Gli Stati Uniti vogliono le terre rare dell’Ucraina che non ci sono
Lo scontro nello Studio Ovale tra il presidente americano Donald Trump ed il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, che ha avuto ripercussioni sugli equilibri geopolitici mondiali, ha riportato al centro del dibattito internazionale la questione delle terre rare. Le terre rare sono diventate una delle risorse più strategiche del nostro tempo, essenziali per la produzione di dispositivi tecnologici, veicoli elettrici, turbine eoliche e armamenti avanzati. La loro disponibilità è però estremamente concentrata, con la Cina che oggi domina il mercato controllando circa il 70% della produzione globale e possedendo il 34% delle riserve mondiali. È in questo contesto che l’Ucraina è diventata un punto di interesse per le grandi potenze. Il paese possiede vasti giacimenti di minerali strategici, tra cui titanio, litio e, secondo alcune fonti, anche terre rare. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso chiaramente la necessità di ridurre la dipendenza americana dalla Cina in questo settore, e l’Ucraina potrebbe rivelarsi un alleato chiave. Ma la questione è più complessa di quanto possa sembrare. Sebbene alcune stime indichino che l’Ucraina potrebbe possedere fino a 2,6 miliardi di tonnellate di riserve di terre rare, questa cifra è tutt’altro che certa e oggetto di dibattito. Inoltre, anche qualora il paese disponesse di un significativo potenziale minerario, ciò non basterebbe a renderlo un attore di rilievo nel mercato globale. Per raggiungere questo obiettivo sarebbero necessari ingenti investimenti in esplorazione, estrazione e, soprattutto, nella creazione di una filiera industriale adeguata. A complicare ulteriormente il quadro è il fatto che molte delle aree più ricche di risorse si trovano in zone oggi teatro di guerra o sotto il controllo russo. Ciò rende estremamente difficile non solo l’estrazione, ma anche la pianificazione di eventuali investimenti a lungo termine. Ma l’Ucraina possiede davvero giacimenti significativi di terre rare? Esperti come Gianclaudio Torlizzi, consulente del Ministero della Difesa italiano, ritengono di no. Ci sono terre rare in Ucraina? «L’unico elemento appartenente al gruppo delle terre rare presente in Ucraina è lo scandio, un’eccezione tra i 17elementi di questa categoria. Contrariamente a quanto spesso si sostiene, il Paese non possiede giacimenti significativi di terre rare nel senso stretto del termine. Mentre, è ricco di altri minerali strategici fondamentali per l’industria globale. Tra questi spicca il titanio, di cui l’Ucraina detiene circa il 6% delle riserve mondiali.» Questi minerali sono sfruttati?«L’Ucraina non sfrutta queste risorse e servono anni per avviare l’estrazione mineraria. A questo si aggiunge l’attività di raffinazione, che è ancora più complessa e costosa, poiché comporta inquinamento e un elevato consumo di acqua ed energia. Sarà interessante vedere, in futuro, dove verranno raffinate le piccole quantità di scandio e titanio che l’Ucraina riuscirà a estrarre, ma è un discorso da affrontare tra qualche anno.» L’Ucraina potrebbe sfruttare queste risorse per ripagare lo sforzo bellico americano? «L’effettiva capacità dell’Ucraina di fornire risorse è una questione complessa. Tra i minerali strategici più rilevanti spicca il titanio, essenziale per i settori aerospaziale e della difesa. Il Paese dispone inoltre di ingenti riserve di gas naturale, una risorsa chiave che, se adeguatamente sfruttata, potrebbe contribuire alla sicurezza energetica europea, riducendo la dipendenza dalle importazioni. Il carbone, pur destinato a perdere centralità nel lungo termine a causa della transizione energetica, resta un’importante risorsa economica. ed infine il minerale di ferro. In sintesi, si tratta di risorse con un valore di mercato significativo, che potrebbero consentire all’Ucraina di generare entrate utili per bilanciare, almeno in parte, il sostegno economico ricevuto dagli Stat iUniti.»Gas e carbone: in che quantità sono presenti?«L’Ucraina possiede riserve significative di gas naturale e carbone, che la rendono uno dei Paesi più ricchi di risorse energetiche in Europa. Secondo i dati del 2019, le riserve conosciute di gas naturale ammontavano a circa 1,09 trilioni di metri cubi, posizionando l’Ucraina al secondo posto in Europa dopo la Norvegia, che ne possiede 1,53 trilioni dimetri cubi. Questo dato evidenzia il potenziale del Paese come fornitore alternativo di gas per l’Europa, specialmente in un contesto di riduzione della dipendenza dalle forniture russe. Per quanto riguarda il carbone, l’Ucraina si colloca al 13ºposto mondiale per produzione e al 7º per riserve, con circa33,9 miliardi di tonnellate di carbone disponibile. Il problema principale è che molte di queste riserve si trovano nelle regioni orientali del Paese, attualmente interessate dal conflitto con la Russia o sotto il controllo russo sin dal 2014. Così anche se la guerra dovesse concludersi in futuro, la ricostruzione delle infrastrutture e la ripresa delle attività est


Lo scontro nello Studio Ovale tra il presidente americano Donald Trump ed il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, che ha avuto ripercussioni sugli equilibri geopolitici mondiali, ha riportato al centro del dibattito internazionale la questione delle terre rare. Le terre rare sono diventate una delle risorse più strategiche del nostro tempo, essenziali per la produzione di dispositivi tecnologici, veicoli elettrici, turbine eoliche e armamenti avanzati. La loro disponibilità è però estremamente concentrata, con la Cina che oggi domina il mercato controllando circa il 70% della produzione globale e possedendo il 34% delle riserve mondiali. È in questo contesto che l’Ucraina è diventata un punto di interesse per le grandi potenze. Il paese possiede vasti giacimenti di minerali strategici, tra cui titanio, litio e, secondo alcune fonti, anche terre rare. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso chiaramente la necessità di ridurre la dipendenza americana dalla Cina in questo settore, e l’Ucraina potrebbe rivelarsi un alleato chiave. Ma la questione è più complessa di quanto possa sembrare. Sebbene alcune stime indichino che l’Ucraina potrebbe possedere fino a 2,6 miliardi di tonnellate di riserve di terre rare, questa cifra è tutt’altro che certa e oggetto di dibattito. Inoltre, anche qualora il paese disponesse di un significativo potenziale minerario, ciò non basterebbe a renderlo un attore di rilievo nel mercato globale. Per raggiungere questo obiettivo sarebbero necessari ingenti investimenti in esplorazione, estrazione e, soprattutto, nella creazione di una filiera industriale adeguata. A complicare ulteriormente il quadro è il fatto che molte delle aree più ricche di risorse si trovano in zone oggi teatro di guerra o sotto il controllo russo. Ciò rende estremamente difficile non solo l’estrazione, ma anche la pianificazione di eventuali investimenti a lungo termine. Ma l’Ucraina possiede davvero giacimenti significativi di terre rare? Esperti come Gianclaudio Torlizzi, consulente del Ministero della Difesa italiano, ritengono di no.
Ci sono terre rare in Ucraina?
«L’unico elemento appartenente al gruppo delle terre rare presente in Ucraina è lo scandio, un’eccezione tra i 17elementi di questa categoria. Contrariamente a quanto spesso si sostiene, il Paese non possiede giacimenti significativi di terre rare nel senso stretto del termine. Mentre, è ricco di altri minerali strategici fondamentali per l’industria globale. Tra questi spicca il titanio, di cui l’Ucraina detiene circa il 6% delle riserve mondiali.»
Questi minerali sono sfruttati?
«L’Ucraina non sfrutta queste risorse e servono anni per avviare l’estrazione mineraria. A questo si aggiunge l’attività di raffinazione, che è ancora più complessa e costosa, poiché comporta inquinamento e un elevato consumo di acqua ed energia. Sarà interessante vedere, in futuro, dove verranno raffinate le piccole quantità di scandio e titanio che l’Ucraina riuscirà a estrarre, ma è un discorso da affrontare tra qualche anno.»
L’Ucraina potrebbe sfruttare queste risorse per ripagare lo sforzo bellico americano?
«L’effettiva capacità dell’Ucraina di fornire risorse è una questione complessa. Tra i minerali strategici più rilevanti spicca il titanio, essenziale per i settori aerospaziale e della difesa. Il Paese dispone inoltre di ingenti riserve di gas naturale, una risorsa chiave che, se adeguatamente sfruttata, potrebbe contribuire alla sicurezza energetica europea, riducendo la dipendenza dalle importazioni. Il carbone, pur destinato a perdere centralità nel lungo termine a causa della transizione energetica, resta un’importante risorsa economica. ed infine il minerale di ferro. In sintesi, si tratta di risorse con un valore di mercato significativo, che potrebbero consentire all’Ucraina di generare entrate utili per bilanciare, almeno in parte, il sostegno economico ricevuto dagli Stat iUniti.»
Gas e carbone: in che quantità sono presenti?
«L’Ucraina possiede riserve significative di gas naturale e carbone, che la rendono uno dei Paesi più ricchi di risorse energetiche in Europa. Secondo i dati del 2019, le riserve conosciute di gas naturale ammontavano a circa 1,09 trilioni di metri cubi, posizionando l’Ucraina al secondo posto in Europa dopo la Norvegia, che ne possiede 1,53 trilioni dimetri cubi. Questo dato evidenzia il potenziale del Paese come fornitore alternativo di gas per l’Europa, specialmente in un contesto di riduzione della dipendenza dalle forniture russe. Per quanto riguarda il carbone, l’Ucraina si colloca al 13ºposto mondiale per produzione e al 7º per riserve, con circa33,9 miliardi di tonnellate di carbone disponibile. Il problema principale è che molte di queste riserve si trovano nelle regioni orientali del Paese, attualmente interessate dal conflitto con la Russia o sotto il controllo russo sin dal 2014. Così anche se la guerra dovesse concludersi in futuro, la ricostruzione delle infrastrutture e la ripresa delle attività estrattive richiederebbero tempo e investimenti consistenti.»
Che cifra dovrebbe investire l’America per sfruttare le risorse minerarie dell’Ucraina?
«Determinare una cifra esatta è complesso, poiché dipende da diversi fattori, tra cui le risorse che verranno effettivamente estratte, il livello degli investimenti necessari per sviluppare l’industria mineraria e le infrastrutture di raffinazione, e le priorità che verranno stabilite dai governi e dagli investitori coinvolti. Al momento, le negoziazioni tra Stati Uniti e Ucraina si concentrano proprio sull’identificazione dei giacimenti più promettenti e sulla definizione di una strategia per sfruttarli in modo efficace. Si parla di investimenti potenzialmente miliardari, ma il ritorno economico e i tempi necessari per rendere operativi i progetti restano incerti. Inoltre, il contesto geopolitico.»
Quindi la Cina non ha nulla da temere?
«No, la Cina mantiene il dominio assoluto nella raffinazione delle terre rare, che è il vero punto critico della filiera produttiva. Anche se altri Paesi, inclusi gli Stati Uniti, cercassero di sviluppare l’estrazione di questi minerali, resterebbero comunque dipendenti da Pechino per la lavorazione e la trasformazione in materiali utilizzabili dall’industria tecnologica. Questo conferisce alla Cina un vantaggio strategico difficilmente scalfibile nel prossimo futuro. Anche qualora emergessero nuovi produttori di terre rare, questi dovrebbero affrontare il problema della raffinazione, un processo altamente costoso, inquinante e tecnologicamente avanzato, su cui la Cina ha un’esperienza e una capacità produttiva senza rivali.»
L’accordo tra Stati Uniti e Ucraina può influenzare le dinamiche con la Russia?
«No, almeno non in modo significativo. Le materie prime, comprese le terre rare e altri minerali strategici, hanno un prezzo di mercato globale, e la loro vendita genera profitti indipendentemente dai rapporti geopolitici. Anche se gli Stati Uniti cercassero di investire nell’estrazione di risorse ucraine per ridurre la loro dipendenza dalla Cina, ciò non cambierebbe radicalmente l’equilibrio di potere con la Russia.»
Perché è stata diffusa l’idea che l’Ucraina abbia un ruolo chiave nelle terre rare?
«L’idea che l’Ucraina possa essere un attore centrale nel settore delle terre rare è stata probabilmente amplificata da Kiev stessa, nel tentativo di attirare investitori occidentali e rafforzare l’interesse internazionale nei confronti del Paese. Questa narrazione è stata utile anche per ottenere maggiore sostegno economico e politico da parte degli alleati occidentali. Anche Donald Trump ha sfruttato l’argomento in chiave strategica e mediatica, sottolineando la necessità di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalla Cina in questo settore. Ma, secondo i dati dell’Istituto Geologico Americano, l’Ucraina non dispone di riserve significative di terre rare. Le sue vere risorse strategiche sono altre, ed il tema delle terre rare è stato quindi utilizzato in modo strumentale, generando una percezione che non corrisponde del tutto alla realtà dei fatti.»
Sono diverse le fonti che stimano che in Ucraina ci siano le terre rare…
«Sì, è vero, ma spesso si tratta di una semplificazione del problema. Molti articoli e fonti non specializzate tendono a confondere il concetto di “minerali strategici” con quello di “terre rare”. In realtà, l’Ucraina possiede alcuni elementi rari, come lo scandio, ma non ha giacimenti significativi di terre rare nel senso più ampio del termine. La presenza di altri minerali preziosi e industrialmente importanti ha portato a una narrazione fuorviante, in cui l’Ucraina viene descritta come un potenziale leader nel settore delle terre rare, quando in realtà il suo vero punto di forza risiede in altre risorse minerarie.»