“Dopo l’ictus mi chiedevo: ‘anche se sopravvivo, cosa faccio?’All’inizio ero muto, per comunicare scrivevo brevi frasi”: Mauro Coruzzi a “Verissimo”
Lo speaker radiofonico e opinionista racconta la sua rinascita L'articolo “Dopo l’ictus mi chiedevo: ‘anche se sopravvivo, cosa faccio?’All’inizio ero muto, per comunicare scrivevo brevi frasi”: Mauro Coruzzi a “Verissimo” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Nella puntata di “Verissimo” Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ha raccontato la sua esperienza con l’ictus che l’ha colpito nel 2023. “Immagina di perdere da un giorno all’altro capacità che credevi tue: -ha detto a Silvia Toffanin – trovarsi all’improvviso senza riuscire a parlare, a muoversi, passando giorni e giorni in una completa oscurità del futuro. Mi chiedevo: ‘anche se sopravvivo, cosa faccio?’. La mia vita è comunicazione. Mi sentivo un giocatore senza gambe”.
I soccorsi sono stati immediati: “Purtroppo l’ictus è feroce e rapido. È la seconda causa di morte in Italia. Per fortuna ero con un fisioterapista che mi stava seguendo per un dolore alla gamba. Lui ha capito subito cosa mi stesse succedendo perché quando dovevo salutarlo non riuscivo a dire nemmeno ‘ciao'”. Poi la rinascita: “Dopo due mesi di ricovero, ho dovuto fare una lunga riabilitazione. All’inizio ero muto, per comunicare scrivevo brevi frasi. È come se si tornasse bambini: sto reimparando a parlare”.
E ancora: “In questo momento, grazie alla logopedia, sto imparando di nuovo ad articolare le parole come fanno i bambini piccoli, a volte, sembro una macchina. So che quando le persone pensano di farmi stare bene e mi dicono ‘tornerai come prima” non è vero, lo so benissimo ma io non mollo”.
Di certo è importante “tenere sotto controllo la pressione, il peso, avere una vita sana e, poi, non caricarsi troppo di stress perché, nel mio caso, credo che quello abbia influito tanto su ciò che mi è successo. Io ho sempre cercato di fare bene nel mio lavoro, di dare il massimo ma, poi, non avevo una vita privata, ad esempio, ne ho avuta una ma tantissimo tempo fa”.
Mauro è legatissimo alla sorella, che però è malata: “Lei è una donna meravigliosa e mi dispiace tantissimo perché ha scoperto di avere il Parkinson che è una malattia che ti debilita piano piano, prima nei movimenti e, poi, in tutto il resto”.
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