Furti di rame dalle colonnine di ricarica: i primi arresti
Negli ultimi mesi, soprattutto a Roma e nel Lazio, si sono verificati circa 200 episodi di danneggiamento delle infrastrutture in corrente continua finalizzati alla sottrazione dei cavi di ricarica delle auto elettriche. Nei giorni scorsi la Polizia di Stato ha eseguito una serie di arresti e concluso con successo le prime operazioni volte a bloccare […] The post Furti di rame dalle colonnine di ricarica: i primi arresti first appeared on QualEnergia.it.

Negli ultimi mesi, soprattutto a Roma e nel Lazio, si sono verificati circa 200 episodi di danneggiamento delle infrastrutture in corrente continua finalizzati alla sottrazione dei cavi di ricarica delle auto elettriche.
Nei giorni scorsi la Polizia di Stato ha eseguito una serie di arresti e concluso con successo le prime operazioni volte a bloccare questo fenomeno.
Motus-E, in una nota, ha apprezzato i primi importanti risultati ottenuti dalle Forze dell’Ordine per fermare i furti di rame dalle colonnine di ricarica, quelle veloci tra 50 e 250 kW di potenza.
“La Pubblica sicurezza ha prontamente acceso un faro sulla vicenda e gli operatori della ricarica si sono messi a disposizione per fornire il massimo supporto attraverso una condivisione di informazioni estremamente proficua”, ha detto il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, sottolineando che “come associazione abbiamo immediatamente dato vita a una task force dedicata alla questione, per monitorare la situazione e diffondere le migliori best practice per la sicurezza delle infrastrutture, a partire dall’utilizzo a tappeto delle telecamere, anche con riconoscimento automatico della targa”.
“Sul tema è importante essere chiari: “per pochi euro di rame si fanno danni ingenti e chi commette questi reati rischia moltissimo, perché la fattispecie può prevedere diverse aggravanti, dal danneggiamento alla sottrazione di materiale da infrastrutture per l’erogazione di energia, che possono comportare pene fino a 10 anni di reclusione”.
In particolare, il codice penale prevede la punibilità con la reclusione da 3 a 8 anni, quando l’associazione a delinquere è diretta a commettere il furto o la ricettazione di rame, oltre ad una multa fino a 10.329 euro.
In genere un cavo di una colonnina in corrente continua contiene circa 7 kg di rame, distribuito in cinque corde con una sezione di 50 mm quadrati. Il rame trafugato può avere un valore di circa 9 euro al chilo.
Sulle oltre 2.000 infrastrutture di ricarica veloce presenti a Roma, i furti hanno interessato in particolare la zona sud-orientale della capitale e alcuni comuni limitrofi e hanno coinvolto le colonnine di tutti gli operatori. Furti che sono finora sembrati facili, visto che il cavo presente nella colonnina CC non è elettrificato quando non è collegato al veicolo.
Oltre alla videosorveglianza, con i costi relativi, si stanno studiando varie soluzioni per rendere l’infrastruttura meno vulnerabile ai furti. Uno dei sistemi pensati è quello di far fuoriuscire una carica di inchiostro dal dispositivo oggetto del taglio dei cavi per renderlo inutilizzabile, soluzione adottata anche per i bancomat.
Ma ci sono altre soluzioni tecniche e organizzative che si possono adottare, sia in fase di progettazione che come retrofit su impianti esistenti:
- Protezione fisica dei cavi: cavi blindati o corazzati (utilizzare cavi con guaina metallica o rinforzata per rendere difficile il taglio); interramento dei cavi (dove possibile, far passare i cavi sottoterra, fuori dalla vista e dalla portata diretta); canaline metalliche sigillate (proteggere i cavi in canaline saldate o con viti antimanomissione).
- Sistemi di sorveglianza e allarme: sensori anti-manomissione all’interno delle colonnine (vibrazione, apertura sportello, taglio cavo); telecamere di sorveglianza (con rilevamento movimento e notifiche in tempo reale); allarmi acustici e segnalazione remota al gestore in caso di tentativi di furto.
- Soluzioni tecnologiche: Tag RFID/NFC integrati nei cavi per rilevare la rimozione non autorizzata; sistema di controllo remoto (monitoraggio H24 dello stato della colonnina); blocco elettrico del connettore quando non in uso (come avviene su alcune colonnine DC di ultima generazione).
- Posizionamento strategico: installazione in luoghi sorvegliati o ben illuminati (centri commerciali, parcheggi custoditi); collaborazione con le forze dell’ordine locali per mappare le aree a rischio; punti di ricarica indoor, dove possibile.
- Monitoraggio e analisi dati: Log di accessi e utilizzi delle colonnine; rilevamento anomalie nel consumo o nella resistenza del circuito (può indicare cavi tagliati o manomessi).
Vedremo quale strategia o insieme di strategie sarà meglio applicabile per debellare questo triste fenomeno che umilia il nostro paese.The post Furti di rame dalle colonnine di ricarica: i primi arresti first appeared on QualEnergia.it.