Esami istologici in ritardo, la paziente che ha fatto partire lo scandalo: “Annichilita dal rimpallo di responsabilità”
“Questo rimpallo di responsabilità è gravissimo. Se non si riconosce l’errore, come si può cambiare?”. Parola di Maria Cristina Gallo, la donna di Mazara del Vallo che per prima ha denunciato alla procura di Marsala lo scandalo degli esami istologici in ritardo all’Asp di Trapani. Insegnante di 56 anni, ha dovuto aspettare otto mesi prima […] L'articolo Esami istologici in ritardo, la paziente che ha fatto partire lo scandalo: “Annichilita dal rimpallo di responsabilità” proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Questo rimpallo di responsabilità è gravissimo. Se non si riconosce l’errore, come si può cambiare?”. Parola di Maria Cristina Gallo, la donna di Mazara del Vallo che per prima ha denunciato alla procura di Marsala lo scandalo degli esami istologici in ritardo all’Asp di Trapani. Insegnante di 56 anni, ha dovuto aspettare otto mesi prima di avere il suo referto: il suo cancro si è già trasformato in metastasi. E proprio da questa denuncia è partito il caso che ha travolto i vertici della sanità siciliana, impegnati, ormai da settimane, in una lotta a colpi di delibere, note e relazioni, su chi abbia la responsabilità dei gravissimi ritardi. Una storia, quella di Gallo, poi rivelatasi simile a quella di molti altri pazienti. Operata a dicembre del 2023 per un semplice fibroma, la donna non pensava di doversi preoccupare: “Mi era stato detto di stare tranquilla ma sono molto scrupolosa e lo stesso ho chiesto più volte l’esito dell’esame sul fibroma, addirittura con quattro mail inviate dall’avvocato”.
Ma non ha ricevuto alcuna risposta?
“Mi dicevano di stare tranquilla che avrebbero chiamato loro, che questi erano i tempi”.
E invece?
“Invece ad agosto avevo un forte mal di pancia, ho fatto quindi un’ecografia ed è scoppiata la bomba”.
Cioè il tumore: come sta adesso?
“Al quarto stadio con metastasi. Da settembre ho cominciato la chemio, stavolta a Milano”.
Non si fida più della sanità siciliana?
“Mi ero fidata, sono stata operata a Mazara del Vallo, il referto era stato inviato a Castelvetrano ed ero serena. Ero comunque in ansia ma tutto sommato pensavo che ci fossero altre urgenze, che altri fossero più gravi, che il mio fosse solo un fibroma, come mi avevano detto e che quindi il mio referto non fosse urgente”.
E adesso va a Milano.
“Ogni settimana da settembre viaggio da Trapani a Milano e ritorno”.
Mentre accusa i vertici dell’Asp.
“La mia non è una battaglia contro qualcuno, attenzione, ma per qualcuno, ovvero per i malati: ho scoperto man mano che nella mia stessa situazione c’erano tante persone. La nostra sanità è ridotta a una cecità morale che è fatta da singole persone, singole coscienze addormentate: serve prima di tutto una presa di coscienza delle proprie responsabilità, un’ammissione, non solo dei vertici ma anche di chi sapeva e non ha fatto nulla, se sai e non agisci commetti un delitto. Qualcuno deve prendere pur consapevolezza di questo o non cambierà nulla”.
Al momento però assistiamo a un braccio di ferro tra fazioni politiche.
“Fino ad una settimana fa sapevamo che i tumori accertati dai referti arrivati in ritardo erano 170, oggi sappiamo che sono 206. C’è in ballo la vita e la morte delle persone. Ma senza un’ammissione di responsabilità nulla può cambiare”.
Lei deve curarsi, eppure sta conducendo una battaglia su questa vicenda: chi glielo fa fare?
“Ho il dovere morale di farlo. Mi creda, mettere la mia situazione alla mercé di tutti è per me un sacrificio incredibile ma questo rimpallo di responsabilità mi annichilisce, come annichilisce tutti i malati: vedere come continuino a palleggiare con le nostre vite è doloroso. Ecco, non provo rabbia, provo una grande sofferenza e non ce la possiamo permettere in questo momento. Senza ammissione di responsabilità, senza quindi una presa di consapevolezza degli errori commessi a scapito della vita di persone, non ci può essere alcun cambiamento”.
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