Dividendi azionari: come funzionano, stacco e tassazione

I dividendi azionari rappresentano una delle principali forme di rendimento per chi investe in azioni. Scopriamo cosa sono, come funzionano, quando vengono pagati e quale tassazione si applica.

Mar 26, 2025 - 14:15
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Dividendi azionari: come funzionano, stacco e tassazione

Il dividendo è la quota di utile che una società decide di distribuire agli azionisti come remunerazione del capitale investito. Il consiglio di amministrazione propone l’importo da distribuire e l’assemblea dei soci decide se approvare il dividendo, definendone l’importo.

È in questa fase che vengono inoltre decise le modalità della distribuzione: il dividendo può distribuito in un'unica soluzione (dividendo annuale) oppure essere suddiviso in acconto e saldo dividendi:

  • L’acconto sul dividendo viene distribuito in anticipo, solitamente a metà esercizio, sulla base delle previsioni di utili.
  • Il saldo del dividendo viene pagato successivamente, dopo l’approvazione del bilancio, e rappresenta l’importo definitivo deciso dall’assemblea dei soci.

A differenza delle cedole delle obbligazioni, la distribuzione dei dividendi non è garantita: una società può decidere di reinvestire gli utili per rafforzare il capitale sociale o finanziare nuovi progetti.

È comune che le società, nei loro piani triennali, specifichino la percentuale di utile che intendono distribuire (il cosiddetto payout). Tuttavia, si tratta solo di una dichiarazione di intenti e non di una certezza. L’assemblea degli azionisti potrebbe decidere di non distribuire il dividendo, ad esempio per destinare una parte di utili a ripianare perdite, finanziare investimenti o rafforzare le riserve patrimoniali della società.

Gli azionisti interessati ai dividendi delle società quotate in Borsa Italiana possono consultare il calendario dei dividendi FTSE Mib per conoscere i futuri stacchi delle 40 principali società quotate alla Borsa di Milano.

Esistono due principali tipologie di dividendi:

  • Dividendo ordinario: distribuito periodicamente sulla base degli utili d’esercizio.
  • Dividendo straordinario: proviene da riserve aggiuntive di liquidità, spesso derivanti da eventi eccezionali come accantonamenti pregressi o proventi straordinari (es. cessione di un ramo d’azienda).

L’annuncio di un dividendo, ordinario o straordinario, può influenzare il prezzo delle azioni, ma al momento dello stacco del dividendo il valore dell’azione si riduce in misura proporzionale all’importo distribuito.

Per aver diritto al dividendo, l’azionista deve possedere il titolo prima della data di stacco del dividendo. Se si compra un'azione il giorno prima dello stacco del dividendo, si avrà diritto al dividendo, mentre se si acquistano azioni il giorno dello stacco, non si riceverà alcun pagamento.

Lo stacco cedola avviene in una data prestabilita, dopo la quale il titolo azionario viene negoziato ex dividendo. Questo significa che, a partire da quel momento, chi acquista le azioni non ha più diritto a ricevere il dividendo. In genere, il prezzo del titolo subisce un adeguamento al ribasso di un importo simile al valore della cedola.

Un aspetto interessante per gli investitori riguarda la possibilità di vendere il giorno dello stacco del dividendo: chi decide di vendere il giorno dello stacco mantiene comunque il diritto all'incasso del dividendo.

Quando vengono pagati i dividendi?

Dopo la data di stacco del dividendo, bisogna attendere il pagamento dei dividendi, che avviene solitamente dopo due giorni lavorativi (T+2). A quel punto, l'importo viene accreditato sul conto del beneficiario. Per chi opera in regime amministrato, l’accredito sarà al netto della ritenuta fiscale del 26%.

Il Dividend Yield, tradotto letteralmente dall'inglese come "rendimento dei dividendi", è calcolato come rapporto tra il dividendo per azione e il prezzo delle azioni.

Si calcola con la formula:

Dividend Yield = (Dividendo per azione / Prezzo delle azioni) x 100

Questo indicatore è considerato un indicatore di rendimento immediato, in quanto si basa sui dati attuali e fornisce una "fotografia" della situazione attuale senza tenere conto delle fluttuazioni dei prezzi delle azioni o dei dividendi. Inoltre, permette di confrontare l’efficienza della distribuzione degli utili tra diverse società. Abbiamo parlato ampiamente del dividend yield, la formula e come utilizzarlo.

I dividendi possono essere distribuiti in due modi:

  • In contanti: la società accredita un importo proporzionale al numero di azioni detenute. Ad esempio, con un dividendo di 0,10 € per azione, un azionista con 100 azioni riceverà 10 €.
  • In azioni: l’azionista riceve nuove azioni invece di una somma in denaro. Ad esempio, con un dividendo del 10% in azioni, un azionista che possiede 100 azioni ne riceverà 10 aggiuntive.

L’imposta sui dividendi varia in base al tipo di contribuente:

Persone fisiche non imprenditori:

  • Dividendi ordinari: I dividendi percepiti da persone fisiche al di fuori dell'esercizio d'impresa sono soggetti a una ritenuta a titolo d'imposta del 26%, indipendentemente dal tipo di partecipazione detenuta (qualificata o non qualificata).
  • Dividendi straordinari: In specifici casi, come la distribuzione di riserve da sovrapprezzo azioni o interessi di conguaglio, tali dividendi possono essere esenti da tassazione.

Prima di proseguire, facciamo un passo indietro per capire la differenza tra partecipazione qualificata o non:

  • nella partecipazione qualificata, la quota capitale è superiore al 5% ovvero viene attribuito un diritto di voto in assemblea ordinaria maggiore al 2%
  • nella partecipazione non qualificata, la quota capitale è inferiore al 5% ovvero viene attribuito un diritto di voto in assemblea ordinaria inferiore al 2%.

Persone fisiche in regime d’impresa (ditte individuali) e società di persone:

  • il 58,14% dei dividendi concorre alla formazione del reddito imponibile su cui si applicano le aliquote IRPEF.

Società di capitali:

  • I dividendi percepiti da società di capitali residenti in Italia sono imponibili al 5%, beneficiando di un'esenzione del 95%

La differenza tra cedola e dividendi è piuttosto semplice: le cedole riguardano le obbligazioni, mentre i dividendi sono legati alle azioni.

La cedola è il rendimento periodico riconosciuto a chi possiede un’obbligazione, ossia l’interesse maturato sul capitale investito. Chi detiene il titolo ha diritto a riscuoterlo alle scadenze previste.

I dividendi, invece, rappresentano la parte di utili che una società decide di distribuire ai suoi azionisti, ovvero a chi possiede quote dell’azienda sotto forma di azioni.

Sebbene la distinzione sia chiara, nella pratica il termine “cedola” viene spesso usato in modo generico per indicare qualsiasi rendimento periodico, sia su azioni che su obbligazioni.