Guerra dei Prezzi del Petrolio: Vincitori, Vinti e le Prossime Mosse dopo l’Accordo USA-Iran

I prezzi del petrolio hanno registrato un calo del 3% dopo le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump su un possibile accordo nucleare con l’Iran. Ma chi vincerà davvero in questa nuova guerra dei prezzi? Arabia Saudita, Iran, Russia e produttori di shale oil USA si preparano a uno scontro senza esclusione di […] L'articolo Guerra dei Prezzi del Petrolio: Vincitori, Vinti e le Prossime Mosse dopo l’Accordo USA-Iran proviene da Word2Invest.

Mag 16, 2025 - 22:48
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Guerra dei Prezzi del Petrolio: Vincitori, Vinti e le Prossime Mosse dopo l’Accordo USA-Iran

I prezzi del petrolio hanno registrato un calo del 3% dopo le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump su un possibile accordo nucleare con l’Iran. Ma chi vincerà davvero in questa nuova guerra dei prezzi? Arabia Saudita, Iran, Russia e produttori di shale oil USA si preparano a uno scontro senza esclusione di colpi.

Prezzi del Petrolio in Caduta: I Numeri

  • Brent Crude (scadenza luglio): -2,36%, chiusura a 64,53 dollari al barile.
  • West Texas Intermediate (WTI): -2,42%, chiusura a 61,62 dollari al barile.

Le flessioni arrivano dopo che Trump, da Doha (Qatar), ha confermato che gli Stati Uniti stanno lavorando per chiudere un accordo nucleare con l’Iran. L’obiettivo? Revocare le sanzioni economiche in cambio dello stop all’arricchimento di uranio per uso bellico.

L’Impatto di un Accordo USA-Iran sui Prezzi del Petrolio

Se l’intesa venisse finalizzata, l’Iran potrebbe aumentare le proprie esportazioni di greggio fino a 1 milione di barili al giorno. Questo afflusso di offerta si sommerebbe all’aumento di produzione deciso dall’OPEC+.

Ricordiamo che l’Arabia Saudita ha già spiazzato i mercati aumentando l’output di 411.000 barili/giorno a maggio e giugno. Forte di un costo di estrazione tra i più bassi al mondo, Riyadh può sostenere prezzi anche sotto i 30 dollari al barile senza compromettere la redditività.

Chi Vince e Chi Perde nella Guerra dei Prezzi del Petrolio

Vincitore: Arabia Saudita

  • Storico “price setter” del mercato globale.
  • Obiettivo dichiarato: aumentare le proprie quote di mercato a scapito di Iran, Russia e shale oil USA.
  • Strategia di lungo periodo: tollerare prezzi bassi per fiaccare la concorrenza.

Vincitore (Politico): Donald Trump

  • Ha più volte indicato come ideale un prezzo del petrolio tra 40-50 dollari al barile.
  • Un calo dell’energia avrebbe effetto disinflattivo, utile a contenere l’inflazione innescata dalla guerra commerciale con la Cina.
  • Potrebbe presentare la discesa dei prezzi come un successo politico e tattico.

Vinti: Produttori di Shale Oil USA

  • Costi di estrazione compresi tra 35-40 dollari al barile.
  • Prezzi sotto i 50 dollari metterebbero a rischio la sostenibilità finanziaria di molte aziende.
  • Possibili chiusure di impianti e stop a nuovi investimenti.

Vinti: Russia di Vladimir Putin

  • L’economia russa dipende in modo cruciale dalle esportazioni di petrolio.
  • Già costretta a vendere con sconti del 20-30% tramite la “shadow fleet” per aggirare le sanzioni.
  • Prezzi sotto i 50 dollari metterebbero in ginocchio il bilancio statale russo.

Il Doppio Gioco dell’Arabia Saudita e le Prospettive Future

L’Arabia Saudita mantiene saldamente il controllo della partita. Grazie alla sua flessibilità di produzione e al supporto di alleanze strategiche (OPEC+ in primis), può guidare il mercato verso scenari favorevoli ai propri interessi.

Tuttavia, l’equilibrio è precario:

  • Un aumento eccessivo dell’offerta rischia di comprimere i margini per tutti.
  • L’incertezza geopolitica legata all’accordo USA-Iran potrebbe portare a nuovi colpi di scena.
  • Il rallentamento globale, già visibile nei dati economici, potrebbe ridurre la domanda di greggio.

Conclusioni: Un’Energia Meno Cara… ma a Quale Prezzo?

Nel breve termine, un calo dei prezzi del petrolio tra 40 e 50 dollari al barile può sembrare una vittoria per i consumatori. Tuttavia, le ripercussioni su settori chiave come lo shale oil USA e l’equilibrio geopolitico con la Russia non vanno sottovalutate.

La guerra dei prezzi del petrolio, dunque, non si limita a una questione economica: è una partita di potere tra superpotenze che inciderà sulla stabilità dei mercati energetici e sulle dinamiche geopolitiche dei prossimi mesi.

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