Difesa, ecco perché il Gcap è strategico per l’Italia
Chi c'era e cosa si è detto all'evento "Gcap e sistema-Paese: sfide e opportunità per l'Italia" organizzato oggi dall'Istituto Affari Internazionali (Iai)

Chi c’era e cosa si è detto all’evento “Gcap e sistema-Paese: sfide e opportunità per l’Italia” organizzato oggi dall’Istituto Affari Internazionali (Iai)
Il Global Combat Air Programme (Gcap) è un’esigenza, oltre che un’opportunità strategica per l’Italia.
È quanto emerso nell’evento “Gcap e sistema-Paese: sfide e opportunità per l’Italia” organizzato oggi dall’Istituto Affari Internazionali (Iai) presso la Camera di Commercio di Roma. Con l’occasione l’Istituto presieduto da Michele Valensise ha presentato in anteprima lo studio “The new partnership among Italy, Japan and the UK on the Global Combat Air Programme (Gcap)”. Ovvero il progetto per il sistema di combattimento aereo di sesta generazione guidato dal Regno Unito, Italia e Giappone.
Per quanto riguarda la controparte industriale, il programma Gcap vede come capofila Leonardo per l’Italia, Bae Systems per il Regno Unito e Mitsubishi Heavy Industries per il Giappone che hanno costituito una joint venture paritetica lo scorso dicembre e che firmeranno successivamente i contratti di fornitura con l’agenzia Gcap.
Nello studio gli esperti dello Iai hanno analizzato l’approccio dei tre Paesi al Gcap, la governance istituzionale e la cooperazione industriale nel programma, lo stato dell’arte di iniziative analoghe in Europa e negli Stati Uniti, le sfide e opportunità attuali e future, fornendo 15 raccomandazioni per il sistema-Paese italiano.
Tutti i dettagli.
LA NASCITA DEL GCAP
Come ha illustrato in apertura Alessandro Marrone, responsabile del programma “Difesa” dell’Iai, era il dicembre 2022 quando i capi dei governi di Italia, Giappone e Regno Unito hanno lanciato il programma Gcap, ma il Regno Unito ha iniziato a investire nel 2015 nel team Tempest. Possiamo parlare quindi per Londra di una via decennale. L’Italia entra nel 2019 con la firma del Mou da parte del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. All’epoca faceva parte del programma anche la Svezia, dopodiché Stoccolma ha deciso l’uscita dal programma Tempest.
Nel 2022 cambia la storia del programma con l’ingresso del Giappone, ricorda ancora Marrone. “Il Regno Unito ha preso seriamente l’invasione russa dell’Ucraina, non solo ha capito che era in gioco la sopravvivenza dell’industria aeronautica del paese” ha evidenziato l’esperto dello Iai.
Dunque “il Gcap andrà ad affiancare e poi sostituire gli Eurofighter, sta lavorando a un proprio dimostratore che volerà nel 2027” sottolinea Marrone.
LA VIA DELL’ITALIA AL GCAP
“Per il Giappone si tratta del programma di procurement più importante dalla seconda guerra mondiale, il primo senza gli americani, il primo di co-leadership e il primo per impegno finanziario e tecnologico. Tokyo ha una esigenza di fronteggiare l’aggressività cinese” evidenzia l’esperto dello Iai.
“Passare da junior partner a una cooperazione paritetica è una bella scommessa per Tokyo tanto che ha adottato le proprie normative sull’export per future esportazioni del velivolo” evidenzia Alessandro Marrone, precisando che “sarebbe pertanto un passo necessario anche l’Italia”. Roma dovrebbe rivedere infatti la sua legge sull’export datata 1985 che appunto è ormai da aggiornare, auspica l’esperto dello Iai.
L’IMPEGNO DI ROMA
Per quanto riguarda l’impegno italiano, prosegue Marrone, questo “è forte con coinvolgimento di difesa, industria e politica”. Il responsabile del programma Difesa dello Iai ha infatti rammentato che il con il nuovo Dpp 2024-2026, il governo ha stanziato per il programma Gcap 8,9 miliardi di euro fino al 2050, dunque spalmati in un arco di trent’anni.
“Solo per il 2025 il Giappone ha allocato 850 milioni Investimenti proporzionato alle ambizioni e stabile lungo gli anni”, precisa Marrone, perché è in questi anni che è cruciale il sostegno finanziario.
Dopodiché Marrone ha ricordato i principi cardine del programma: da un lato Freedom of action: “per ciascun partner non devono esserci limitazioni di sorta nell’impiego del velivolo”, dall’altro “Freedom of modification ovvero ciascun partner deve essere libero di fare aggiornamento e ammodernamento” garantendo così la “piena sovranità operativa e tecnologica” con una “visibilità reciproca su tutte le tecnologie”.
LA DIFFERENZA CON EUROFIGHTER E F-35
Alla luce di ciò, mette in evidenzia l’esperto dello Iai, si tratta di un “lavoro diverso da Eurofighter e F-35”. Rappresenta infatti un “traguardo importante raggiunto da Roma così come la design authority, la co-leadership” espressa nel principio di un terzo di responsabilità e sovranità, pari tra i tre partner del programma.
Secondo Marrone “stabilire una partnership paritetica vuol dire avere una base solida e duratura che va al di là di questo governo sia a Londra, sia a Tokyo sia a Roma. Se vuoi avere un ritorno qualitativo e quantitativo l’Italia deve metterci le palanche”.
“Il Gcap va verso una partnership strutturale tra i tre paesi, a ritmo spedito finora. Questo è l’inizio di un programma decennale per cui l’Italia deve giocare la sua partita. Sia l’agenzia sia la joint venture hanno la sede nel Regno Unito quindi Roma giocherà in trasferta”, chiosa Marrone.
Pertanto, il Gcap pone “molte sfide per l’Italia”, ma anche molte opportunità”, conclude Marrone.
IL CONTESTO GEOPOLITICO TROVA UN’EUROPA AL BIVIO
E la politica si è fatta trovare pronta. Come ha osservato Stefania Craxi, presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato: “Questo impegno ha trovato la commissione preparata, abbiamo un affare assegnato sul Global Combat Air Programme (GCap)”.
Secondo la presidente craxi il “Progetto può proiettare il nostro paese come player internazionale nel campo della sicurezza”, in una visione “condivisa con la maggioranza ma anche grande parte dell’opposizione”. Allo stesso tempo, “Bisogna garantire al progetto finanziamenti adeguati e tempi certi”.
“La necessità odierna è di ricomporre il sistema di difesa e sicurezza globale” ha ricordato Craxi aggiungendo che “L’amministrazione Trump pone l’Europa a un bivio. Oggi dobbiamo dare sostanza a una visione di futuro capace di definire l’interesse europeo”. Perché la “Pace disarmata esiste solo nel campo dell’ideale. Deve evolvere il concetto di difesa, non solo armi ma serve deterrenza proattiva” ha rimarcato la senatrice Craxi.
RIGUARDO GLI ALLEATI USA E IL PROGRAMMA F-35
“Noi europei abbiamo data per scontato la nostra sicurezza, l’abbiamo appaltata agli Usa, non è tanto Trump, ma gli alleati americani ce lo dicono da sempre. L’Italia ha investito negli F-35 non ottenendo un grande ritorno industriale” ha ammesso la presidente della commissione Difesa del Senato. “Dopodiché sugli F-35, il generale Goretti ha ricordato che comunque gli “F35 in garage ce l’abbiamo noi il velivolo possiamo quindi operare”.
“Ora con il Gcap c’è un salto di qualità e assume valenza per la politica di difesa e estera come evidenziato dallo studio Iai con capacità alla avanguardia nei prossimi decenni. Il paese si connetterà come produttore di sicurezza” ha aggiunto Craxi. Giappone e Regno Unito “non sono partner europei è vero, ma sono partner del G7. Quindi c’è “Collaborazione tra due membri della Nato e il suo più importante partner nell’indopacifico” ha proseguito Craxi.
Dopodiché, anche Craxi ha evidenziato che “Bisogna intervenire su vecchi impianti normativi che consentano trasferimento di tecnologie tra i tre partner in tempi brevi e certi”.
QUESTIONE DI COMPETENZA
Secondo il Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, Luca Goretti, riguardo al porgramma Gcap “La competenza non è soltanto militare, ma serve competenza industriale, diplomatica, della sicurezza e ricerca. Il progetto nasce da questo connubio di coinvolgere tutte le persone competenti per vedere che siamo in grado di competere con le altre nazioni nel settore. Siamo capaci di farlo se rimaniamo compatti e pensiamo al sistema paese nel vero senso di parola per far sì che anche inglesi e giapponesi ci considerino rilevanti”.
“Attraverso il gioco di squadra il sistema Italia ha dimostrato ai partner che siamo credibili” ha sottolineato il generale Goretti.
“Partecipare al 33% è un impegno notevole si tratta di un programma che non è solo aeronautico, ma è un sistema di sistemi che darà opportunità infinite a centri di ricerca e industria. Centralità dell’agenzia Gigo come elemento decisivo questa centralità non è stata appoggiata da tutti all’inizio, ma questa collaborazione paritetica che abbiamo ottenuto è stato il frutto di un gioco di squadra. Le nostre industrie non sono seconde a nessuno” ha sottolineato il capo di Sma.
IL RUOLO DELLA DIFESA
Da parte sua “La difesa, seguendo le linee guida del ministro si sta adoperando per il programma Gcap, primo sistema dei sistemi nativo digitale” ha messo in evidenza il generale Giuseppe Lupoli, direttore di Armaereo.
“Stiamo vivendo delle situazioni complesse e imprevedibili che gestiamo con modelli pensati non per la complessità odierna Quindi il programma Gcap è un’opportunità per applicare procedure all’avanguardia, per portare maggiore efficienza e qualità del prodotto dalle lezioni apprese nel passato. La certificazione è una delle aree su cui si sta agendo” ha affermato Lupoli. “Lo stesso Gcap è innovativo anche nell’approccio, – chiarisce Lupoli – a livello di certificazione ogni paese avrà una persona nel Gigo così che possa interloquire”.
“Massimizzando l’esperienza dell’F-35” prosegue il generale, “Nel campo della governance ogni paese deve fare un paso indietro per privilegiare l’Inter dipendenza a favore della competitività”.
Inoltre, “Dal punto di vista degli scambi delle tecnologie, – aggiunge il direttore di Armaereo – il Gcap rappresenta una evoluzion, per fare in modo di creare un ecosistema favorevole che salvaguardi il benessere e la competitiva del programma”. “L’Uama ha già favorito un primo passo, bisognerà fare in modo che faciliti gli scambi delle parti intra programma, qualcosa che sia snello a livello di licenze, che faciliti la partecipazione nazionale del programma quando lo si proporrà ad altri paesi”.
E poi, secondo Lupoli, c’è la “Sovranità dei dati: è necessario da subito investire nella creazione di una info-struttura distribuita a tutti livelli, c’è bisogno di scambiare i dati tra i partner, ma in modo sicuro, salvaguardando un accesso alle informazioni sensibili che sia condiviso tra i tre paesi. Il Gcap non è aeronautica o spazio, è esigenza per tutte le forze armate, una struttura che possa massimizzare i benefici nel partecipare a un programma del genere” ha concluso il direttore di Armaereo.
I NUMERI
Dopodiché Carlo Gualdaroni, Amministratore Delegato, Leonardo International, ha fatto il punto sullo stato dell’arte industrialedel programma: “Le attività cominciate un paio di anni fa, sono svolte svolte da team congiunti presenti in ogni paese, questo da subito l’idea della complessità del programma”.
“Non è un programma solo aerospaziale, che oggi impiega 9mila persone nel mondo nei tre paesi In Italia circa 3mila. A queste devono essere aggiunte tutte quelle necessarie per consolidare il programma fino al 2035 Quest’anno se verrà confermato non verrano stanziati solo 350 milioni ma si parla di un miliardo e due Non siamo secondi ai giapponesi, anzi. Da una prima valutazione, a regiment 8mila posti di lavoro sostenuti in Italia per i prossimi 35 anni. La produttività media nel settore aumenterà del circa 35%.”
“Le aziende stanno sostenendo programmi ambiziosi di assunzioni sia di personale stem sia tecnici specializzati” ha ricordato il manager di Leonardo.
GCAP GRANDE OPPORTUNITÀ PER L’ITALIA
Infine, “Il Global Combat Air Programme (Gcap) è un progetto innovativo, basato su valori condivisi e su una stretta sinergia tra governi e industrie dei Paesi coinvolti. La cooperazione tra Italia, Giappone e Regno Unito rappresenta un modello di collaborazione strategica, essenziale per affrontare con efficacia le sfide del futuro” ha affermato il sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, intervenendo all’evento ” organizzato dall’Istituto Affari Internazionali.
Pertanto, il “Gcap è un Asset del nostro paese, una grande opportunità di crescita e di sviluppo per l’industria così come grande occasione di export” ha proseguito Perego.
“Il 33% è risultato enorme frutto di una negoziazione forte da parte del ministro Crosetto” ha aggiunto il sottosegretario precisando che “Faccio fatico che possa nascere un sistema alternativo al Gcap in Europa. Penso auspicabilmente che possano entrare Francia e Germania nel Gcap”.
Dunque “Dobbiamo coinvolgere di più i cittadini per educare la cittadinanza. Chiamare il Piano non di riarmo piuttosto di deterrenza e difesa, perché afferisce a domini come cyber che riguarda la vita di tutti e di tutti i giorni” ha concluso Perego ricordando il dettame costituzionale: “I padri costituenti sono stati lungimiranti perché c’è sia l’articolo 11 e l’articolo 52 che è sacro dovere del cittadino difendere la patria”.