
Nuove tecnologie per monitorare la calotta glaciale della Groenlandia Un gruppo di
scienziati britannici ha annunciato l’avvio di un ambizioso esperimento che coinvolgerà
droni autonomi,
veicoli sottomarini robotizzati e
sensori installati nel ghiaccio per indagare i meccanismi dello
scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, in particolare il distacco degli
iceberg. La missione si svolgerà nell’ambito del
progetto GRAIL (Greenland Rise and Atlantic Inflow Long-term project), finanziato con
16 milioni di sterline dall’
Agenzia per l’Innovazione e la Ricerca Avanzata del Regno Unito (ARIA). Questo sforzo mira a comprendere come il crescente afflusso di
acqua dolce derivi dallo scioglimento glaciale e quali effetti possa avere sulle
correnti oceaniche del Nord Atlantico, in particolare sulla
circolazione meridionale atlantica (AMOC), considerata un elemento chiave del clima globale. Il ruolo dei droni e dei sensori sottomarini Tra i dispositivi impiegati, spicca il
drone Windracers ULTRA, già testato in
Antartide. Questo velivolo a lungo raggio sarà impiegato insieme ad altri mezzi aerei, droni subacquei autonomi e tecnologie di rilevamento installate nel ghiaccio per raccogliere
dati ad alta risoluzione. L’obiettivo è
misurare con precisione i flussi di acqua dolce, la temperatura dell’oceano, la salinità e le dinamiche di distacco degli iceberg. Queste informazioni permetteranno di migliorare la
modellizzazione climatica e di prevedere possibili
interruzioni delle correnti oceaniche, che potrebbero avere
gravi conseguenze sul clima europeo e nordamericano. Implicazioni climatiche globali Il timore degli scienziati è che un aumento dell’afflusso di acqua dolce nel Nord Atlantico possa
rallentare o arrestare la AMOC, fenomeno già considerato da studi pubblicati su riviste come
Nature e
Science come una
minaccia imminente. Un tale scenario potrebbe alterare le precipitazioni tropicali, intensificare le tempeste in
Europa e modificare i cicli monsonici. Il
progetto GRAIL rappresenta uno dei più importanti tentativi finora realizzati per integrare
intelligenza artificiale,
robotica avanzata e
scienze climatiche, nella speranza di anticipare cambiamenti climatici estremi che potrebbero manifestarsi entro questo secolo.
Droni e sensori per prevedere le interruzioni delle correnti oceaniche