Trattori elettrici: incentivi sprecati o soluzione da rilanciare?
A circa un anno dalla chiusura dei bandi regionali finanziati dal Pnrr per l’acquisto di trattori elettrici, il bilancio è chiaro: l’adozione di questi mezzi resta ancora marginale nel panorama agricolo italiano. Eppure qualcosa si muove. Alcune Regioni continuano a proporre incentivi per veicoli a zero emissioni, mentre altri bandi offrono alle aziende agricole l’occasione […] The post Trattori elettrici: incentivi sprecati o soluzione da rilanciare? first appeared on QualEnergia.it.

A circa un anno dalla chiusura dei bandi regionali finanziati dal Pnrr per l’acquisto di trattori elettrici, il bilancio è chiaro: l’adozione di questi mezzi resta ancora marginale nel panorama agricolo italiano.
Eppure qualcosa si muove. Alcune Regioni continuano a proporre incentivi per veicoli a zero emissioni, mentre altri bandi offrono alle aziende agricole l’occasione di testare nuove tecnologie legate all’agricoltura di precisione.
La domanda ora è: come rendere davvero attrattivi questi trattori elettrici per le imprese agricole?
Il bando Pnrr, un’occasione forse arrivata troppo presto
Nel 2024 un bando del Pnrr ha messo a disposizione 400 milioni di euro per ammodernare i macchinari agricoli, promuovendo tecniche di agricoltura di precisione. Tra le spese ammesse, era compreso l’acquisto di trattori elettrici a batteria.
Ma il mercato non era pronto: alcuni test sul campo hanno dimostrato che i trattori elettrici più diffusi non sono adatti a tutte le lavorazioni, come la ripuntatura, la fresatura o l’aratura. Con mezzi da 36 cavalli, ad esempio, si incontrano già difficoltà.
Diversa è la situazione per i piccoli trattori elettrici pensati per l’agricoltura specializzata (vigneti, frutteti, oliveti, ecc.), poiché sono già disponibili sul mercato e pronti all’uso (Trattori elettrici in agricoltura. Incentivi troppo precoci rispetto al mercato?), seppur con costi ancora abbastanza elevati.
Cos’è cambiato in un anno?
Ad oggi, l’adozione dei trattori elettrici è ancora limitata e in fase sperimentale. La rivista Macchine Trattori (marzo 2025) conferma che gli impieghi più realistici sono quelli a corto raggio, come le movimentazioni, le applicazioni fitosanitarie o l’uso in ambito orticolo e zootecnico.
Tuttavia, i segnali di interesse crescono, spinti dall’innovazione tecnologica e dalla volontà di rendere le aziende agricole più sostenibili.
Lo dimostrano anche alcuni bandi regionali finanziati soprattutto dalla Politica Agricola Comune 2023-2027, che iniziano a incentivare l’uso di mezzi agricoli elettrici e di precisione.
Due bandi regionali interessanti
Un bando della Regione Campania sostiene, fino al 9 maggio 2025, l’acquisto di impianti a rinnovabili e di macchine agricole a basse e zero emissioni (elettriche, a biometano o bioetanolo), con un fondo da 10 milioni di euro. Il contributo massimo per azienda è di 1,5 milioni di euro (Incentivi alle imprese agricole campane per rinnovabili e mezzi elettrici).
Anche la Regione Emilia-Romagna ha lanciato un bando interessante, indirizzato al “collaudo dell’innovazione”, rivolto a imprese e cooperative agricole che, in collaborazione con enti di ricerca, vogliono testare nuove tecnologie. Pur non citando direttamente i trattori elettrici, il bando sostiene progetti legati all’agricoltura di precisione, intelligenza artificiale, robotica e applicazioni digitali. L’obiettivo è testare le innovazioni prodotte dalla ricerca scientifica per renderle pronte all’uso. È aperto fino al 30 aprile 2025, con 8 milioni di euro disponibili, suddivisi per settori agricoli.
Come rendere i trattori elettrici più interessanti per le aziende agricole?
I mezzi elettrici disponibili oggi sono adatti soprattutto all’agricoltura specializzata e di precisione. Tuttavia, per i lavori più pesanti, la tecnologia va ancora sviluppata.
Serve quindi un approccio graduale e realistico per far sì che gli agricoltori prendano confidenza con questi mezzi.
Tra le proposte per indirizzare i bandi regionali verso questo obiettivo, c’è per esempio quella di assegnare un’aliquota maggiorata del contributo non solo ai giovani agricoltori (come prevedeva il bando Pnrr), ma anche alle aziende già dotate di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, magari più motivate a investire in mezzi elettrici.
Poi ci sono i criteri di priorità: in fase di valutazione delle proposte di contributo, si potrebbero assegnare punteggi più alti alle imprese attive nei settori agricoli più forti a livello regionale, o in agricoltura specializzata perché, come abbiamo visto, sono quelle maggiormente pronte all’utilizzo dei trattori elettrici ad oggi disponibili sul mercato.
Un altro aspetto riguarda i contributi che vengono concessi alle aziende agricole per installare impianti di energia a fonti rinnovabili a condizione che siano dimensionati solo per l’autoconsumo. Sarebbe importante rivedere i limiti per gli impianti, includendo nei calcoli anche il possibile aumento dei consumi legato all’uso futuro di trattori elettrici.
Il ruolo dei progetti europei
Anche i fondi europei possono accelerare la diffusione dei trattori elettrici. Non serve che ogni singolo agricoltore scriva un progetto, possono farlo le associazioni di categoria o altri soggetti organizzati, coinvolgendo anche centri di ricerca e università.
Esistono già esperienze interessanti come il progetto Ramses, coordinato da Ugo Bardi, che ha sviluppato un prototipo grazie a fondi Ue, ma come spesso accade questi esperimenti non riescono a decollare nel mercato (La mobilità elettrica in Italia: una rivoluzione tra sfide e ancora tanti preconcetti).
Una strada concreta per avvicinare le aziende agricole al mondo dei trattori elettrici potrebbe essere includere nei progetti europei attività per la realizzazione di progetti pilota, che consentano di testare questi mezzi direttamente in campo, su diverse tipologie di terreno e in condizioni climatiche differenti.
In questo modo, gli agricoltori avrebbero la possibilità di valutarne le prestazioni in contesti reali, verificando con mano se sono adatti alle proprie esigenze operative.
Accanto a queste sperimentazioni, sarebbe utile organizzare eventi dimostrativi nelle aziende, dove poter mostrare le reali capacità dei trattori elettrici e, allo stesso tempo, offrire momenti di formazione dedicati agli agricoltori.
Capire come funzionano questi mezzi, come si ricaricano, che tipo di manutenzione richiedono e quali vantaggi offrono in termini di costi e sostenibilità, è fondamentale per superare diffidenze e preconcetti.
Le attività da mettere in campo, però, non devono necessariamente puntare subito alla vendita o all’acquisto. Un’opzione interessante potrebbe essere il noleggio temporaneo, gratuito o a basso costo, che permetta agli agricoltori di sperimentare l’utilizzo dei trattori elettrici senza dover affrontare un investimento immediato.
Inoltre, si potrebbero promuovere reti di agricoltori per facilitare lo scambio di esperienze, creare occasioni di confronto tra chi ha già adottato queste tecnologie e chi è ancora indeciso.
Infine, offrire corsi di formazione e supporto tecnico sulla manutenzione e sull’utilizzo dei mezzi elettrici può fare davvero la differenza nel costruire fiducia attorno a questa innovazione.
Per concludere, l’elettrificazione del parco mezzi agricoli è ancora agli inizi, ma ci sono già basi su cui costruire. Serve partire dalle tecnologie esistenti, creare occasioni concrete per testarle e accompagnare le aziende agricole in questo percorso con incentivi mirati e formazione.
Per approfondire: il video del webinar “Decarbonizzazione del parco veicolare in agricoltura”, curato da Maria Stella Scarpinella e organizzato dal Kyoto Club il 9 aprile 2025:
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