EcoVadis dà voce a chi non ne ha: nasce Worker Voice, la svolta per i diritti dei lavoratori in fabbrica
Nel mondo dell’approvvigionamento globale, le parole d’ordine sono sempre più trasparenza, responsabilità e diritti umani. Ma come si passa dagli impegni scritti nei codici etici aziendali alla realtà vissuta nei campi agricoli, nei laboratori tessili o negli stabilimenti industriali sparsi per il mondo? La risposta, secondo EcoVadis, passa dalla voce diretta di chi lavora: nasce...

Nel mondo dell’approvvigionamento globale, le parole d’ordine sono sempre più trasparenza, responsabilità e diritti umani. Ma come si passa dagli impegni scritti nei codici etici aziendali alla realtà vissuta nei campi agricoli, nei laboratori tessili o negli stabilimenti industriali sparsi per il mondo? La risposta, secondo EcoVadis, passa dalla voce diretta di chi lavora: nasce così Worker Voice, una piattaforma innovativa per ascoltare i lavoratori lungo le catene di fornitura.
Annunciato ad aprile 2025, Worker Voice vuole segnare una svolta nell’approccio alla due diligence sociale. Sviluppato da EcoVadis – servizio che permette di valutare l’impatto delle aziende in termini di sostenibilità – in collaborazione con Ulula, piattaforma specializzata in tecnologia per i diritti umani, lo strumento raccoglie feedback direttamente dai lavoratori, superando i limiti degli audit tradizionali, spesso episodici, costosi e incapaci di cogliere abusi sistemici.
La differenza? Tempestività, accessibilità e anonimato. Worker Voice utilizza sondaggi multicanale accessibili anche in contesti a bassa alfabetizzazione o con limitato accesso alla tecnologia. I lavoratori possono partecipare tramite QR code, telefonate o SMS, nella propria lingua e in pieno anonimato, senza il timore di ritorsioni. I dati raccolti vengono analizzati in tempo reale e restituiti alle aziende in forma di insight pratici, pronti a trasformarsi in azioni concrete.
Uno strumento che parla di sicurezza sul lavoro, orari straordinari imposti, molestie, accesso ai diritti fondamentali. Ma soprattutto che mette in discussione un approccio verticale ancora troppo diffuso nelle politiche ESG: ascoltare significa ridare dignità ai soggetti più vulnerabili della catena di valore.
L’efficacia del sistema risiede anche nella sua capacità di adattarsi a contesti culturali e normativi diversi, offrendo una risposta concreta alle crescenti pressioni legislative, come la direttiva europea sulla due diligence (CSDDD), che dal 2029 imporrà alle aziende di dotarsi di meccanismi efficaci per raccogliere reclami nelle supply chain. In Italia, leggi come la n.199/2016 contro il caporalato e il D.lgs 231/2001 sulla responsabilità penale delle imprese rafforzano ulteriormente questo quadro, rendendo strumenti come Worker Voice non solo utili, ma essenziali.
L’obiettivo non è solo evitare sanzioni – che in futuro potrebbero arrivare fino al 5% del fatturato globale – ma costruire supply chain più eque e resilienti. Per EcoVadis, questa è anche una questione di business: aziende che dimostrano attenzione concreta ai diritti umani possono accedere a nuovi mercati, attrarre investitori sensibili ai criteri ESG e rafforzare il legame di fiducia con consumatori sempre più attenti.
Il badge “Worker Verified”, visibile sulla piattaforma EcoVadis per le aziende che adottano lo strumento, sarà un indicatore chiave per valutare l’impegno reale nella tutela della forza lavoro. Ma oltre alla reputazione, è il potenziale trasformativo a fare la differenza: con Worker Voice, le aziende non si limitano più a “monitorare” la catena di fornitura, ma vi interagiscono attivamente, rendendo le persone – e non solo i profitti – il centro delle decisioni aziendali.
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