Hotel Usa, Goldman Sachs vede nero con Trump
I gruppi alberghieri statunitensi si trovano ad affrontare difficoltà crescenti a causa dei cambiamenti politici, dell’incertezza economica e dell’indebolimento della domanda dei consumatori, che creano nuovi ostacoli per il settore dei viaggi. È quanto emerge da una nuova analisi di Goldman Sachs. Si prevede che il RevPAR (ricavo per camera disponibile), un parametro chiave del settore alberghiero, crescerà nel 2025 solo dello 0,4% su base annua, hanno affermato gli analisti di Goldman in un rapporto appena pubblicato, contro l’1,4% della precedente previsione. Continue reading Hotel Usa, Goldman Sachs vede nero con Trump at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


I gruppi alberghieri statunitensi si trovano ad affrontare difficoltà crescenti a causa dei cambiamenti politici, dell’incertezza economica e dell’indebolimento della domanda dei consumatori, che creano nuovi ostacoli per il settore dei viaggi. È quanto emerge da una nuova analisi di Goldman Sachs.
Si prevede che il RevPAR (ricavo per camera disponibile), un parametro chiave del settore alberghiero, crescerà nel 2025 solo dello 0,4% su base annua, hanno affermato gli analisti di Goldman in un rapporto appena pubblicato, contro l’1,4% della precedente previsione. Questo dato sarebbe inferiore alla tendenza delle ultime quattro settimane, quando il RevPAR statunitense ha registrato un aumento di circa l’1,6%, secondo CoStar. Sarebbe anche al di sotto delle previsioni pubblicate da Marriott, Hilton e Hyatt all’inizio dell’anno, che prevedevano una crescita tra il 2% e il 2,5%, ricorda Skift. Anche questa sarebbe inferiore alla media di circa il 3% degli ultimi quattro decenni (esclusa la pandemia di Covid). Il pessimismo si riflette sui titoli delle catene alberghiere, che hanno subito un downgrade da parte di Goldman e un taglio del price target: Hyatt Hotels è stato abbassato a sell, Marriott International e Hilton Worldwide a neutral.
L’outlook rivisto in ribasso da Goldman riflette i segnali di debolezza che emergono dai comportamenti dei consumatori, dall’incertezza geopolitica e dai segnali negativi delle compagnie aeree statunitensi, che hanno recentemente lanciato l’allarme per un andamento più debole dei ricavi interni. «Non stiamo includendo uno scenario di recessione completa nelle nostre previsioni», hanno scritto gli analisti Lizzie Dove e Ryan Davis. Tuttavia, ora Goldman Sachs prevede una probabilità del 45% di una recessione negli Stati Uniti.
IL CALO DEL CANADA
Il settore alberghiero sta affrontando un calo del turismo internazionale negli Stati Uniti, soprattutto dal Canada, che storicamente è il Paese da cui arrivano più visitatori. I viaggi dei canadesi negli Stati Uniti sono diminuiti a febbraio con percentuali a due cifre, a seguito delle dichiarazioni del presidente Donald Trump su dazi e annessione. La California, intanto, è corsa ai ripari, con uno spot del governatore Gavin Newsom: «Venite, siamo a oltre 3.200 km da Washington e a un mondo di distanza da quella mentalità. Qui abbiamo un sacco di sole e amore per i nostri vicini del nord».
IMPATTI DIVERSI PER SEGMENTO
Anche i viaggi dei dipendenti governativi hanno subito una contrazione. Il ceo di United Airlines, Scott Kirby, ha dichiarato il mese scorso, durante una conferenza, che i viaggi per conto del governo sono diminuiti fino al 50% su base annua. Gli analisti di Goldman prevedono un calo di circa il 25% della spesa pubblica per i viaggi, nel prossimo anno.
La composizione del modello di business delle compagnie alberghiere potrebbe rivelarsi sempre più importante in questo contesto. Le catene alberghiere con una minore esposizione alle strutture ricettive dedicate ai turisti internazionali potrebbero resistere meglio al rallentamento rispetto alle concorrenti con un portafoglio significativo di resort di lusso.
Gli hotel di fascia media ed economica hanno in genere fatto meglio dei segmenti di lusso, durante le precedenti recessioni. Questo perché le aziende tendono a ridurre il fatturato più rapidamente di quanto i consumatori riducano le vacanze. I consumatori sono anche spesso disposti a passare a hotel più economici per continuare ad andare in vacanza. Durante le recessioni tra il 1990 e il 1993 e tra il 2000 e il 2003, il RevPAR statunitense è diminuito del 12%, osservano gli analisti di Goldman. Durante la crisi finanziaria globale, è sceso di circa il 20%. Goldman Sachs è ora moderatamente ottimista sul fatto che i gruppi alberghieri siano meglio preparati, questa volta.
«Nell’ultimo decennio, tutte le società C-Corp del settore alberghiero hanno spostato i loro modelli di business verso modelli più basati sulle commissioni e con un basso impiego di risorse, dopo aver scorporato le attività più sensibili al macroeconomico, come gli hotel di proprietà e in locazione e le multiproprietà», hanno scritto. Dal lato dell’offerta, gli analisti sono ottimisti sul fatto che la crescita limitata dell’offerta alberghiera contribuirà a sostenere i prezzi delle camere. «Con prospettive incerte sui costi di costruzione dovute a dazi e costi del lavoro, intravediamo un certo rischio per le prospettive di crescita netta delle camere nel 2026″, hanno scritto Dove e Davis.