Ferrari, Leclerc sfrutta i difetti della SF-25 a suo favore
Ferrari partirà in prima fila con Leclerc. Un’ottima notizia per la Rossa in F1, che potrà cercare di sfruttare questa importante occasione grazie alla doppia squalifica della Mercedes. Le qualifiche del Gran Premio del Bahrain hanno confermato l’ottimo stato di forma di Oscar Piastri, autore di una prestazione maiuscola che corona un weekend finora perfetto, […]

Ferrari partirà in prima fila con Leclerc. Un’ottima notizia per la Rossa in F1, che potrà cercare di sfruttare questa importante occasione grazie alla doppia squalifica della Mercedes. Le qualifiche del Gran Premio del Bahrain hanno confermato l’ottimo stato di forma di Oscar Piastri, autore di una prestazione maiuscola che corona un weekend finora perfetto, in piena continuità con quanto visto nelle ultime sessioni di prove libere.
Una SF-24 domata alla grande da Charles
Il giovane australiano si è dimostrato estremamente efficace nel mettere insieme il giro, sfruttando a pieno il potenziale di una McLaren bilanciata e precisa in ogni frangente del tracciato. Dall’altra parte, Leclerc ha portato la sua SF-25 in terza posizione, il massimo risultato realisticamente raggiungibile al momento. Il monegasco ha rifilato ben +0.598s al compagno di squadra.
Lo ha fatto confermando di aver trovato una chiave di lettura più efficace per estrarre performance da una monoposto complessa e, spesso, imprevedibile. Un segnale incoraggiante, se si guarda alle difficoltà affrontate nei primi tre appuntamenti stagionali. Come già evidenziato nell’analisi delle Fp2, la SF-25 si è mostrata sì sottosterzante ma in misura minor rispetto a Cina e Giappone.
Charles riesce a cucire meglio le traiettorie, andando a sfiorare i cordoli interni con maggior precisione. Tuttavia emerge un leggero sovrasterzo in alcune sezioni del tracciato, specie nelle fasi di rilascio e transizione. Parliamo di un fastidio che in piccola parte penalizza la prestazione, sebbene, in alcuni casi, lo stesso pilota monegasco è riuscito a sfruttare questa caratteristica a suo vantaggio.
La superiorità della McLaren con il bilanciamento
Dalla telemetria emerge subito un dettaglio cruciale nel primo settore: Leclerc perde parecchio terreno in uscita da curva 2, un punto dove serve una trazione eccellente per proiettarsi verso il rettilineo che porta alla 3. Qui la McLaren brilla: l’impostazione dei damper posteriori sembra più orientata a una compressione rapida, aiutando la vettura ad assestarsi in modo efficace e scaricare coppia in modo più progressivo.
La linea di velocità “papaya” cresce prima e più ripidamente rispetto a quella rossa, a dimostrazione di una trazione più efficace e di una miglior connessione meccanica con il posteriore. Alla fine della seconda zona DRS, in ingresso di curva 4, Leclerc perde un ulteriore decimo. Nonostante una velocità in percorrenza superiore (fino a +4 km/h), il monegasco esce troppo largo, dovendo ritardare l’apertura del gas.
È un punto su cui lui e il suo ingegnere hanno lavorato a lungo nel weekend di F1, cercando di massimizzare l’ingresso e la percorrenza, anche a costo di sacrificare leggermente la fase di uscita. Piastri, al contrario, adotta un approccio più conservativo in ingresso curva 4, lasciando l’acceleratore prima di Leclerc. Questo gli consente di avere un’uscita molto più pulita, lineare e immediata, con un’ottima risposta dello sterzo.
La sua traiettoria appare più composta, frutto di un bilanciamento ben centrato e di un’ottima fiducia nel retrotreno. Proseguendo il giro, nello snake (5-6-7) il delta pende ancora a favore di Piastri, che riesce a portare in ogni curva più velocità, fino a +5 km/h, ma soprattutto affronta questi cambi di direzione con una facilità disarmante. Il suo volante punta esattamente dove il pilota vuole andare.
Per questo vediamo una traiettoria pulita, senza alcun tipo di correzioni, potendo salire con regolarità su ogni cordolo interno. A dimostrare la difficoltà di Leclerc in questo punto è il lift che deve realizzare tra la 6 e la 7, maggiore di circa il 15% rispetto all’australiano, sintomo del fatto che in questa sezione del tracciato il monegasco non era completamente confident con la propria monoposto.
Le difficoltà di curva 1: Charles perde più di un decimo
Andando verso la parte finale del secondo settore, Charles inizia a recuperare qualcosa, anche in curve come la 10, dove nelle Fp2 perdeva parecchio in trazione. Ma è la 11 che resta un punto dolente: la MCL39 numero 81 continua a fare la differenza in questa parte del tracciato, regalando a Piastri un secondo settore pari a 38.574, circa un decimo e mezzo più rapido del ferrarista.
Una differenza che si concentra quasi tutta in quella curva. La McLaren rimane incollata all’asfalto, dimostrando un bilanciamento perfetto: nessuna correzione al volante, nessuna incertezza, solo una progressione lineare e composta. Piastri riesce ad aprire il gas decisamente prima, e con una stabilità che permette di uscire forte senza compromettere la traiettoria.
Leclerc, al contrario si ritrova con un posteriore troppo libero, con una rotazione persino eccessiva che, se da un lato aiuta l’inserimento, dall’altro complica la fase di riapertura del gas. La situazione si ripete alla 13, dove il colore papaya domina i micro-settori. La Ferrari SF-25, pur non avendo un comportamento drammatico, mostra più correzioni, segno di una finestra di funzionamento meno stabile rispetto alla McLaren.
Nell’ultima fase del tracciato, ancora una volta, la vettura inglese sembra avere più gomma da sfruttare, riuscendo a massimizzare il grip anche nei tratti finali del giro, dove le condizioni degli pneumatici iniziano a decadere. Questo indica una gestione termica migliore e un carico più omogeneo tra anteriore e posteriore, che consente a Piastri di spingere fino all’ultimo metro.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Marco Iurlandino
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv