Enoturismo, quando la sostenibilità della cantina viene raccontata da un podcast direttamente in vigna
Immagina di camminare tra le vigne della Maremma toscana, immerso nei profumi e nei colori di un paesaggio mozzafiato. Ora immagina di poter ascoltare, mentre percorri i sentieri di una cantina sapientemente scavata nel tufo, la voce di chi ha dato vita a quella terra, raccontandoti la storia di ogni vigna, di ogni bottiglia e...

Immagina di camminare tra le vigne della Maremma toscana, immerso nei profumi e nei colori di un paesaggio mozzafiato. Ora immagina di poter ascoltare, mentre percorri i sentieri di una cantina sapientemente scavata nel tufo, la voce di chi ha dato vita a quella terra, raccontandoti la storia di ogni vigna, di ogni bottiglia e di ogni scelta che ha reso quel vino così unico. Il tutto senza dover prenotare visite guidate, in massima libertà e attraverso lo strumento che hai sicuramente in tasca: il tuo smartphone.
Noi abbiamo avuto il piacere di fare questo viaggio immersivo, in grado di unire la bellezza dei vigneti alla narrazione diretta dei protagonisti, nella cantina biologica Sassotondo, vicino Pitigliano, la seconda case-history pilota del progetto Loquis Open Winery che mira a rivoluzionare l’enoturismo con l’innovazione digitale, attraverso i propri podcast geolocalizzati. Una sorta di audioguide accessibili tramite QR code che raccontano il territorio direttamente dalla voce di chi quel territorio lo vive ogni giorno, trasformando in tal modo, la visita in cantina in un’esperienza sensoriale unica che unisce anche l’udito alla vista dei paesaggi mozzafiato e al gusto dei vini pregiati.
La narrazione, non si limita al mero racconto: diventa un vero e proprio invito a scoprire la passione e la dedizione di chi, come Carla Benini ed Edoardo Ventimiglia, ha scelto di far crescere questo progetto partendo dall’amore per la terra e dalla volontà di rispettarla.
La loro storia, infatti, è di quelle che ti riempiono l’anima e ridanno fiducia nelle persone: noi abbiamo avuto il piacere di conoscere Carla ed Edoardo dal vivo, ma a raccontare tutte le sfumature e le scelte sostenibili della loro avventura cominciata nel 1990, ci ha pensato proprio il podcast di Loquis che abbiamo ascoltato mentre percorrevamo i filari di viti e le grotte di tufo.
Sassotondo: una storia di passione e sostenibilità
La storia di Sassotondo inizia con un desiderio di radicamento, una voglia di far crescere qualcosa di autentico sulla terra toscana nella zona più recondita della Maremma. Carla e Edoardo, con una lunga preparazione in agricoltura e viticoltura, arrivano a Sovana, tra Sorano e Pitigliano, agli inizi degli anni ’90 trovandosi davanti 72 ettari di terra abbandonata e un ettaro di vigneto. Innamorati di tutte le dicotomie di quel territorio così ricco di forme e colori, si sono rimboccati le maniche e hanno scelto la strada della qualità, anziché quella della quantità. Quando hanno deciso di piantare la vigna, lo hanno fatto con una visione chiara: quella di lavorare la terra in modo naturale, rispettando i suoi ritmi, senza forzature, e con un’attenzione particolare alla biodiversità.
Dal 1994, Sassotondo è una cantina biologica certificata, una scelta che non è stata dettata dalla moda, ma dalla convinzione che solo con un approccio sostenibile si possano ottenere risultati di qualità. Anche perché la prima vendemmia risale a 3 anni dopo, al 1997. L’agricoltura biologica e, per una breve parentesi anche quella biodinamica , sono state scelte ponderate e integrate naturalmente nella filosofia dell’azienda al fine di creare un equilibrio perfetto tra la terra e la vite.
Il legame con il territorio è evidente anche nella scelta del vitigno simbolo della cantina: il Ciliegiolo. Questo vitigno, estremamente generoso, viene trattato con la massima cura, riducendo la resa per garantire la qualità del prodotto. La microzonazione delle vigne, insieme a un metodo di vinificazione innovativo e attento alla sostenibilità, contribuisce alla creazione di un vino di grande struttura che racconta la storia di un territorio caratterizzato dalla sua geologia vulcanica e dalla presenza ininterrotta del tufo.
Tutto questo e le diverse sfumature ci sono state raccontate nei minimi dettagli proprio dal postcast di Loquis che non si è limitato a descrivere le caratteristiche geografiche e climatiche che influenzano la viticoltura, ma è riuscito a trasmettere anche la passione e la serietà di chi ci lavora ogni giorno.
Il progetto LOQUIS non è per noi un semplice strumento per aumentare la visibilità dell’azienda, ma crediamo che ci aiuterà a migliorare la performance generale della nostra cantina nel settore dell’accoglienza” – hanno dichiarato Carla ed Edoardo che in questo progetto hanno voluto crederci da subito – Ci aiuterà a trasmettere le informazioni che noi reputiamo importanti ad un pubblico più vasto, sia in termini di lingua (con le versioni tradotte) che in termini di età, con i giovani che vengono più facilmente attratti da ciò che è fruibile con la mediazione di uno smartphone
L’integrazione di tecnologie digitali come questa sta dando una nuova spinta al settore dell’enoturismo, che sta registrando una crescita significativa. Secondo gli ultimi dati, oltre il 70% dei turisti cerca esperienze autentiche legate al cibo e al vino e sempre più cantine stanno investendo nell’hospitality per accogliere questi viaggiatori. Il progetto Open Winery di Loquis – che verrà presentato ufficialmente a Vinitaly 2025 – rappresenta una risposta a tale crescente domanda di esperienze coinvolgenti, che uniscano tradizione, innovazione e sostenibilità.
Oggi Loquis è il compagno di viaggio di 2,5 milioni di turisti esperienziali, viaggiatori che non si accontentano di una foto su Instagram, ma vogliono comprendere, ascoltare e vivere il territorio – a commentato l’Amministratore Delegato Bruno Pellegrini – Con i nostri audio tour geolocalizzati, ogni cantina potrà raccontare la propria storia, il legame con il territorio e i segreti dei propri vini, offrendo ai visitatori un’esperienza digitale unica, accessibile in qualsiasi momento. Loquis Open Winery è un’opportunità per le cantine di valorizzare il proprio patrimonio e per i turisti di scoprire il vino con un nuovo livello di profondità e coinvolgimento.
Una nuova frontiera per l’enoturismo, dunque, in cui la tecnologia si unisce alla cultura e dove ogni visita diventa un’opportunità per comprendere più a fondo la storia, il territorio e l’anima di ogni cantina. In un mondo sempre più digitalizzato, l’enoturismo ha trovato un modo per evolversi, restando fedele alla sua essenza più autentica.
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