E Calenda attacca i 5S: "L’unico modo con loro è cancellarli del tutto"
"L’unico modo per averci a che fare è cancellarlo!". Non è all’insegna della rivendicata tolleranza liberale la soluzione radicale...

"L’unico modo per averci a che fare è cancellarlo!". Non è all’insegna della rivendicata tolleranza liberale la soluzione radicale proposta da Carlo Calenda per il M5s. Aprendo in secondo congresso del partito alla presenza della premier, il senatore confermato alla guida del partito spiega così la scelta in "direzione ostinata e contraria" (la citazione non è sua) al Campo largo. "Ci chiedete perché non ci siamo? Dovreste chiedevi perché ci siete voi", dice rivolto al Pd. Ed è per questo che la segretaria dem e "testarda" predicatrice di unità Schlein ha preferito non intervenire alle assise di Azione né commentare. A differenza di Conte, che considera "medaglie" gli attacchi congiunti di Calenda e Meloni.
L’ostilità ai 5 stelle si dimostra in effetti il principale motivo di affinità nella differenza tra il leader, la platea di Azione e la premier Meloni: dalla guerra senza pace in Ucraina all’azione di governo dell’avvocato del popolo. Scrosciano fragorosi applausi a sottolineare che parlare "di pace senza la forza è ipocrita o pusillanime". E diventano un’ovazione contro gli sperperi miliardari del superbonus, stigmatizzati da Calenda prima e da Meloni poi. Il segretario di Azione parla a nuora 5S anche perché la detestata suocera leghista intenda. Ma da quest’orecchio la premier finge di non sentire; preferendo dar atto della coerenza ideale, non ideologiche ma di valori, e pragmatica del giovane partito centrista. Nella cui platea si risconta una presenza decisamente meno attempata, anche se più incravattata, del solito. Il segretario di Azione ci crede nella miscela tra pragmatismo moderato e integralismo moralista che professa: nel sostegno alla guerra giusta per la democrazia in Ucraina, nel primato un po’ suprematista della cultura e la civiltà europee, nella missione etica della politica e ancor più della cultura. E nel pericolo, suffragato dai dati, che la società e la gioventù propendano verso deleghe a figure autoritarie; il che chiamerebbe in causa il premierato perseguito da Meloni. "Oggi mal di stomaco alle stelle", risponde Conte. "Il partito trasversale delle armi, da Meloni a Calenda, attacca furiosamente il Movimento, ma noi non ci fermeremo – dice l’ex premier da Cosenza – Saremo il 5 aprile a Roma per dire no a questo piano di riarmo". Contro cui il movimento batte piuttosto cassa "per sanità, scuola, ricerca, ‘università e tutto quello che fa bene per combattere il carovita". Sulla stessa lunghezza d’onda Chiara Appendino: "Meloni e Crosetto, il Ministro del conflitto di interessi con le lobby delle armi, continuano a mentire agli italiani", dice la numero due dei 5 stelle. Che però l’aumento delle spese militari lo avevano approvato come tutti.
Cosimo Rossi