I dazi Usa e quel rischio di «effetti rilevanti», l’Istat: «Freneranno la crescita commerciale del Paese». Perché colpiranno soprattutto l’Italia

Secondo un focus dell'Istituto di statistica, la politica protezionista di Trump penalizza più l'Italia degli altri Stati membri dell'Ue. Proprio quando l'economia sembrava doversi rialzare L'articolo I dazi Usa e quel rischio di «effetti rilevanti», l’Istat: «Freneranno la crescita commerciale del Paese». Perché colpiranno soprattutto l’Italia proviene da Open.

Mar 14, 2025 - 15:38
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I dazi Usa e quel rischio di «effetti rilevanti», l’Istat: «Freneranno la crescita commerciale del Paese». Perché colpiranno soprattutto l’Italia

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Proprio quando l’economia europea sembra dover rialzare la testa, i dazi americani pendono sul capo del Vecchio Continente come una spada di Damocle. Le nuove tariffe decise dal presidente Donald Trump sui prodotti provenienti dall’Unione europea «potrebbe avere effetti rilevanti sull’Italia», ha sottolineato un’analisi Istat allegata alla nota sull’andamento dell’economia. Il motivo è semplice: tra Francia, Spagna e Germania, è proprio il nostro Paese che affida maggiormente il suo export alla rotta atlantica. Nel 2024, segnala l’Istituto, oltre il 48% del valore dell’export italiano è stato indirizzato fuori dall’Ue. Di questo, più di un quinto è andato a rimpolpare gli scaffali negli Stati Uniti. Così come proprio Washington negli ultimi dodici mesi avrebbe assorbito il 10% delle vendite all’estero dell’Italia. Inevitabile, dunque, che dazi aggiuntivi su una porzione così corposa dell’export vadano quantomeno a rallentarlo.

Il momento economico europeo e la minaccia americana

La questione dazi, però, si inserisce in un momento particolare: quando, cioè, il mercato europeo ha superato la fase pandemica e si è più o meno stabilizzato in relazione allo sconvolgimento portato dall’invasione russa in Ucraina. A cui si aggiunge la progressiva uscita dalla crisi della Germania, la principale economia dell’Unione europea. Non è un caso, dunque, che nel 2024 l’Ue abbia frenato la crescita degli scambi internazionali con risultati negativi soprattutto nel settore automotive, farmaceutico e dei prodotti chimici. Gli ultimi due, ovviamente, ancora nel processo di regolarizzazione dopo il picco dei due anni di pandemia Covid-19. Nel 2025, stimava la Wto (World trade organization), l’Unione europea avrebbe dovuto fornire «un contributo positivo all’andamento delle esportazioni e importazioni mondiali di beni in volume». Questo, ovviamente, prima della decisione della Casa Bianca di sferzare l’Unione europea con tariffe aggiuntive.

L’impatto dei dazi Usa sul mercato europeo

Secondo l’Istat, infatti, sul futuro dell’export europeo «pesano numerosi rischi al ribasso», tra i quali «gli attriti commerciali internazionali e la possibile escalation delle tensioni geopolitiche, che creerebbero nuovi ostacoli alle catene globali di distribuzione e approvvigionamento». Una situazione peggiorata ancor di più dall’adozione di politiche «industriali introverse» e «orientamenti protezionistici, soprattutto negli Stati Uniti». Con il risultato, alla fine, di frenare la crescita commerciale nel breve e medio termine.

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