Firenze si riprende il suo skyline. Via dopo vent’anni la gru degli Uffizi
L’annuncio di Simone Verde, direttore delle Gallerie: "Entro 50 giorni rimuoveremo il gigante d’acciaio". Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 180mila euro, arriverà il sostegno di una cordata di imprenditori.

Di vecchie cartoline ormai non ne esistono quasi più. Quasi tutte le foto social degli Uffizi di Firenze contemplano anche il gigante di ferro giallo. Dal Giappone al Texas la gru che da vent’anni distrugge lo skyline di Firenze è ormai di casa, come la scopa in bella vista nel salotto buono. Peccato si tratti del museo più famoso al mondo con i suoi tre milioni di visitatori che si aggirano tra Botticelli, Caravaggio e Michelangelo. L’annuncio che sarà smontata è quindi storico. "Finalmente ci siamo. Toglieremo la maledetta gru entro cinquanta giorni da oggi, grazie all’aiuto di una cordata di imprenditori locali che sosterranno i costi".
Simone Verde, che da febbraio 2024 guida le Gallerie, è stanco ma felice di poter restituire alla città un cielo immacolato. "Era un impegno preso appena arrivato, insieme alla riapertura del Vasariano", racconta a QN. Due sfide complicate, la prima portata già a termine, oltre ai riallestimenti delle sale, ai nuovi Appartamenti Reali e ai bandi per far rinascere i giardini di Boboli. Ma la gru era un’altra storia. Un pugno allo stomaco per i fiorentini, un fiume di polemiche, anche politiche, in campagna elettorale con annunci andati in fumo e un canale social, Gru of Florence, che si prende gioco dello scempio sopra Firenze.
"Le amministrazioni pubbliche che attirano milioni di visitatori – riflette – sono sotto la lente della stampa internazionale e rappresentano un simbolo di efficienza e dignità della nazione. Ne consegue che avere una gestione amministrativa e tecnica efficace sia un elemento fondamentale per l’immagine dell’Italia, per i cittadini e per tutti coloro che dall’estero guardano il nostro Paese". Ma non è stato semplice. "Un’operazione complessa. Abbiamo dovuto lavorare sodo per riorganizzare il cantiere, razionalizzando le fasi e concentrando la maggior parte degli approvvigionamenti nel periodo appena trascorso affinchè il materiale da portare nel cantiere con la gru fosse soltanto residuale. La gru verrà sostituita con un montacarichi finanziato con una sponsorizzazione collettiva di imprenditori ai quali va tutta la nostra riconoscenza. Il costo dell’operazione si aggira tra i 170 e i 180 mila euro. Lo smontaggio era gratuito ma i fondi di questa ’coalizione di volenterosi dell’arte’ servirà per finanziare il sistema alternativo di trasporto per il cantiere dei Nuovi Uffizi".
Quella del cantiere sembra una storia infinita che si è perduta nello scartoffie e nei cassetti di direttori e sovrintendenti che negli anni si sono succeduti alla guida degli Uffizi e della Soprintendenza. Perché inizialmente l’appalto era in capo alle Belle Arti e solo in seguito – il quarto stralcio – è passato sotto la regia delle Gallerie. Le opere per i Nuovi Uffizi partirono dopo la gara internazionale indetta nel 2004. Inizialmente erano tre le gru: una sui Georgofili (ormai smontata da tempo), una in piazza del Grano, meno invasiva perché più piccola e ancora funzionale al cantiere, e una nel piazzale degli Uffizi appunto. La gara fu vinta nel marzo del 2006, i lavori sarebbero dovuti durare 1650 giorni, meno di cinque anni. Invece di anni ne son trascorsi quasi il quadruplo e ancora non bastano. Ma siamo alle battute finali: il cantiere chiuderà nel giro di un anno e mezzo. Intanto però la gru viene finalmente giù.