Fund Manager Survey, una rotazione storica verso gli asset europei

Secondo l’ultimo sondaggio di BofA tra i gestori di fondi europei, il 39% degli intervistati sovrappesa le azioni del Vecchio continente, rispetto al 12% dello scorso mese. Si tratta del maggior sovrappeso dalla metà del 2021. L'articolo Fund Manager Survey, una rotazione storica verso gli asset europei proviene da FundsPeople Italia.

Mar 19, 2025 - 13:13
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Fund Manager Survey,  una rotazione storica verso gli asset europei

L’Europa si è affermata come la destinazione di investimento più attraente, registrando il più grande afflusso di capitali dagli Stati Uniti mai osservato finora. In un contesto globale caratterizzato dal rallentamento economico negli USA, dalla ripresa di politiche fiscali espansive in Europa e da crescenti tensioni geopolitiche, i gestori di fondi stanno riorientando in modo senza precedenti la loro allocazione degli asset. Bank of America ha descritto questa tendenza con un gioco di parole: "EU-rresistible", sottolineando l’appeal crescente del Vecchio Continente in un quadro macroeconomico globale incerto.

Secondo l’ultima edizione del Fund Manager Survey di Bank of America, il 39% dei gestori di fondi dichiara di essere ora sovrappesato sulle azioni europee, un netto aumento rispetto al 12% del mese precedente, segnando il livello più alto dal 2021. Al contrario, il 23% degli investitori ha ridotto l’esposizione all’azionario statunitense, la più alta sottoponderazione dal 2023. Si tratta della più forte rotazione dai mercati USA a quelli europei dal 1999, in un momento in cui gli Stati Uniti affrontano una fase di incertezza e un ripensamento del loro “eccezionalismo economico”.

"Stagflazione, guerra commerciale e il declino dell’eccezionalismo statunitense stanno guidando il forte cambiamento nel sentiment degli investitori. Tuttavia, nonostante la velocità della rotazione, nessuno scommette ancora su una recessione imminente o su un forte rialzo dei titoli obbligazionari, e il posizionamento dei gestori di fondi non ha ancora raggiunto livelli estremamente ribassisti", si legge nel report di Bank of America.

Fattori che stanno spingendo gli investitori verso l’Europa

Il rinnovato interesse per il mercato europeo è sostenuto da diversi fattori chiave. Il primo è rappresentato dalle politiche fiscali espansive della Germania e dall’aumento della spesa per la difesa da parte dell’Unione Europea, che hanno migliorato le prospettive di crescita del continente. Secondo l’indagine di BofA, il 60% dei gestori di fondi prevede un’espansione economica più forte in Europa nei prossimi 12 mesi, rispetto a solo il 9% registrato due mesi fa.

Anche le preferenze settoriali stanno cambiando: il 50% degli intervistati prevede una performance superiore dei titoli ciclici rispetto ai difensivi, un forte aumento rispetto al 28% del mese scorso. Inoltre, il 37% degli investitori ritiene che le small cap europee potrebbero sovraperformare le large cap, il dato più alto degli ultimi tre anni.

A livello settoriale, banche e assicurazioni restano i comparti più sovrappesati in Europa, seguiti dal settore industriale, in particolare dalle aziende legate alla difesa, che hanno registrato un forte miglioramento del posizionamento nei portafogli. Al contrario, i settori ciclici come commercio al dettaglio, media e automotive continuano a essere sottopesati. La Germania resta il mercato azionario europeo preferito, sostenuto dal suo ruolo centrale nelle nuove politiche di stimolo fiscale.

Il declino dell’eccezionalismo statunitense?

Mentre l’Europa brilla agli occhi degli investitori, gli Stati Uniti stanno perdendo slancio. Secondo il sondaggio di BofA, l’ottimismo che ha caratterizzato il mercato statunitense negli ultimi anni sta svanendo rapidamente. L’indagine evidenzia il secondo calo più forte della storia nelle aspettative di crescita globale, trainato principalmente dall’incertezza sul futuro economico degli USA. Parallelamente, si è registrata la maggiore uscita di capitali dall’azionario statunitense e il più grande incremento nell’allocazione di liquidità nei portafogli degli investitori da marzo 2020.

Questo spostamento riflette una strategia più prudente da parte dei gestori di fondi, in un momento caratterizzato da forte volatilità e incertezza. Tra i principali fattori che hanno alimentato il cambio di sentiment troviamo:

  • Crescente rischio di stagflazione, con un’economia che rallenta mentre l’inflazione resta elevata.
  • Tensioni commerciali globali, alimentate dai nuovi dazi annunciati da Donald Trump, che hanno riacceso i timori di una guerra commerciale.

Secondo l’indagine, il 69% dei gestori di fondi ritiene che l’era dell’eccezionalismo economico statunitense sia finita, segnalando che gli investitori non vedono più gli USA come il leader incontrastato della crescita globale.

Nonostante il crescente pessimismo sul mercato statunitense, il posizionamento degli investitori non è ancora estremamente ribassista. Un miglioramento del sentiment potrebbe verificarsi qualora i timori legati alla guerra commerciale e all’inflazione si attenuassero. Nel frattempo, gli investitori continuano a cercare rifugio nei settori difensivi e nei mercati con prospettive di crescita più solide, come l’Europa.

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