Gstaad, c’est chic, c’est bon. Come si (g)staad bene. È tutto un mercante in fiera di principesse e socialità

Elevation 2025, un po’ Art Basel ad alta quota, é un magnate per collezionisti internazionali. Le Vieux Chalet di Gunther Sachs diventa Galleria. Ed è Italiamania. Con Blazé un’anticipazione della fashion Week. E la valigeria di Patricia Gucci L'articolo Gstaad, c’est chic, c’est bon. Come si (g)staad bene. È tutto un mercante in fiera di principesse e socialità proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 21, 2025 - 19:07
 0
Gstaad, c’est chic, c’est bon. Come si (g)staad bene. È tutto un mercante in fiera di principesse e socialità

Sono passati di qui anche Leonardo di Caprio e Richard Gere. Ma nessuno ci fa caso. Dove ci sono i soldi (e tanti) sbarca l’arte contemporanea. Dove c’è l’arte c’è il gotha del collezionismo. Atterra il jet set e decollano i vernissage, prezzi e cin cin di bollicine. Si comincia con Beatrice Bulgari fondatrice della Fondazione “In Between Art Film”, performance e installazioni, esposte nel hangar dell’aeroporto di Saanen. Lantern with no Walls incornicia un panorama nel panorama, un mosaico di paesaggi , in osmosi fra passato e presente. L’arte si fa denuncia dei devastanti cambiamenti climatici.

Un caleidoscopio di suggestive immagini in movimento. Distruzione, rincarnazione e rinascita, é uno dei fili conduttori del trio di curatori Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini e Paola Ugolini. Ispirati e illuminati passiamo alla falegnameria ( che qui chiamano carpentry). Da brivido il video dell’ artista attivista indiano Himali Singh. Sembra una spy story ambientata nello spazio durante la Guerra Fredda degli anni ’60 anche se comincia con una “poetica e tossica” lettera d’amore rivolta all’Himalaia, montagna sacra per gli indigeni, profanata dalla Cia che con il supporto dell’Intelligence Service indiano installarono una potentissima stazione radiotelemetrica per intercettare i test cinesi nucleari. Una “spia” che conteneva metà del plutonio della bomba lanciata su Hiroshima. Una tempesta di neve costrinse ad abbandonarla. Dovevano ritornare a recuperarla, invece é ancora lì tra i ghiacciai perenni e da allora rilascia tossine radioattive.

Miss Svizzera, candidata a Miss Universo, giornalista televisiva, master negli Stati Uniti e adesso il suo primo documentario pluripremiato “More than Brothers” Andrea von Siebenthal lo presenta a Gstaad. Parla di un’umanità dimenticata, quella dei profughi afghani. Ci voleva un pugno nello stomaco in mezzo a tanto fru fru. Un’arte che scuote, che fa riflettere, la curatrice di Elevation 2025, sesta edizione, è Stefanie Hessler, i riccioli più influenti dell’arte contemporanea, grande intuito a riconoscere i giovani talenti. Tra i big supporter Maya, André e Rosalie Hoffmann, mecenati e proprietari della Roche Farmaceutica, il banchiere Francois Gutzwiller e Nachson Mimran, proprietario del Cinquestelle The Alpina. Tutti ci vogliono essere per bollicine e djsetting anche al Vieux Chalet, residence da sogno di Gunther Sachs, il play boy e Grand Amateur, oggi quartier generale della galleria Hauser & Wirth.

Era un atelier di composizioni floreali adesso é un concept store di Paola Weiss che ha convocato il meglio dell’artigianato di alta gamma proveniente da ogni dove, Sudafrica, India, Persia, Brasile… Si chiama Tulsi, nome indhi della pianta sacra che ha il sapore di un basilico speziato. È il nome che la designer Alessandra Zaltieri ha dato al suo brand fatto di scialli tessuti e ricamati a mano con antichi telai. Non esiste un pezzo uguale agli altri, una palette di sfumature di colori che vanno dal giallo zafferano all’arancio curcuma al viola ametista, al rosso rubino. La pregiatissima lana di capra Kashmir proviene dagli altopiani di 4000 metri del Ladakh dove si passa dai 40 sottozero ai 30 d’estate. Tutte le big spenders sono pazze dei suoi scialli, che sono un mezzo giro del mondo, una sintesi tra arte mogul e pittura rinascimentale. Berenger Lux, bella come una modella, ginevrina sposata con Santiago Mauri (erede della storica famiglia di editori) ha messo da parte la sua laurea in economia per darsi alla ceramica d’ispirazione floreale dai colori pastello. Stanno in tutti gli chalet più chic ad alta quota.

Ditemi un nome? Sì, ci sono i suoi cache/pot. Tatiana Santodomingo ( sposata ad Andrea Casiraghi) con sua socia l’iraniana Dana Alikhani formano il duo creativo Muzungu sister, la loro collezione etica/sostenibile fatta di montoni e gilet di mongolia e abiti in velluto devoré ricamati sono indossati dalle socialite di mezzo mondo. E poi ci sono i boy messicani della nuova fidanza di Emanuele Filiberto di Savoia , la modella e imprenditrice Adriana Abascal. Portano bene le pietre di mare raccolte solo lungo le spiagge dagli Hamptons al Mediterraneo solo con luna piena e secondo calcoli di bassa marea.

Più ecologiche di così Cristina Incisa di Camerana le trafora e ci infila piccoli diamantini. Sono appena arrivate Corrada (Rodriguez D’Acri), Delfina (Pinardi) Maria Sole (Torlonia) lavoravano con la loro griffe cult Blaze’ che propone tante variazioni di blazer dal velluto al tweed, alla seta grezza con la loro tasca iconica “Smile”. E già vestono Kate d’Inghilterra. E’ un custom made e realizzato da artigiani sartoriali marchigiani. Hanno appena inaugurato la loro prima boutique/atelier in via Santo Spirito. Principessa dagli occhi azzurri e di Style Life e regina di tendenze Fabrizia Caracciolo, comunicatrice e Ambassador di Cabana, che raccoglie il gotha dell’ultra/chic, ogni suo evento é un must to go.

Da Marina Anoullh che lei definisce Luxury market place sfila la collezione Aviteur di valigie e borse realizzate da Patricia Gucci ( mi raccomando Patricia da non confondere con l’altra Patrizia Reggiani) figlia di Aldo e nipote di Guccio Gucci ( da qui l’invenzione della iconica doppia G). Lei si é ispirata a un intrecciato di pelle che ricorda l’impagliato delle sedie art nouveau. Continua “Italiamania” con il curatore Fabio Bechelli, terza edizione, che ha esposto nei saloni della più chic private bank della Promenade pezzi inediti di Pistoletto, Fontana, Fornasetti e Sottsass. Al Lounge del Rialto, conigliette e sultanine, come da dress code, per Brigitta Notz, the Icon di Gstaad. The Palace, l’ultimo film di Roman Polanski, campione d’incassi, un caleidoscopio sull’Alta Società ( ancora in proiezione al cinema ) si ispira anche a lei.

L'articolo Gstaad, c’est chic, c’est bon. Come si (g)staad bene. È tutto un mercante in fiera di principesse e socialità proviene da Il Fatto Quotidiano.