F1 | Perché le qualifiche del Giappone ci dicono che Red Bull non ha sbagliato nello scambio Lawson – Tsunoda

Tsunoda ha concluso le qualifiche del Giappone dietro Lawson, ma non si tratta di un fallimento per Red Bull. Ecco cosa c’è da prendere Tsunoda pareva aver iniziato con la marcia giusta questo primo weekend in Giappone con Red Bull. Ma alla fine i risultati ... Leggi tutto L'articolo F1 | Perché le qualifiche del Giappone ci dicono che Red Bull non ha sbagliato nello scambio Lawson – Tsunoda proviene da F1ingenerale.

Apr 5, 2025 - 17:55
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F1 | Perché le qualifiche del Giappone ci dicono che Red Bull non ha sbagliato nello scambio Lawson – Tsunoda

Tsunoda ha concluso le qualifiche del Giappone dietro Lawson, ma non si tratta di un fallimento per Red Bull. Ecco cosa c’è da prendere

Tsunoda pareva aver iniziato con la marcia giusta questo primo weekend in Giappone con Red Bull. Ma alla fine i risultati non hanno pagato: il pilota di casa non solo non si è qualificato per il Q3, ma soprattutto dietro Lawson, declassato in Racing Bulls.

Red Bull Giappone
Yuki Tsunoda durante il weekend del Giappone (crediti: Mark Sutton/Motorsport Images)

Il giapponese aveva iniziato carico questa sua avventura nel team madre, tanto da dichiarare che al simulatore la vettura “non mi sembrava così difficile da guidare”. Parole ridimensionate quando ha avuto il primo confronto diretto con la pista.

Il classe 2000 era comunque riuscito a restare vicino a Verstappen nelle prove libere e anche nel Q1. Poi, quando è arrivato il momento di spingere di più, Tsunoda non è stato all’altezza è ha chiuso in P15 la Q2, proprio alle spalle di Liam Lawson.

Il risultato in qualifica e il fatto che si trovi alle spalle del neozelandese fanno pensare a un fallimento della strategia Red Bull, ma potrebbe non essere vero. Intanto partiamo dal fatto più tangibile: Tsunoda ha già fatto meglio di Lawson nelle precedenti due sessioni (tre se si considera la qualfica Sprint).

Poi il giapponese sbaglia la partenza del suo ultimo giro lanciato, uscendo dalla chicane finale con una Red Bull instabile che gli ha fatto perdere performance su tutto il giro.

“Nel Q1 mi sentivo abbastanza bene, credo di aver appena mancato la finestra”, ha spiegato Tsunoda nelle interviste post qualifica.Penso che la finestra in cui questa macchina può operare sia molto stretta, la maggior parte delle cose deve essere quasi perfetta, specialmente il riscaldamento delle gomme”.

“E, soprattutto nel secondo giro del Q2, non sono riuscito a fare il riscaldamento che volevo, quindi alla fine fa una grande differenza. In un certo senso me ne sono accorto, ma era un po’ troppo tardi e non sono riuscito a mettere tutto insieme quando serviva”, ha aggiunto.

Cosa distingue Tsunoda e Lawson

Pur non entrando in Q3, il giapponese non può vedere questo suo primo approccio alla vettura “firmata Verstappen” un fallimento. Come lui stesso ha dichiarato, anche Tsunoda ha poi trovato delle difficoltà nel governare la vettura. Ma la situazione è diversa rispetto a quella di Lawson.

Matteo Bobbi ha spiegato bene questo punto, dicendo che il neozelandese non trovava fiducia nella macchina, il che lo rendeva fondamentalmente lento. Tsunoda, invece, non avverte le stesse difficoltà il che, al contrario, lo porta a spingere ed eventualmente a sbagliare come è successo in Giappone. Ma questo approccio, alla fine, dovrebbe garantire più punti alla Red Bull.

“Questa macchina è al limite con il posteriore ma almeno per ora mi sento abbastanza bene con la stabilità”, ha detto Tsunoda confermando quelle che sono le criticità della vettura. “Direi che in termini di slittamento posteriore, lo sento. Però, allo stesso tempo, questo tipo di direzione è l’assetto che devo guidare per avere buone prestazioni in macchina”.

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Crediti immagine di copertina: Getty images

 

 

 

 

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