Fotovoltaico plug-in da balcone: crescita e sfide in Europa

Il fotovoltaico plug-in sta guadagnando terreno in Europa come soluzione accessibile a tutti per l’autoproduzione di elettricità verde, anche, o soprattutto, dove solitamente è più difficile installare un impianto solare, cioè negli edifici condominiali. Questi sistemi, composti solitamente da uno o due moduli fotovoltaici, con potenze complessive di circa 400-800 Wp, si collegano direttamente a […] The post Fotovoltaico plug-in da balcone: crescita e sfide in Europa first appeared on QualEnergia.it.

Mar 18, 2025 - 09:26
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Fotovoltaico plug-in da balcone: crescita e sfide in Europa

Il fotovoltaico plug-in sta guadagnando terreno in Europa come soluzione accessibile a tutti per l’autoproduzione di elettricità verde, anche, o soprattutto, dove solitamente è più difficile installare un impianto solare, cioè negli edifici condominiali.

Questi sistemi, composti solitamente da uno o due moduli fotovoltaici, con potenze complessive di circa 400-800 Wp, si collegano direttamente a una presa di corrente domestica dedicata, riducendo i costi di installazione e, per così dire, democratizzando l’accesso all’energia rinnovabile.

In alcuni paesi europei un sistema plug-in può coprire fino al 20-25% del fabbisogno elettrico annuale di una famiglia, con un tempo di ritorno dell’investimento tra 2 e 6 anni, a seconda del suo costo, delle dimensioni del sistema, dell’irraggiamento locale e dell’efficienza del sistema.

Di FV da balcone ne parla un recente rapporto di SolarPower Europe (Spe), la maggiore associazione europea di settore, che ha analizzato crescita, opportunità e sfide del segmento di mercato fotovoltaico plug-in in Europa (si veda anche: Fotovoltaico plug & play da balcone: un modulo alla volta contro il caro bolletta).

Risultati dello studio

Secondo il modello di SolarPower Europe, in un anno, un impianto da 800 Wp a Madrid, con inclinazione a 35° ed esposto a sud, produce circa 1.200 kWh di elettricità, cioè quasi un terzo del fabbisogno annuale di elettricità di una famiglia di due persone, di cui il 93% è destinato all’autoconsumo.

A Berlino, lo stesso impianto produrrà circa 900 kWh nell’arco dell’intero anno, pari al 20% del fabbisogno annuale di elettricità dello stesso tipo di famiglia, con un tasso di autoconsumo del 99%.

Considerando le perdite dovute all’orientamento verticale, all’ombreggiamento e ad altri fattori, si stima che questi sistemi perdano nella realtà il 30-60% della produzione fotovoltaica, poiché le condizioni ottimali descritte sopra si verificano raramente.

Questo si tradurrebbe in una produzione fotovoltaica reale tra i 400 e gli 800 kWh l’anno, capace di fornire il 10-20% del fabbisogno annuale della famiglia in Spagna e l’8-13% del fabbisogno della famiglia tedesca, ha rilevato Spe.

Forte diffusione in Germania, resto d’Europa più lento

Il mercato del fotovoltaico plug-in in Europa sta crescendo, sebbene sia difficile ottenere dati precisi, ha fatto notare Spe nel suo rapporto, consultabile dal link in fondo a questo articolo.

La Germania guida la diffusione con oltre 780mila sistemi plug-in registrati alla fine del 2024, e stime che suggeriscono fino a 4 milioni di sistemi effettivamente in uso, molti dei quali non registrati (Il fotovoltaico da balcone in forte crescita in Germania).

Nel grafico di SolarPower Europe, le “immatricolazioni” annuali di FV plug-in in Germania nel periodo 2020-2024.Da notare che in Germania, si sta diffondendo anche l’uso di batterie di accumulo di piccola taglia associate ai sistemi plug-in, con una crescita di ben 24 volte tra il 2023 e il 2024 per quelle inferiori a 2 kWh, passati da appena 1.000 sistemi a più di 30mila.

È interessante rilevare anche che in Germania, nonostante il riferimento comune a “sistemi da balcone”, solo il 29% dei sistemi plug-in è installato effettivamente sulle ringhiere o i parapetti dei balconi. Uno studio dell’HTW Berlin ha rilevato che il 44% viene posizionato su tetti inclinati, il 22% in giardini o terrazze e il 5% sulle facciate degli edifici.

Tale distribuzione dimostra la versatilità di questi impianti e il loro adattamento a diverse tipologie abitative, oltre che la flessibilità regolatoria presente in Germania per questi sistemi. Insieme alla Germania, altri paesi europei stanno adottando il fotovoltaico plug-in (Fotovoltaico domestico: no tetto? No problem! C’è sempre il balcone).

In Italia, il mercato è ancora in una fase embrionale. Si fa fatica a reperire dati affidabili e completi, poiché, come in Germania, non tutti registrano presso il loro distributore questi micro-sistemi. Sembra comunque che il numero di sistemi plug-in stia crescendo anche nel nostro Paese, grazie alla maggiore disponibilità nei negozi di “fai-da-te” e alle catene di distribuzione specializzate.

In Francia, la rete ENEDIS ha registrato circa 34 MW di sistemi sotto 1 kW alla fine del 2024. In Austria, il mercato annuale per il micro-FV varia tra i 10 e i 15 MW, con circa 20mila sistemi registrati ogni anno.

Pro e contro dei sistemi plug-in

Spe ha elencato una serie di pro e contro di cui consumatori e operatori devono essere consapevoli circa questi microsistemi fotovoltaici.

I vantaggi principali dei sistemi plug-in includono:

  • accessibilità economica e facilità di installazione;
  • possibilità di ridurre la dipendenza dalla rete elettrica;
  • maggiore accettazione sociale dell’energia solare grazie alla visibilità e semplicità d’uso.

Mentre, fra le criticità, Spe include:

  • potenziale limitato di autoconsumo a causa delle dimensioni ridotte;
  • concorrenza con sistemi solari tradizionali su tetti residenziali, dove potrebbero esser installati impianti FV più grandi;
  • necessità di regolamentazioni uniformi e standard di sicurezza chiari, per garantire la compatibilità con la rete, la visibilità per le autorità di regolamentazione nazionali e la sicurezza degli operatori di rete.

Fattori abilitanti e ostacoli per i sistemi plug-in

Per quanto riguarda i fattori che facilitano la diffusione del fotovoltaico plug-in, la maggiore associazione europea del settore ha indicato:

  • sviluppo di standard tecnici e normative chiare;
  • politiche di incentivo come sussidi e riduzioni fiscali;
  • maggiore disponibilità nei negozi di fai-da-te e nelle grandi catene di distribuzione.

Tra gli ostacoli menzionati da Spe vi sono:

  • divieti normativi in alcuni stati membri;
  • difficoltà di registrazione per molti utenti in alcuni paesi, ove sia richiesta l’approvazione da enti diversi, tra cui operatori di rete, autorità municipali e amministratori di condomini. questo crea colli di bottiglia burocratici che rallentano la diffusione della tecnologia​.

Costi e requisiti tecnici dei sistemi plug-in

Il costo di un impianto plug-in varia in base alla potenza e agli accessori inclusi, ha fatto notare Spe.

I kit da 400 Wp, completi di modulo, microinverter, cablaggi e staffe di montaggio, partono da circa 200-300 euro, mentre quelli più avanzati, con batterie di accumulo, che non ci risulta siano però venduti in Italia come kit, possono arrivare fino a 1.500 euro. La riduzione dei prezzi dei moduli ha reso questi sistemi sempre più accessibili, con tempi di ammortamento di pochi anni, come accennato.

I sistemi plug-in devono poi rispettare specifici requisiti tecnici per garantire sicurezza ed efficienza. In Germania, la norma stabilisce che la potenza massima dell’inverter sia limitata a 800 W in corrente alternata, mentre il limite sulla potenza dei moduli è di 960 Wp in corrente continua (DC), nonostante la legge federale consenta fino a 2.000 Wp DC. In Italia, il limite è di 800 Wp in corrente continua.

Gli impianti devono essere dotati di protezioni contro l’islanding, per evitare cioè che continuino a generare elettricità in caso di blackout, garantendo la sicurezza della rete e dei tecnici che vi operano.

Conclusioni

Il fotovoltaico plug-in è un’opportunità, come detto, per democratizzare l’accesso all’energia solare.

Per consentire un’adozione su larga scala, però, devono essere superati ostacoli normativi e burocratici, fra cui la mancanza di regolamentazioni armonizzata tra gli Stati membri, gli obblighi di installazione professionale in alcuni Paesi che aumentano i costi e processi burocratici complessi per l’approvazione da parte di condomìni e autorità locali in alcuni Paesi.

Con l’adozione di standard comuni, incentivi mirati e una semplificazione amministrativa, il fotovoltaico plug-in ha il potenziale di diventare un altro pilastro della transizione energetica europea, ha concluso SolarPower Europe.

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