Fake news sui dazi, la Casa Bianca smentisce lo stop: “Nessuna sospensione di 90 giorni”

Un’onda di confusione, rivelatesi poi fake news, ha attraversato gli Stati Uniti, dopo le dichiarazioni rilasciate da Kevin Hassett, consigliere economico del presidente Donald Trump, circa una possibile sospensione temporanea dei dazi. I principali media statunitensi avevano riportato che la Casa Bianca stesse valutando un congelamento di 90 giorni sulle tariffe commerciali, eccezion fatta per […] L'articolo Fake news sui dazi, la Casa Bianca smentisce lo stop: “Nessuna sospensione di 90 giorni” proviene da Economy Magazine.

Apr 8, 2025 - 06:00
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Fake news sui dazi, la Casa Bianca smentisce lo stop: “Nessuna sospensione di 90 giorni”

Un’onda di confusione, rivelatesi poi fake news, ha attraversato gli Stati Uniti, dopo le dichiarazioni rilasciate da Kevin Hassett, consigliere economico del presidente Donald Trump, circa una possibile sospensione temporanea dei dazi. I principali media statunitensi avevano riportato che la Casa Bianca stesse valutando un congelamento di 90 giorni sulle tariffe commerciali, eccezion fatta per la Cina. Tuttavia, poche ore dopo, è arrivata la secca smentita dalla Casa Bianca sulla sospensione.

La portavoce Karoline Leavitt, intervenendo alla CNBC, ha bollato la notizia sui dazi come “fake news”, chiarendo che non c’è nessun piano di moratoria sui dazi. L’origine dell’equivoco risale a un’intervista concessa da Hassett a Fox News. Alla domanda se Trump stesse effettivamente prendendo in considerazione la proposta avanzata dal finanziere Bill Ackman – che su X aveva invocato una sospensione di 90 giorni delle tariffe – il consigliere ha risposto con un “Sì”, interpretato come conferma ma rivelatosi più un’esitazione.

Proseguendo, Hassett ha mantenuto un tono ambiguo: “Credo che il presidente prenderà la decisione che riterrà opportuna”, ha detto. Ha poi minimizzato l’impatto economico potenziale dei dazi, affermando che, anche nel caso in cui si manifestassero effetti negativi sul commercio, questi influirebbero su una porzione ridotta del Prodotto Interno Lordo.

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Come ha calcolato Trump i dazi: il caso della Cina

 Il metodo scelto dal presidente degli Stati Uniti per determinare i dazi reciproci è stato oggetto di numerose critiche da parte degli economisti. Trump, secondo alcuni esperti, avrebbe deciso di calcolare i dazi dividendo il deficit commerciale degli Stati Uniti con un determinato Paese per il valore delle merci che quel Paese esporta negli Stati Uniti. Dopo aver ottenuto il rapporto, lo ha dimezzato per determinare la tariffa da applicare.Questo approccio, secondo molti esperti, non tiene conto di tutte le variabili economiche che influenzano il commercio internazionale.

Ad esempio, nel caso della Cina, il deficit commerciale degli Stati Uniti era di 291,9 miliardi di dollari e le importazioni cinesi erano pari a 433,8 miliardi di dollari. Il calcolo dava un rapporto del 67%, che, dimezzato, portava a una tariffa del 34%. Un calcolo simile è stato applicato anche all’Indonesia, dove il deficit commerciale era di 17,9 miliardi di dollari e le importazioni cinesi ammontavano a 28 miliardi. In questo caso, il rapporto calcolato era del 64%, corrispondente a un dazio del 32%. Questo metodo, seppur semplice, ha suscitato preoccupazioni per la sua mancanza di approfondimento sulle reali dinamiche commerciali tra i Paesi.

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