F-35, la Germania silura l’americana Lockheed e abbraccia la francese Dassault?
Che cosa si dice e che cosa si scrive in Germania su F-35, difesa europea e non solo.

Che cosa si dice e che cosa si scrive in Germania su F-35, difesa europea e non solo
In Germania crescono i dubbi sull’acquisto degli F-35 dagli Stati Uniti, un tema che assume una valenza non solo militare, ma anche profondamente politica ed economica. Il recente atteggiamento di Donald Trump nei confronti dell’Europa e della Nato, con la brusca interruzione del sostegno militare all’Ucraina, ha alimentato le perplessità di Berlino sulla dipendenza tecnologica e strategica da Washington. Questo scenario potrebbe riaprire il dibattito su alternative europee, come il Rafale di Dassault o una maggiore valorizzazione dell’Eurofighter.
Éric Trappier, amministratore delegato di Dassault Aviation, si sente rafforzato nelle sue posizioni da queste incertezze tedesche. “Sono lieto che la Germania voglia investire massicciamente nella difesa”, ha dichiarato all’Handelsblatt, sottolineando che una svolta epocale si concretizzerebbe solo con l’annullamento dell’ordine degli F-35 da parte del futuro cancelliere Friedrich Merz. Un simile segnale sarebbe interpretato come un passo decisivo verso una maggiore autonomia industriale e strategica europea, sostiene Trappier.
Il nodo centrale è proprio questo: fino a che punto l’Europa vuole e può emanciparsi dalla dipendenza dagli Stati Uniti in ambito militare? La scelta dell’F-35 era stata giustificata da Berlino con la necessità di garantire la propria partecipazione al programma di deterrenza nucleare della Nato, dato che il caccia americano è attualmente l’unico certificato per il trasporto di armamenti atomici nell’arsenale dell’Alleanza. Tuttavia, la recente decisione di Trump di ridimensionare l’impegno americano ha generato timori sul futuro della manutenzione, degli aggiornamenti software e della catena di approvvigionamento per questi velivoli. Se Washington decidesse di imporre restrizioni o ritardi nelle forniture, osservano gli esperti, la Bundeswehr potrebbe trovarsi in difficoltà operative.
Parallelamente, la Francia ha sempre perseguito un’idea di autonomia strategica nel settore della difesa aerea, puntando su programmi nazionali come il Rafale. Questo caccia – scrive sempre l’Handelsblatt – pur non essendo di quinta generazione come l’F-35, si è dimostrato competitivo grazie alla sua versatilità, alla lunga autonomia e alla capacità di integrarsi efficacemente nelle operazioni congiunte con forze alleate, comprese quelle statunitensi. Dassault ha ottenuto importanti successi commerciali, con ordini miliardari dagli Emirati Arabi Uniti, dall’Indonesia e dalla Serbia, consolidando il Rafale come uno dei principali concorrenti occidentali nel mercato degli aerei da combattimento.
L’industria bellica francese è in espansione: nel 2024 Dassault ha registrato un profitto record superiore al miliardo di euro, con un portafoglio ordini di 43,2 miliardi, in gran parte attribuibili al Rafale. Il nuovo standard F5, previsto per il prossimo decennio, promette capacità avanzate, inclusa l’integrazione con droni da combattimento e il trasporto di missili ipersonici, caratteristiche che potrebbero renderlo un’opzione più allettante per chi desidera ridurre la dipendenza dagli Usa.
Ma nonostante il movimentismo di Merz faccia immaginare un rafforzamento del legame con la Francia proprio nell’ottica di una maggiore autonomia europea nelle politiche di difesa, una revisione dell’accordo tedesco per gli F-35 appare difficile. Berlino ha già investito somme considerevoli nel programma e la consegna dei primi esemplari è attesa per il 2027. Inoltre, anche se Dassault sta aumentando il ritmo produttivo, raggiungendo la capacità di quattro o cinque caccia al mese, eventuali nuovi contratti implicherebbero ugualmente tempi di attesa significativi.
L’industria europea della difesa si trova comunque di fronte a un bivio: rafforzare la cooperazione continentale per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti o continuare ad affidarsi alle tecnologie americane? Non solo in Germania il dibattito è aperto, ma Berlino, anche forte del ricco piatto che sarà messo a disposizione dal futuro governo per il riarmo, potrebbe con le sue scelte influenzare in modo decisivo il futuro della difesa europea, determinando gli equilibri geopolitici e anche le dinamiche industriali del settore aerospaziale del continente.