Ferrari, le altezze da terra non saranno un problema per la SF-25

Il dubbio c’è: Ferrari è quello che abbiamo visto in F1, oppure si tratta solamente dei cosiddetti problemi di gioventù? Leo Turrini, ospite alla puntata numero 6 di Spit Stop, il podcast “pop” di Formula Uno Analisi tecnica, ha disquisito in lungo e in largo sulla rendimento inteso della Rossa. Il mistero che avvolge questo […]

Mar 18, 2025 - 12:04
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Ferrari, le altezze da terra non saranno un problema per la SF-25

Il dubbio c’è: Ferrari è quello che abbiamo visto in F1, oppure si tratta solamente dei cosiddetti problemi di gioventù? Leo Turrini, ospite alla puntata numero 6 di Spit Stop, il podcast “pop” di Formula Uno Analisi tecnica, ha disquisito in lungo e in largo sulla rendimento inteso della Rossa. Il mistero che avvolge questo primo appuntamento iridato della Formula Uno targata 2025 non è di facile interpretazione. Per fortuna arriva la Cina. Infatti, tra poco meno di tre giorni si torna già in pista.

L’approccio lacunoso

Problemi di assetto che hanno drammaticamente distrutto la prestazione della SF-25 a Melbourne? Turrini si augura di sì, perché trovare una spiegazione differente, tipo “la macchina al momento è questa e di più non ce n’è”, in attesa di sviluppi che posso correggere un progetto sbagliato, sarebbe una batosta che i tifosi del Cavallino Rampante non sono pronti a sopportare. Specie dopo i bagni di folla di Fiorano e le conseguenti promesse sugli obiettivi iridati lanciate dai protagonisti.

In Cina c’è la Sprint Race. Questo non significa che non si possa capire di più sulla vettura italiana. Tuttavia, il tempo limitato, con una sola prova libera nell’arco del weekend di gara, di certo non aiuterà la squadra di Maranello ad accelerare il percorso relativo alla curva di apprendimento sulla monoposto che ancora c’è da percorrere. Aspettiamo Suzuka? In Giappone sarà più semplice avere un quadro generale della situazione, in considerazione che la pista nipponica è probante per testare le caratteristiche di una monoposto.

Ferrari F1
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-24 nel weekend australiano

È un po’ questo il target del team. La scelta del pull-rod all’avantreno nasce dalla necessità di aprire nuove strade progettuali. E ci sembra una notizia fantastica, in quanto la voglia di sorprendere gli avversari c’è. Tuttavia, con il senno di poi sotto braccio, era necessario presentarsi ai nastri di partenza del mondiale con una certa cognizione di causa, per aver modo di ben figurare e non gettare alle ortiche le prime gare cercando di capire l’auto. E invece, dopo un lungo inverno, l’impatto con la realtà è stato devastante per il momento.

F1, la correlazione funziona

La speranza resta alta, perché si fa davvero fatica a credere a una Ferrari così brutta, soprattutto tenendo a mente le parole di Loic Serra della scorsa settimana: alta correlazione tra pista e simulatore. Pensare che il direttore tecnico della Rossa ci abbia percolato non ha senso alcuno. Non servirebbe a nulla. Confidiamo pertanto che la presenza di determinati problemi abbiano stroncato la performance della SF-25, nella piscina di Albert Park, imbruttendo un vettura che brutta non è.

Il francese aveva giustamente specificato che, messa da parte Melbourne, dove la gestione delle gomme avrebbe mostrato un impatto significativo sul rendimento, si sarebbero potute tirare le prime somme, utili per collocare le prestazioni della Rossa nella griglia, anche in base al rendimento degli avversari. Evidentemente, così non è stato. L’ex Mercedes aveva pure sottolineato l’importanza di concentrarsi su loro stessi, per dare il meglio nel primo round della Formula Uno 2025.

Ferrari F1
Frederic Vasseur e Loic Serra, rispettivamente team principal e direttore sportivo della Rossa

Tramite alcune informazioni raccolte dalla nostra redazione sappiamo che, già domenica notte, dopo la gara di F1, il simulatore era in funzione per esaminare gli equilibri della monoposto e certificare i problemi sofferti in Australia. Una delle ipotesi riguarda la necessità di alzare la vettura per non consumare il plank. Sebbene nessuno in Ferrari ne abbia fatto parola, non escludiamo questa dinamica a priori. Tuttavia vale la pena spendere due parole e approfondire l’argomento.

Ferrari, la gestione delle altezze da terra

Il problema relativo alla possibile modifica sulla ride height potrebbe essere più grande della semplice gestione di bump e avvallamenti che consumano il plank. Dando per buono il cambio sulle altezze da terra, di certo non avvenuto per il fantomatico set-up estremo da bagnato, in automatico non significa che ciò avverrà in altre piste, dove le asperità del piano di riferimento potrebbero nuovamente farsi sentire. Per usare le altezze consone si studiano le regolazioni prima del fine settimana, pista per pista, lavorando al simulatore.

Proprio per questo non è detto che uno dei provvedimenti più rapidi per risolvere un problema di ride height riguardi l’aggiornamento al fondo. Tramite gli sviluppi su questa importante macro componente, conferire il giusto quantitativo di carico utile pur alzando leggermente la vettura è davvero complicato. Senza contare le lunghe tempistiche necessarie alle modifiche e il rischio di generare una perdita di efficienza aerodinamica. L’ipotetico problema è comunque risolvibile.

Ferrari F1
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) in azione con la SF-25 nel GP d’Australia 2025

Ferrari deve studiare per essere in grado di utilizzare le altezze da terra previste da progetto e di conseguenza stabilizzare la piattaforma aerodinamica della monoposto. Tra le altre cose non possiamo nemmeno escludere che l’origine dei guai sofferti possano essere di tipo sospensivo. Se questo fosse il caso, in automatico non volgiamo dire che il nuovo schema pull-rod all’avantreno dell’auto sia una mossa sbagliata a prescindere.

Al contrario vorrebbe dire che il gruppo di lavoro che si dedica alla dinamica del veicolo non è ancora riuscito a gestire al meglio la parte meccanica della vettura che, come sappiamo, all’interno dell’attuale corpo normativo, ricopre un ruolo cruciale in merito all’interazione con l’aerodinamica dell’auto. Nel mentre attendiamo la Cina, dove un primo feedback importante da questo punto di vista può arrivare. Utile per capire il motivo scatenante che ha reso parecchio debole la performance della Ferrari a Melbourne.

Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  

Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV