«Il Rally degli Abeti è un evento che rende fiera tutta la comunità»
Anticipazioni / Francesco Andreotti, vicepresidente di Abeti Racing, svela le novità di questa edizione

Il Rally degli Abeti è uno degli appuntamenti sportivi più seguiti a livello regionale. Non solo perché il territorio si mobilita per vedere in pista i propri beniamini, ma anche perché il turismo - con le strutture ricettive e le numerose fonti d’intrattenimento che offre - ci guadagna. La manifestazione è molto attesa, ne abbiamo parlato con Francesco Andreotti (Vicepresidente di Abeti Racing) tra anticipazioni, aneddoti e curiosità. Quali particolarità avrà questa edizione? «In qualità di Vicepresidente Abeti Racing alle prese anche con il 12° Rally Abeti storico, mi auguro che il numero di partecipanti rispecchi il nostro impegno. Le novità riguardano in particolare il rally: motivi di manutenzione delle strade che compongono il circuito integrale hanno portato cambiamenti a livello di composizione e sviluppo del tracciato. Ci sono cambiamenti significativi e anche qualche ritorno al (recente) passato. Ci sarà nuovamente la prova della Dynamo Camp, la cosiddetta prova spettacolo». A tal proposito: il sodalizio con Dynamo Camp è ormai una certezza, come nasce e si sviluppa questo tipo di collaborazione? «Questa sinergia con Dynamo Camp è stata raggiunta ormai da alcuni anni, si vuole avvicinare lo sport automobilistico al volontariato. Resta una realtà molto importante con finalità piuttosto notevoli. Dynamo Camp, nello specifico, oltre a concedere la propria immagine per l’evento apre le porte – nel vero senso della parola – alla manifestazione: la domenica saranno portate all’interno del camp le auto da gara. Appassionati e non potranno vedere e toccare con mano questi bolidi che sfrecciano all’interno della montagna pistoiese». Prove particolari e percorsi aggiornati: ci parla del tracciato nel dettaglio, quali cambiamenti possiamo notare? «Ci sono stati dei cambiamenti per motivi logistici, causa anche alcuni lavori in corso su delle strade che non ci consentivano di passare con il rally, nonostante questo siamo riusciti a trovare la quadra: la prima prova, come dicevo prima, sarà la Dynamo Camp. Svolta sabato pomeriggio subito dopo la partenza e la manifestazione che avrà luogo a Capo d’Izzoro. La prima prova è l’anello, se così possiamo chiamarlo, svolto in località San Marcello: un giro e mezzo che si snoda per 5 km. Successivamente le auto saranno parcheggiate in piazza Maestri del Lavoro dove ci sarà il notturno: le macchine vengono lasciate in loco fino alla mattinata successiva in cui si entrerà nel vivo della gara con le restanti 6 prove che andranno a completare il Rally degli Abeti». C’è una piccola frammentazione del circuito: è controproducente o arricchisce la gara di pathos? «Sicuramente è un maggior motivo di sfida, i piloti che hanno modo di testare le macchine durante la prova possono sfruttare lo stacco temporale per pensare a vari settaggi da mettere in atto il giorno successivo. La volata finale con le sei prove speciali è bella anche per questo. Oltretutto va detto che la prima prova speciale è stata denominata “super”, proprio perché comincia e poi ci deve essere uno stacco. Il fine è proprio quello di arricchire ulteriormente la manifestazione con vincoli del regolamento sportivo. La giornata partirà il sabato mattina con le verifiche tecniche a Capo D’Izzoro. In seguito sarà svolto lo “shake down” che è proprio un test dove le macchine da gara potranno testare la propria situazione e mettere a punto, ulteriormente, ogni aspetto per comportarsi a dovere in pista. Quindi, malgrado ci sia una sola prova speciale il sabato, lo stacco notturno e la ripresa di domenica garantiscono anche un po’ di riposo per riflettere e preparare qualche strategia in più». In questa altalena di emozioni, si comporrà una classifica per le qualifiche: chi sono i favoriti e gli sfavoriti di questa edizione? «I favoriti sono senza dubbio gli equipaggi montani perché conoscono il territorio. Federico Gasperetti è sicuramente fra i più attesi e favoriti, i riflettori saranno puntati su di lui. Questo, però, non deve mettere in ombra gli altri. Non mi voglio sbilanciare, ma ci saranno diversi equipaggi che potranno dare del filo da torcere rispetto ai favori del pronostico. Sul podio non mi sbilancio perché non sono nella posizione per poterlo fare (ride ndr)». Questa manifestazione è un grande dispendio di energie anche per le autorità: com’è stato il rapporto e il contributo tra organi competenti? «Il rapporto con le autorità competenti per il rilascio dei nullaosta è stato molto buono e vorrei, a tal proposito, fare un ringraziamento a tutti coloro che stanno lavorando affinché questa manifestazione sia possibile. Enti e non solo, chiunque per organizzare il rally è fondamentale: dai ragazzi che vanno ad allestire le prove fino alle autorità competenti della Prefettura di Pistoia che rilasciano le autorizzazioni per la chiusura delle strade e il corretto svolgimento della manifestazione». La comunità, quindi, ha accolto bene questa manifestazione: non ci sono stati disguidi… «La comunità è fiera di essere parte di una realtà così affermata. Il 99% della popolazione è a favore nonostante possa creare qualche piccolo disagio per la chiusura delle strade di alcune ore. Inoltre la manifestazione porta molte persone a livello turistico, questo giova anche alle più piccole attività». Qualche numero? «Il rally porta sulla montagna quasi un migliaio di persone in più. Questo giova sia ai bar sia ai ristoranti, ma anche gli alberghi della zona. Dai più grandi ai più piccoli, fino alle strutture recettive più particolari, chiunque trae giovamento da un evento come questo. Una macchina complessa, ma anche molto gratificante». A livello social, l’impatto con i nuovi media e questa manifestazione com’è stato? «Dal punto di vista social siamo coperti. Noi abbiamo un collaboratore che si occupa di mantenere attive le pagine Facebook e Instagram, a cadenza quasi giornaliera - in special modo a ridosso delle gare - vengono pubblicati aggiornamenti e contributi specifici. Anche il pubblico può contribuire in questo: taggando “Abeti Racing” si può condividere il proprio materiale, sebbene amatoriale, sui canali per arricchire ulteriormente questo mosaico di testimonianze. Ci trovate su Abeti Racing come nominativo su tutti i social, abbiamo anche il sito internet ufficiale ( HYPERLINK "http://www.abetiracing.it/"www.abetiracing.it)». Questo è un punto di partenza: dopo Abeti, quali sono le prossime tappe? «Come organizzatori siamo un punto di riferimento per il campionato rally di zona. Questa è una manifestazione su più gare. I migliori classificati faranno la finale a livello italiano: la coppa rally di zona alimenta anche le aspettative nazionali». Ci sarà anche il rally storico: che tipo di vetture dobbiamo aspettarci? «Le auto storiche, a mio avviso, sono una categoria da tenere protetta: sono le macchine che hanno fatto la storia dei rally negli anni passati. Macchine dove, veramente, il pilota conta tantissimo. Sono macchine con cavalli veri, quando si accelera ci vuole veramente tanto manico. Abbiamo 5 o 6 autovetture storiche: vedremo vecchie BMW, qualche Fiat Uno o alcune vecchie Lancia Delta». Sinergia tra vettura e pilota: come cambia con la tecnologia, croce o delizia delle corse? «Considerazione personale: la tecnologia sulle auto ha aiutato molto a livello di sicurezza e tenuta della strada, quindi si avvantaggiano i piloti. Non voglio togliere nulla ai piloti che guidano i bolidi. Su un’auto storica, però, spesso non c’è nemmeno il servo sterzo. Sono macchine che richiedono una preparazione speciale anche a livello fisico, il rally è uno sport molto probante. Chi si misura con una vettura storica ha proprio un’altra prospettiva, come avere a che fare con una dimensione diversa: più romantica sotto certi aspetti, ma anche molto dispendiosa a livello energetico, sia dal punto di vista della macchina sia dal punto di vista del pilota. I rischi ci sono, ma la mano degli organizzatori ha fatto sì che le tutele e la sicurezza siano aumentate esponenzialmente per far trionfare lo sport automobilistico senza preoccupazioni».