GP Arabia Saudita, Ferrari cambia approccio: setup non più estremo
Ferrari, idee chiare per Jeddah: realizzare un passo avanti. In F1 serve tanta concretezza e poche parole e, ultimamente, la comunicazione del Cavallino Rampante non è stata di certo ineccepibile sotto questo profilo. Charles e Lewis dovranno dare ancora una volta il massimo, tenendo presente che il nuovo fondo, dopo lo studio sui dati raccolti a […]

Ferrari, idee chiare per Jeddah: realizzare un passo avanti. In F1 serve tanta concretezza e poche parole e, ultimamente, la comunicazione del Cavallino Rampante non è stata di certo ineccepibile sotto questo profilo. Charles e Lewis dovranno dare ancora una volta il massimo, tenendo presente che il nuovo fondo, dopo lo studio sui dati raccolti a Sakhir, potrebbe offrire quei benefici ancora inespressi.
Le differenze tra i ferraristi devono essere limate
Superato il GP del Bahrain si arriva a Jeddah, pista completamente diversa. Parliamo di curve ad alta velocità in cui serve buon bilanciamento e carico dal fondo. Sono infatti presenti molti rettilinei, per cui l’efficienza è fondamentale. Quello saudita sarà il secondo fine settimana dove le SF-25 saranno equipaggiate appunto con il fondo rivisto in diverse parti dai tecnici guidati da Diego Tondi.
Gli aerodinamici di Maranello hanno confermato che i punti di downforce attesi hanno fatto presenza. I ferraristi sono fiduciosi, specie Leclerc che, nella giornata di ieri, ha reso ancora una volta noto il suo obiettivo con la Rossa.. Discorso un po’ differente per Lewis, che sta ancora cercando di piacere alla SF-25. Nel suo caso, deve abbandonare lo stile di guida maturato in Mercedes e mettersi in gioco per la vettura italiana.
La monoposto italiana continua a mostrare una certa carenza di rotazione in pista, caratteristica che compromette in gran parte l’handling dei ferraristi. Un tratto distintivo cronico che, dalle prime gare, i piloti stanno cercando di correggere. Charles ci è riuscito alla grande, Lewis, come detto, non è ancora riuscito a scrollarsi di dosso il passato per abbracciare un approccio differente e più efficace per guidare la Rossa.
Jeddah più favorevole alle caratteristiche della SF-25
Il Bahrain era una delle gare più difficili tra questi primi appuntamenti di campionato. Ora si arriva su una pista un po’ più semplice per diversi aspetti. Alla Rossa serve più grip sull’avantreno, altrimenti, nelle curve veloci, perderanno molta velocità minima all’apice, parametro decisivo per questa tipologia di curve. Le instabilità sofferte al posteriore, evidenziate dagli on-board nella zona dello Snake, non aiuteranno.
Ferrari si aspettava qualcosa di più dal nuovo fondo. Ma su una pista diversa, come ha detto Charles, dovremmo poter assistere a una maggiore effettività di questa macro componente. Anche con le altezze da terra, questo tracciato potrebbe andare incontro alla SF-25: un asfalto più liscio, setup sospensivi mediamente più rigidi e una maggior facilità nell’abbassare la vettura di quei pochi millimetri che mancano.
Per quanto concerne l’assetto al posteriore, Ferrari si presenta in Arabia Saudita con una leggera modifica all’ala posteriore. La specifica è sempre la stessa, non possiamo parlare di un vero e proprio aggiornamento. L’unica differenza riguarda il foil del DRS, che presenta una corda leggermente modificata nel tentativo di limitare la resistenza all’avanzamento con il sistema chiuso. Mossa specifica per questo tipo di circuito.
La Rossa ha studiato una particolare attivazione per l’Arabia Saudita
Il team di Maranello potrebbe trovare una pista meno complessa per gestire gli pneumatici a livello termico. Rispetto a Sakhir, dove le difficoltà di attivazione hanno fatto presenza, non riuscendo a gestire nella maniera più appropriata la finestra operativa della monoposto, sia in qualifica che in gara, a Jeddah questo problema non dovrebbe esserci. Quantitativo e modalità di energia sulle mescole sono completamente differenti.
Sappiamo che la storica scuderia italiana sta lavorando parecchio su questo tema. Sì, perché, esattamente come succedeva nella scorsa campagna agonistica, l’importanza di saper amministrare le coperture è cruciale, spesso più di un aggiornamento. Le wing car sono molto sensibili a questo parametro e, se McLaren riesce a estrapolare sempre ottima prestazione, in buona parte è proprio per la capacità di trattare le gomme.
Per questo, al simulatore, i piloti titolari hanno lavorato sulla warm-up strategy, estremamente importante su questa pista, anche tenendo conto dei lunghi rettilinei che tendono a “raffreddare” l’asse anteriore. Ferrari pensa di poter gestire al meglio questa situazione per Jeddah. Tra qualche ora, già nelle prime prove libere, capiremo la bontà dei provvedimenti deliberati in fabbrica su questo importante aspetto.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV