Fermato per stupro appena esce dal carcere, scarcerato e rimpatriato
Padova, disposto divieto di avvicinamento. Poi l’uomo è stato espulso. Il kosovaro era uscito dalla prigione solo venerdì scorso dopo aver scontato 10 mesi. Martedì mattina il nuovo arresto

Padova, 16 aprile 2025 – Scarcerato e rimpatriato: è durata poche ore la detenzione del kosovaro di 36 anni accusato di avere violentato una donna di origine albanese di 37. Arrestato martedì mattina, oggi è stato rimesso in libertà dalla Giudice per le indagini preliminari, dottoressa Beatrice Alcaro, che nell’interrogatorio di garanzia dell’uomo – assistito dall’avvocatessa Alessandra Nada - ha riscontrato più di un elemento divergente rispetto alla denuncia (“era consenziente”) e alla possibilità che si trattasse di uno stupro su commissione; ha così confermato il fermo disponendo però la scarcerazione con i divieti di dimora in provincia e di avvicinamento alla vittima.
A questo punto il questore di Padova, Marco Odorisio, ha deciso il rimpatrio dell’uomo nel Paese d’origine, ottenendo il beneplacito del ministero dell’Interno: il kosovaro, pluri pregiudicato, viveva da 12 anni sui colli Euganei come irregolare. L’uomo è così passato direttamente dal carcere al Cpr di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, dov’è stato portato dagli uomini dell’Ufficio immigrazione per essere espulso.
La donna aveva denunciato di essere stata stuprata sabato dopo che l’uomo con una telefonata aveva chiesto di incontrarla perché in possesso di importanti notizie di suo figlio adolescente. Da qui l’ipotesi degli inquirenti che ci fosse qualcuno che volesse vendicarsi di lei scegliendo una persona senza scrupoli. Incontrata per strada, e minacciata, sarebbe stata costretta a due ore di violenza nell’appartamento dove l’uomo, per lei sconosciuto, era domiciliato. Riuscita a liberarsi aveva chiamato la polizia. All’ospedale la visita ginecologica aveva confermato le lesioni compatibili con la violenza sessuale. Davanti alla gip, invece, il kosovaro – che era uscito dalla prigione dei Due Palazzi solo venerdì dopo avere scontato 10 mesi per reati contro il patrimonio – ha raccontato in un’ora di interrogatorio di avere incontrato casualmente la donna a una fermata del bus già venerdì sera, di avere iniziato una conversazione e di essersi scambiati i numeri di telefono. Avrebbero passeggiato per la città "entrando in simpatia” e dandosi appuntamento per il giorno seguente. Sulla passeggiata ci sarebbe un riscontro dalle telecamere di vigilanza. Sabato avrebbero voluto recarsi a casa di un’amica dell’uomo, che però non avrebbe prestato loro una stanza e così sarebbero andati dove l’albanese viveva prima dell’arresto e di cui conservava le chiavi. Secondo il kosovaro avrebbero avuto un rapporto consenziente ma breve perché la donna dopo non più di un quarto d’ora, e dopo avere ricevuto una telefonata dal figlio, “si sarebbe irritata e se n’è andata minacciando di denunciarlo”, cosa avvenuta. Due versioni completamente distanti fra loro; la denuncia e i risultati della visita in ospedale avevano convinto gli inquirenti sulla veridicità delle parole della donna e che quel rapporto fosse stato violento. E così gli agenti della questura patavina avevano arrestato l’uomo facendo irruzione nello stesso appartamento segnalato dalla donna. Adesso lui è in viaggio per il Kosovo.