Ennio Cascetta, presidente del Cluster nazionale dei trasporti: “Abbiamo bisogno di una transizione eco-razionale” | Lo scenario
Il settore automobilistico in Italia e in Europa sta attraversando una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da una crisi strutturale con esiti ancora incerti. Questo scenario complesso deriva dalla convergenza di molteplici fattori che pongono significative sfide a un comparto strategico per l’economia continentale. Una delle principali evidenze è la marcata contrazione del mercato delle […] L'articolo Ennio Cascetta, presidente del Cluster nazionale dei trasporti: “Abbiamo bisogno di una transizione eco-razionale” | Lo scenario proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Il settore automobilistico in Italia e in Europa sta attraversando una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da una crisi strutturale con esiti ancora incerti.
Questo scenario complesso deriva dalla convergenza di molteplici fattori che pongono significative sfide a un comparto strategico per l’economia continentale.
Una delle principali evidenze è la marcata contrazione del mercato delle auto nuove in Italia, passato da 2 milioni di immatricolazioni nel periodo pre-pandemico a 1,5 milioni negli anni recenti.
Parallelamente, si osserva una polarizzazione verso segmenti di veicoli più grandi e pesanti, con i SUV che detengono una quota di mercato dominante pari al 57%.
Per quanto concerne l’evoluzione verso la mobilità a basse emissioni, si registra una crescita significativa delle immatricolazioni di auto ibride, attestandosi al 36% del mercato.
Tuttavia, è importante sottolineare che tale quota è prevalentemente costituita da ibridi mild, ovvero veicoli con un motore termico supportato da un piccolo motore elettrico non ricaricabile.
Al contrario, la diffusione dei veicoli elettrici puri (BEV) in Italia rimane contenuta, stabilmente intorno al 4% delle nuove immatricolazioni.
Questo dato contrasta con la media europea, dove la quota di BEV si attesta al 15%, sebbene anch’essa al di sotto delle ottimistiche previsioni di inizio decennio e degli impegni assunti da numerosi costruttori.
Questi alcuni dei dati emersi nel corso di un workshop organizzato dal Cluster nazionale dei trasporti nella Sala Pininfarina di Confindustria.
In questo contesto di difficoltà del mercato del nuovo, si assiste a una forte espansione del mercato dell’usato, che ha raggiunto un valore doppio rispetto al nuovo.
A livello europeo, l’industria automobilistica è confrontata con una riduzione delle vendite e con la crescente pressione competitiva dei produttori cinesi, non limitata al solo settore dei veicoli elettrici.
Le cause di questa congiuntura negativa sono molteplici e includono gli effetti delle crisi sanitarie e geopolitiche, che hanno determinato un aumento dei costi delle materie prime e dell’energia.
Un ruolo significativo è attribuibile anche alle politiche europee orientate a una rapida transizione verso l’elettrico, percepite come potenzialmente penalizzanti per l’industria e i consumatori a causa dei costi e dei tempi di adeguamento necessari.
“I dati del mercato auto in Italia sono preoccupanti, non solo per la diminuzione delle vendite del nuovo ma anche perché a questa diminuzione si associa un aumento delle dimensioni e del prezzo delle auto nuove, un aumento delle auto usate in circolazione e un aumento del traffico” – ha affermato Ennio Cascetta, presidente del Cluster trasporti.
“Insomma, più auto sulle strade – e più vecchie – vanno nella direzione opposta agli auspicati obiettivi di decarbonizzazione del settore. È necessario riconsiderare le politiche degli incentivi e le politiche industriali se si vuole veramente una riduzione dei gas clima-alteranti. Su alcuni punti le proposte dell’ultimo documento della UE sono condivisibili, ad esempio incentivi più uniformi fra i diversi Paesi e sostegno alle fasce di reddito più basse. Non si vede ancora, però, l’accettazione di quella neutralità tecnologica che tutta la comunità scientifica richiede da anni per una transizione più eco-razionale che non penalizzi immotivatamente l’industria e gli automobilisti”.
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