Femminicidio Messina, Arianna Gentili del 1522: “Lo stalker è ambiguo, reagire non è facile”

La responsabile del numero anti violenza per Differenza donna: “Chiamateci, il servizio garantisce il totale anonimato. Le ragazze pensano che il violento sia malato invece lui non è violento sempre. E questo produce confusione, impedisce di capire subito il pericolo”

Apr 2, 2025 - 04:41
 0
Femminicidio Messina, Arianna Gentili del 1522: “Lo stalker è ambiguo, reagire non è facile”

Roma, 2 aprile 2025 – Sara Campanella definiva “malato” nei messaggi alle amiche quello che poi è diventato il suo assassino, che la perseguitava. Non lo aveva mai denunciato.

“Tante ragazze fanno fatica a comprendere la gravità dei comportamenti violenti. Perché lo stalker è molto ambiguo”, è la premessa di Arianna Gentili, responsabile nazionale del 1522 per Differenza donna, oggi vuol dire 200 contatti al giorno.

Non è malattia?

“Ci sono dinamiche per cui la vittima semplifica, pensando a una patologia. Invece l’uomo violento non è violento sempre, se fosse così tutte avremmo modo di allontanarci subito. Lo stalker è molto ambiguo ed è questo che crea confusione. Un giorno ci segue, poi sparisce, in un messaggio è gentile, in quello dopo aggressivo. Proprio perché non è malato, ha aspetti che ci possono piacere”.

Cosa vi raccontano le donne?

“Tante che si rivolgono al 1522 ci dicono esattamente questo, “credo che il mio compagno sia bipolare“. Ma se quell’uomo fosse malato non saprebbe scegliere su chi scaricare la violenza”.

Qual è la reazione della vittima?

“Non comprende subito quel che sta accadendo. Culturalmente abbiamo l’abitudine romantica di pensare alla gelosia. Il ragionamento: è stato rifiutato, sta soffrendo, ma adesso gli passa. L’aspettativa di chi subisce reati persecutori è che il persecutore a un certo punto si stanchi. Prima o poi smetterà, ci dicono le donne”.

Invece no.

“Più si ha la percezione di perdere il controllo e più gli atteggiamenti da stalker aumentano. Mentre la vittima si sente quasi in colpa. Ci raccontano: “ho paura di lui, ma è pericoloso davvero? Fisicamente non mi ha mai fatto nulla“. Alla fine ci si sente anche in colpa”.

Lorena Quaranta è stata uccisa nello stesso giorno di Sara, 5 anni prima, dal fidanzato infermiere che dimostrava un complesso d’inferiorità. Quante volte è la molla dei femminicidi?

“Parlerei piuttosto di non accettazione dell’indipendenza della propria compagna, è la solita affermazione di potere. Si dovrebbe essere felici per i successi dell’altro, che invece sono vissuti come una limitazione”.

Qual è il messaggio da dare?

“Consiglio a tutte le ragazze di rivolgersi ai centri antiviolenza perché comprendo che non tutte se la sentono di fare denuncia. Chiamate il 1522 per sapere quale è quello più vicino. Sono gratuiti, su tutto il territorio nazionale, garantiscono l’anonimato. Servono anche a comprendere i nostri diritti e gli strumenti da usare per allontanarci da una situazione rischiosa. Non ci viene imposto nulla”.

Quante chiamate ricevete?

"Gestiamo il telefono antiviolenza dal 2020, all’inizio erano 32mila all’anno, nel 2024 siamo arrivati a superare le 60mila, oggi gestiamo in media 200 contatti al giorno. E sono davvero tante le chiamate di ragazze che subiscono comportamenti persecutori. Oggi, con le nuove tecnologie si fa più fatica”.

Cosa vuol dire?

"Gli atti di stalkeraggio sono più facili. Basta pensare a come possiamo controllare una persona su WhatsApp, poi ci sono applicazioni per geolocalizzare, lei dice di essere dal medico e lui pretende la foto, come prova. Alla fine, il controllo ossessivo è amplificato da questi mezzi”.