I furbi e i fessi della manifestazione per l’Europa lanciata da Michele Serra

Nel caso della manifestazione lanciata da Michele Serra, i fessi sono coloro i quali pensano che la pace non può essere il “cimitero della libertà” (Kant) e i furbi sono coloro i quali ritengono che sull’altare della pace può essere “sacrificata anche la libertà di un popolo” (Robespierre). Il Bloc Notes di Michele Magno

Mar 15, 2025 - 08:15
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I furbi e i fessi della manifestazione per l’Europa lanciata da Michele Serra

Nel caso della manifestazione lanciata da Michele Serra, i fessi sono coloro i quali pensano che la pace non può essere il “cimitero della libertà” (Kant) e i furbi sono coloro i quali ritengono che sull’altare della pace può essere “sacrificata anche la libertà di un popolo” (Robespierre). Il Bloc Notes di Michele Magno

Caro direttore,

la manifestazione per l’Europa che oggi va in scena di Roma si preannuncia imponente. L’elenco delle adesioni all’appello di Michele Serra è infatti lungo come una quaresima: associazioni del mondo religioso e del volontariato, sindacati, partiti della sinistra parlamentare e non solo. Si è invece sfilato il movimento di Giuseppe Conte. Le “trasformiste apulien“, come ho avuto occasione di soprannominato su queste colonne, vuole infatti giocare in proprio la partita contro i detestati “mercanti d’armi”. Evidentemente la considera molto redditizia sul piano elettorale.

Dopo la presentazione del piano di Ursula von der Leyen, la proposta del giornalista di Repubblica ha subito cambiato segno. Concepita per riaffermare i valori dell’unità e della democrazia europea, è diventata una specie di campo di Agramante, dove le truppe della ditta Maurizio Landini & Soci preparano l’assalto decisivo ai guerrafondai di Bruxelles. Nella romana Piazza del Popolo, infatti, non ci saranno solo le bandiere blu con le stelle dorate (come auspicato da Serra), ma le bandiere della pace (come annunciato dal segretario della Cgil). Probabilmente vedremo quelle palestinesi e, chissà, anche quelle ucraine (ma temo poche).

Tutto questo, caro direttore, per dire che anche una buona idea, animata dalle migliori e più nobili intenzioni, da noi è esposta sempre alla dura legge dell’eterogenesi dei fini. Eppure quando sono in gioco i valori sommi della democrazia e della libertà non dovrebbe esserci spazio per posizioni ambigue. Bisognerebbe scegliere da che parte stare: o di qua o di là. Per riprendere una metafora cara a Julien Benda, tra Michelangelo che rinfaccia a Leonardo la sua indifferenza alle sventure di Firenze, e Leonardo che risponde che lo studio della bellezza occupa tutto il suo cuore, i partigiani della pace non dovrebbero avere dubbi a schierarsi con lo scultore della Pietà.

Un caustico aforisma di Giuseppe Prezzolini recita: i cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi. Nel nostro caso, i fessi sono coloro i quali pensano che la pace non può essere il “cimitero della libertà” (Kant). I furbi sono coloro i quali ritengono che sull’altare della pace può essere “sacrificata anche la libertà di un popolo” (Robespierre).

Ma almeno il capo dei giacobini francesi aveva in testa, per quanto finito tragicamente, un progetto rivoluzionario. Da noi i capi dei furbi sono solo a cacciatori di voti in servizio permanente effettivo. Del resto, come diceva Leo Longanesi, in Italia la rivoluzione non si può fare perché ci conosciamo tutti.