dal titolo “What VCs such Next 47, AV8, Propel, Mouro and Sapphire Ventures have in common?” dove segnalavo un trend emergente sul fronte del Corporate Venture Capital (CVC): grandi aziende – di settori diversi – come Siemens, Allianz, BBVA, Santander, SAP ed E.ON – che esternalizzano (“spinoff-ano”) il proprio veicolo di CVC in unità indipendenti, strutturate come vere e proprie VC firms.

L’aspetto ancora più interessante era il fatto che – per marcare ulteriormente questa scelta – avessero anche scelto nomi (Next 47, AV8, Propel, Mouro, Sapphire Ventures e Future Energy Ventures) non riconducibili alla casa madre.

I vantaggi del Corporate Venture Capital esternalizzato

Nell’articolo analizzavo anche i motivi alla base di questa transizione che erano e rimangono molteplici:

  • avere maggiore snellezza di azione (ridurre l’”organisational inertia”)
  • avere autonomia decisionale più ampia (senza doversi allineare con l’orientamento strategico corrente dell’azienda di gemmazione);
  • evitare selezione avversa da parte delle migliori startup (che non impazziscono di “mettersi a letto” con una specifica azienda);
  • aprire il capitale anche ad altre aziende e terzi;
  • essere più competitivi nell’attrarre gestori professionali (general partners);
  • avere la possibilità di dare incentivi economici legati alle performance del portafoglio a chi vi opera (sul modello del carry di un fondo di VC), cosa ai limiti dell’impossibile dentro i confini aziendali.

Per chi volesse approfondire rimando ad un precedente articolo su EconomyUp che avevo dedicato a questo tema.

Il CVC strutturato come un venture capital

Nel frattempo altre aziende si sono aggiunte alla lista confermando la mia intuizione. Solo per citare i casi più celebri (di cui ho tenuto diligentemente traccia aggiornando il mio famoso articolo): Orange che, nel 2021, ha fatto un passo in quella direzione, e Volkswagen, che, a fine 2023, dopo un paio di anni di gestazione, ha annunciato il suo CVC strutturato come fondo di Venture Capital totalmente indipendente dalla casa madre (quindi in questo caso non si tratta di uno spin-off ma di una separazione alla nascita).

Per la cronaca Volkswagen è ad oggi l’unico investitore (rectius LP) ma il fondo è concepito per vedere l’ingresso di altri soci (qui il link alla Mind the Chat con Nikolai Ardey, Executive Director Volkswagen Group Innovation, in cui spiega gestazione e ragioni, e qui il link all’articolo di EconomyUp in cui commentavo la nostra conversazione). 

Nikolai Ardey durante la Mind the Chat con Alberto Onetti

Nikolai Ardey durante la Mind the Chat con Alberto Onetti

Lo spin-off del CVC deciso da Intel…

Il carico  (o la parola quasi definitiva) sembrava averlo calato, a gennaio di quest’anno, Intel annunciando che il proprio fondo (Intel Capital) sarebbe stato spin-offato entro la fine dell’esercizio.
Il fatto che una delle prime aziende al mondo ad avere lanciato un fondo di CVC (attivo dal 1990, oltre 20 miliardi di investimenti su 1,800 aziende) avesse preso una tale decisione sembrava confermare che il modello della separazione tra open innovation e investimenti in startup fosse ormai diventato mainstream.

Ad Intel si è aggiunto l’annuncio, a metà aprile, del completamento della cessione, da parte del colosso francese delle assicurazioni AXA, del proprio veicolo di CVC AXA Venture Partners (AVP) lanciato nel lontano 2016. Con questo passaggio (peraltro avviato oltre un anno fa) il fondo è diventato una private investment company indipendente con un marcato rebranding: del passato rimane solo la sigla (AVP) e la presidenza di George Stansfield (Deputy-CEO of AXA).

D’ora in poi si chiama Atlantic Vantage Point e al capitale ha partecipato anche l’Unione Europea attraverso il programma  European Tech Champions Initiative (ETCI) dell’EIF. In piccolo lo stesso è successo anche a UNIQA Ventures (CVC della tedesca UNIQA Insurance Group) che dopo un MBO è diventata SHAPE Capital Partner.

ma il nuovo CEO di Intel ci ripensa: ecco perché

Il fatto che una delle prime aziende della Silicon Valley ad avere operato nel CVC avesse seguito il percorso avviato, tra gli altri, dalle due principali banche spagnole, delle due più grandi compagnie assicurative al mondo (entrambe con fondi da oltre un miliardo di euro) e da uno dei maggiori car manufacturer sembrava avere sancito il trend di esternalizzazione del CVC. “Nails on the coffin”, come si dice oltre oceano.

Ma c’è un ma.

Come siamo soliti a ripetere a Mind the Bridge, l’unica cosa certa sui modelli di open innovation è che sono in continuo cambiamento ed evoluzione…

Il nuovo CEO di Intel Lip-Bu Tan, meno di dieci giorni fa, ha annunciato che la scelta di spin-offare Intel Capital “non s’ha da fare”. Il fatto che la virata a favore di una gestione interna del CVC venga da una persona che, in passato, ha guidato un fondo di VC (Walden International) (disclaimer: avevo conosciuto Lip-Bu circa venti anni fa, dato che Walden aveva fatto da lead investor nel Series A di Funambol) fa pensare e non poco.

Intel ha certamente perso un po’ di “treni strategici” negli ultimi anni e in questo Intel Capital evidentemente non è stato probabilmente di aiuto come avrebbe dovuto.

Segnalo che l’obiettivo di un fondo di CVC è fornire market intelligence e visione strategica alla casa madre. Tuttavia, nonostante le difficoltà finanziarie di Intel, Lip-Bu Tan ha ben pensato che non fosse il caso di “esternalizzare” uno strumento potente di trasformazione strategica. Di qui la decisione di riportarlo a casa (o meglio di chiudere la porta).

Food for thoughts …

Nel mentre, io, come ho fatto negli scorsi anni, continuo ad aggiornare l’articolo. E credo che continuerò a farlo.

To be continued, come dicono nelle serie di successo. 

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