Diritti delle donne, Scicolone: «Il rischio di fare passi indietro è sempre alto»

«È giunto il momento per una svolta epocale per i diritti delle donne nel Mondo del lavoro, le aziende dovranno considerare il perseguimento dell’equilibrio di genere un valore etico, una best practice della trasparenza» dice Florinda Scicolone, esperta normativa su Pari Opportunità e Politiche di Genere.                           Un bilancio in occasione della Giornata internazionale delle donne: […] L'articolo Diritti delle donne, Scicolone: «Il rischio di fare passi indietro è sempre alto» proviene da ilBollettino.

Mar 8, 2025 - 10:54
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Diritti delle donne, Scicolone: «Il rischio di fare passi indietro è sempre alto»

«È giunto il momento per una svolta epocale per i diritti delle donne nel Mondo del lavoro, le aziende dovranno considerare il perseguimento dell’equilibrio di genere un valore etico, una best practice della trasparenza» dice Florinda Scicolone, esperta normativa su Pari Opportunità e Politiche di Genere.                          

Un bilancio in occasione della Giornata internazionale delle donne: a che punto siamo con i diritti civili delle donne?

«Ho coordinato per sei anni un Dipartimento dei Diritti Civili delle Donne e ho imparato che quando si parla di diritti delle donne bisogna sempre vigilare, tenere alta la guardia, affinché i diritti che abbiamo acquisito nel corso della storia li possiamo sempre esercitare. Perché il rischio che si faccia marcia indietro è sempre dietro l’angolo. Proprio per questo motivo credo che sia il momento di fare una riflessione storica sulla parità di genere, soprattutto la parità di genere nelle aziende.

Che valore ha l’uguaglianza di genere?

Bisogna cominciare a guardare alla gender equality nel mondo del lavoro come ad un valore etico da perseguire. Non più e non solo come un diritto da concedere a noi donne, ma come un impegno etico da parte delle aziende. È giunto il momento che l’obiettivo del raggiungimento dell’equilibrio di genere entri a far parte dei codici etici delle aziende e diventi un vero e proprio asset della competitività dell’impresa al fine di incrementare l’employer branding».

Secondo lei c’è rischio che si torni indietro nella parità di genere aziendale?

«Il fenomeno che sta accadendo in alcune aziende negli Stati Uniti non mi stupisce. Io credo che significhi che erano magari aziende che, probabilmente, non avevano metabolizzato nel DNA aziendale il principio di cambiamento culturale. E che più che altro erano basate, forse, su scelte di trend. Le aziende che credono nel cambiamento non credo si fermeranno, cambieranno magari metodo, approccio.

Può succedere anche da noi?

In Italia ed in Europa non si può verificare questo effetto domino perché abbiamo un approccio storico e una cultura diversa. Altresì abbiamo una precisa strategia della parità di genere dettata dalla Commissione Europea fino al 2027. Abbiamo fonti normative europee e nazionali diverse, la Direttiva Europea delle quote di genere nei cda delle quotate che prevede che le aziende degli stati membri si debbano adeguare entro giugno 2026. Abbiamo ancora un’altra Direttiva di cui ci dovrà essere adeguamento entro il 2026, ovvero quella sulla trasparenza retributiva.

E poi la Costituzione

Sì, che all’articolo 3 sancisce il principio di uguaglianza e all’articolo 51 ha introdotto il principio delle pari opportunità. C’è anche un Codice delle pari opportunità, modificato nel 2022, che ha introdotto la certificazione di genere per le aziende, strumento volontario che moltissime aziende stanno adottando. Penso che si dovrà ritornare al concetto del principio di collaborazione uomo-donna che è l’espressione del principio pari opportunità».

Ha avuto l’esperienza del Comitato italiano Women 7– G7, Presidenza italiana 2024. Ha ricevuto la prestigiosa nomina a Italy Country Chair Compliance, Integrity & Globalisation, come riconoscimento di donna giurista leader in Italia nei temi Compliance, Integrity e pari opportunità. Recentemente è arrivata dal G100 – il Gruppo delle 100 Donne Leader Globali più influenti che ha la mission di creare un ambiente equo e inclusivo per l’empowerment femminile. Può raccontarci nel dettaglio il suo cammino internazionale?

«Il G100 è il Gruppo mondiale rappresentativo di donne leader, costituito anche da premi Nobel, ex ministre, ex capi di stato, professioniste leaders, top manager, unite dall’unico intento di abbattere il gender gap in ogni settore. Il G100 è formato da 100 wing, cioè da 100 settori diversi per materie. Ogni wing ha una Global Chair della materia ed in ogni Stato può essere nominata una Country Chair, cioè una Presidente per quella materia.

Ho ricevuto la nomina a Italy Country Chair G100 nel settore Compliance, Integrity & Globalisation come riconoscimento della competenza di donna Giurista leader in Italia nella Compliance ed Integrity. Come Italy Country Chair sono onorata di mettere a disposizione le mie competenze, cercando di creare una rete in Italia di autorevoli uomini e donne che si adopererà nel tema compliance e legal per le pari opportunità. È un incarico che si svolge pro bono.

Quali sono le prossime azioni che dovrà mettere in atto?

Tra i primi atti dovrò nel prossimo futuro nominare un Denim Partner, perché il G100 è supportato da un Gruppo di 100 leader uomini per 100 materie – chiamato Denim Club – che ricoprono posizioni autorevoli nel business, politica, professioni, che scelgono di supportare il principio delle pari opportunità uomo-donna. Dovrò scegliere un come Denim Partner – leader autorevole – che supporti, sempre con incarico pro bono, l’impegno civile del mio mandato per la realizzazione delle pari opportunità nella compliance e integrity in Italia.  Altresì, dovrò nominare un board advisory che dovrà essere composto da uomini e donne autorevoli, poi le Country Chair Regional e City.

È una nomina importante non solo per me come professionista, ma anche per la nostra nazione, perché attraverso la mia nomina viene posta una cassa di risonanza in Italia sull’importanza del superamento del gender gap come declinazione compliance, come valore etico della società, come tema di giustizia sociale. Poi ci sarà il momento di condivisione della rete globale del G100 nella partecipazione al Women Economy Forum che si svolgerà in Italia nel 2025».

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