Homeland. Il primo comprensorio d’Italia senza impianti, per vivere la montagna lentamente

Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.

Mar 26, 2025 - 11:35
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Homeland. Il primo comprensorio d’Italia senza impianti, per vivere la montagna lentamente

In Italia le persone che praticano sport invernali sono circa 4 milioni ogni anno, secondo i dati dell’osservatorio del turismo italiano. Di queste, 12mila sono nuovi praticanti di sci alpino. Non si tratta di numeri astronomici, ma tali da rendere le nostre montagne molto frequentate e messe in pericolo da fenomeni come l’overtourism o da pratiche come l’innevamento artificiale.

In Italia nevica sempre meno, soprattutto a bassa quota, e spesso l’innevamento artificiale è l’unico modo per permettere il regolare svolgimento delle attività dei comprensori. Questo sistema però è enormemente energivoro e dispendioso da un punto di vista idrico. Negli ultimi anni, sempre più persone hanno riscoperto il desiderio di vivere la montagna in maniera autentica, lontano dagli impianti di risalita e dalle piste affollate.

Vivere la montagna in solitudine e contando solo sulle proprie forze consente di andare a cercare la neve dove c’è, non solo dove viene sparata. L’outdoor è diventato una priorità, soprattutto per chi, costretto alla vita di città, cerca un contatto più puro con la natura.

Per scoprire di più questo mondo siamo stati a Montespluga, un villaggio alpino del comune di Madesimo, in valle Spluga in Lombardia, dove sorge Homeland, il primo comprensorio senza impianti d’Italia, e dove si è tenuto lo Skialp Fest, una tre giorni dedicata al mondo dello scialpinismo e del freeride che ha l’obiettivo di far toccare con mano come questa disciplina sia uno dei modi meno impattanti a nostra disposizione per godersi la montagna e, soprattutto, perché praticarlo sia così bello ed emozionante.

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Homeland è il primo comprensorio senza impianti d’Italia e ha ospitato una tre giorni dedicata allo scialpinismo e al freeride © Sam Confortola

Dormire in un campo base come in Pakistan

In occasione dello Skialp Fest, Homeland si è riempita con tanti brand espositori da cui noleggiare l’attrezzatura e moltissime attività organizzate dalle guide di Homeland, per principianti e non. Tra le esperienze più affascinanti proposte da Homeland, ad esempio, c’era l’uscita notturna in tenda nella Val Loga. Qui si può vivere l’emozione di piantare il proprio campo base nella neve, imparando a orientare la tenda nel modo corretto, scavare un alloggiamento sicuro e utilizzare bacchette o pala per fissarla. L’atmosfera che si respira tra queste vette richiama le spedizioni nelle terre più remote: circondati dal bianco e dal silenzio, si ha davvero la sensazione di trovarsi fuori dal mondo.

Una delle attività più emozionanti proposte da Homeland è passare la notte nelle tende in mezzo alla neve, come in un base camp @ Sam Confortola

Avvicinarsi allo scialpinismo

La filosofia di Homeland, un progetto ideato da Tomaso Luzzana, fondatore di SpiaGames, che ha scelto Montespluga come base per offrire un nuovo modo di vivere la montagna, è quella di imparare a conoscere e frequentare le vette in maniera più pura e meno impattante.

Homeland è un luogo fisico, riconoscibile nel grande container di vetro posizionato vicino al passo dello Spluga, che non è solo un punto di riferimento, ma anche un centro di formazione e noleggio per chi vuole avvicinarsi allo scialpinismo. Qui si trovano sci, scarponi, splitboard e, soprattutto, il kit di sicurezza composto da artva, pala e sonda, strumenti indispensabili per muoversi in autonomia in un territorio privo di piste battute. La sicurezza è infatti un elemento cardine dell’esperienza: attraverso il safety camp, i partecipanti imparano a riconoscere le condizioni della neve, a individuare i punti critici del percorso e a gestire le emergenze, compresa la ricerca e il dissotterramento di travolti in caso di valanga.

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Utilizzare le proprie gambe, anziché un impianto di risalita, è un modo alternativo e meno impattante di vivere la montagna e gli sport invernali @ Sam Confortola

Questa proposta risponde a una trasformazione in atto nel mondo della montagna. Se fino a qualche anno fa lo scialpinismo era considerato una disciplina di nicchia, oggi il numero di appassionati è in forte crescita. Complice la chiusura forzata degli impianti durante la pandemia, molti sciatori hanno iniziato ad attrezzarsi per risalire con le pelli, scoprendo un modo più libero e autentico di vivere la neve. Ora che gli impianti sono di nuovo in funzione, l’interesse per lo skialp non è diminuito, anzi: le difficoltà economiche legate agli skipass e le incertezze dovute alla scarsità di neve naturale stanno spingendo sempre più persone verso alternative meno dipendenti dalle infrastrutture. Homeland nasce proprio per rispondere a questa esigenza, proponendo percorsi guidati adatti sia a chi vuole iniziare, sia a chi cerca avventure più wild.

Montespluga è la casa di Homeland

Montespluga è il luogo perfetto per questa rivoluzione. In inverno è completamente disabitata: niente alberghi, ristoranti o impianti di risalita. Non ci sono piste battute, né cartelli a indicare i percorsi, se non quelli dei sentieri estivi. Qui domina il silenzio, interrotto solo dal vento e dal rumore della neve sotto gli sci. La diga ghiacciata, che separa Montespluga da Madesimo, crea un paesaggio surreale, simile a quelli visti nei film dei fratelli Coen. Non è difficile immaginarsi in Minnesota o in Alaska, immersi in un bianco sconfinato, dove la natura detta le regole. Solo una strada conduce fino a qui, ma d’inverno viene spesso lasciata innevata, rendendo il passo dello Spluga ancora più isolato.

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Lo Skialp Fest è stata un’occasione per principiarti ed esperti per avvicinarsi sempre più al mondo della montagna senza impianti @ Sam Confortola

Questo scenario incontaminato è la base ideale per un turismo nuovo, più consapevole e rispettoso dell’ambiente. Homeland non è solo un punto di partenza per escursioni, ma un progetto che punta a diffondere una cultura della montagna più autentica e responsabile. Grazie all’esperienza delle guide alpine, profondi conoscitori di queste valli, i partecipanti imparano a muoversi in sicurezza, a leggere il terreno e a vivere la montagna nel modo più puro possibile. Non ci sono impianti, né infrastrutture artificiali, solo neve, cielo e il desiderio di esplorare.