Effetto Sinner? Boom di nuovi tennisti, ma non si trovano campi. Crescono solo quelli da padel: “È molto più conveniente”
I tesserati hanno superato il milione, mentre i circoli non sono mai aumentati o hanno virato sul nuovo business. L'ex tennista Pigato, che oggi ne gestisce uno, spiega per quali ragioni L'articolo Effetto Sinner? Boom di nuovi tennisti, ma non si trovano campi. Crescono solo quelli da padel: “È molto più conveniente” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Campi cari e sempre meno disponibili: la vita dei tennisti nell’era Sinner è diventata più dura. A Milano come a Roma, prenotare un campo è ormai un’impresa. Il numero di strutture disponibili negli ultimi vent’anni è rimasto fermo, mentre gli aspiranti giocatori sono aumentati in modo vertiginoso. Non si può dire lo stesso per il padel, il fratello minore del tennis: i campi su tutto il territorio italiano hanno raggiunto nel 2024 le 9.700 unità (un numero molto simile a quello del tennis), con tassi di crescita a due cifre, sebbene i praticanti siano molti meno.
I tesserati – Analizzando i dati storici, nel 2005 i tesserati Fit erano 185mila, nettamente inferiori rispetto ad altre discipline come calcio, ma anche pallacanestro e pallavolo. La crescita è stata costante dall’inizio del millennio, raggiungendo i 358mila tesserati nel 2015 e moltiplicandosi nel biennio 2023 e 2024, arrivando fino a superare un milione di iscritti (fonte Fitp). Alberto Paris, consigliere regionale lombardo della Federazione, specifica: “Questi dati vanno letti considerando che 700mila di questi tesserati fanno parte del progetto Racchetta in classe, un’iniziativa che coinvolge gli studenti delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado. Gli studenti seguono una serie di incontri sugli sport con racchetta insieme ai tecnici federali. Inoltre, bisogna tenere presente che circa l’80% di questi sono tennisti, il restante sono padelisti. In ogni caso, si tratta di numeri record per il movimento”.
I campi da gioco – A non seguire la tendenza però sono stati i circoli, rimasti pressoché invariati rispetto a vent’anni fa. Secondo il rapporto della Itf (Federazione Internazionale Tennis), i campi da tennis in Italia negli ultimi dieci anni si attestano a poco più di 10mila, con una media di 0,17 campi per mille abitanti. Il problema del sovraffollamento è evidente, con una domanda in forte crescita e un’offerta che non è riuscita a tenere il passo. Di conseguenza, gli operatori hanno scelto di alzare i prezzi, sia per l’aumento della domanda sia per i costi energetici: in inverno, il riscaldamento dei campi incide sensibilmente, portando il costo orario a circa 20 euro per singolo campo. Emanuele Pigato, ex giocatore professionista e oggi gestore di un circolo nel nord di Milano, spiega: “Stiamo rinnovando il circolo e abbiamo deciso di costruire quattro campi da padel. In precedenza non ne avevamo, ma è senza dubbio più conveniente. Su una superficie dove si potrebbe costruire un solo campo da tennis, è possibile realizzare due campi da padel. Inoltre, essendo uno sport che si gioca in quattro, ha un prezzo medio più alto. Una partita di padel dura circa un’ora e mezza e costa tra i 40 e i 60 euro, molto più redditizio rispetto a un’ora di tennis, che può costare tra i 20 e i 35 euro“.
La crescita del padel – L’ascesa, spinta da marketing e investimenti, dello sport praticato da Bobo Vieri e Francesco Totti ha portato il padel, in soli sette anni, ad avere un numero di campi paragonabile a quello del tennis. Tuttavia, se si stima che gli appassionati di tennis siano oltre 4,5 milioni in Italia (secondo il rapporto Itf) e quelli del padel circa 1,2 milioni, non sembrerebbe sensato avere lo stesso numero di campi. Le ragioni, però, sono prettamente economiche. Il consigliere federale Paris spiega: “Il padel è molto più legato agli obiettivi economici e non tutti i centri sono affiliati alla Federazione. Stiamo lavorando per ampliare la nostra presenza, ma la situazione è diversa rispetto ai circoli storici del tennis. Spesso le strutture dedicate al padel sono vere e proprie Srl, mentre i circoli tennistici sono associazioni senza scopo di lucro, con strutture gestite da assemblee di soci e società dilettantistiche affiliate”. A pagare il prezzo di queste dinamiche puramente economiche sono gli appassionati. Il boom del fenomeno Sinner, infatti, non ha portato alcun beneficio in termini di disponibilità dei campi per i tennisti: le strutture sono spesso sold out, soprattutto nei mesi invernali, mentre i prezzi sono in aumento rispetto a cinque anni fa. Una situazione ben diversa per gli appassionati di padel, che possono contare su un’offerta più ampia e prezzi più stabili.
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