Delitto di Garlasco – “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”, la rivelazione di Giallo: “Sms di Paola Cappa a un amico”

“Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Sarebbe questo uno dei 280 messaggi che sarebbero finiti agli atti della Procura di Pavia nella nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, l’allora 26enne uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco il 13 agosto 2007, per cui fu condannato in via definitiva il fidanzato dell’epoca, Alberto Stasi. Ad inviare […] L'articolo Delitto di Garlasco – “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”, la rivelazione di Giallo: “Sms di Paola Cappa a un amico” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 16, 2025 - 04:20
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Delitto di Garlasco – “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”, la rivelazione di Giallo: “Sms di Paola Cappa a un amico”

“Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Sarebbe questo uno dei 280 messaggi che sarebbero finiti agli atti della Procura di Pavia nella nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, l’allora 26enne uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco il 13 agosto 2007, per cui fu condannato in via definitiva il fidanzato dell’epoca, Alberto Stasi. Ad inviare l’SMS a un amico, secondo il settimanale “Giallo”, sarebbe stata Paola Cappa, sorella gemella di Stefania, le cugine della vittima rientrate nell’occhio del ciclone della nuova inchiesta. Le due donna non sono indagate.

L’inchiesta riaperta dalla Procura a carico di Andrea Sempio sarebbe stata approfondita dalla rivista, che nel servizio pubblica anche una foto, postata da Paola sui social nel 2013, in cui compaiono dei piedi con calze a quadretti e in mezzo un’impronta a pallini, apparentemente simile a quella repertata ai tempi nella villetta di Garlasco, con la frase: “Buon compleanno sorellina”, riporta l’Ansa. Si cita anche una storia Instagram di Stefania, in cui appare un bambino tra biciclette e la scritta ‘Fruttolo’, che il settimanale collegherebbe al vasetto dello stesso yogurt rinvenuto nell’immediatezza del delitto in casa Poggi, e che sarà fatto analizzare dagli investigatori per cercare di individuare eventuali impronte e Dna. E ci sarebbero infine le intercettazioni dell’epoca in cui Paola, al telefono con la nonna, si sfogherebbe per un presunto disagio causato dall’ospitalità data ai genitori di Chiara quando la loro casa era sotto sequestro.

I messaggi riportati dal settimanale si aggiungono così alle perquisizioni dei Carabinieri nella casa di Sempio a Voghera, in quella dei suoi genitori a Garlasco e in un canale di Tromello, nel pavese, dove gli inquirenti sono stati guidati da una testimonianza, raccolta da Le Iene, che sarà trasmessa in un servizio in onda il prossimo 20 maggio. Questa versione ricalca in parte quella rilasciata e poi ritrattata da un tecnico del gas, Marco Muschitta, che fu sentito nel settembre 2007 dall’allora pm Rosa Muscio durante le prime indagini sull’omicidio di Poggi. All’epoca, l’uomo avrebbe dichiarato di aver visto una bicicletta che “non procedeva regolarmente ma andava leggermente a zig zag come se il conducente avesse qualcosa di ingombrante nella mano destra”. Poi avrebbe riferito che alla guida della bicicletta ci fosse “una ragazza con i capelli biondi a caschetto (…) che aveva nella mano destra un piedistallo tipo da camino grigio-canna di fucile con in testa tipo una pigna. Preciso che la ragazza teneva il manubrio con tutte e due le mani, ma con la destra impugnava sia il manubrio” che “questo oggetto (…). Giuro che ho visto questa ragazza che impugnava con la mano destra l’oggetto che ho descritto”, si legge sul verbale riportato dall’agenzia di stampa.

Il nuovo testimone, ascoltato da Le Iene, ha svelato di aver sentito da una persona, alla presenza di un altro conoscente ed entrambi deceduti, il racconto di quanto il primo dei due avrebbe visto quel 13 agosto 2007. E avrebbe quindi “riferito di un oggetto gettato in un canale”, lo stesso di Tromello in cui, durante le perquisizioni di ieri, gli investigatori hanno rinvenuto una serie di oggetti anche di metallo, tra cui un martello, nei pressi di una casa che era di proprietà della nonna delle gemelle Cappa. L’attrezzo è ritenuto interessante dagli investigatori perché proprio un martello fu l’unico oggetto di cui la famiglia Poggi denunciò la scomparsa dalla loro villa dopo la brutale aggressione ai danni di Chiara. Ed è per questo motivo che è stato sequestrato dagli inquirenti e sarà analizzato per stabilire se vi è una compatibilità con il delitto e con il martello scomparso dalla villetta di Garlasco che però, secondo una perizia effettuata. Sul caso, al momento, vige la massima cautela. Per l’omicidio della 26enne fu condannato in via definitiva nel 2015 l’allora fidanzato Alberto Stasi, attualmente in regime di semilibertà. La Cassazione, nelle motivazioni della sua condanna “oltre ogni ragionevole dubbio”, aveva scritto che l’andamento di quell’inchiesta “fu senz’altro non limpido, caratterizzato anche da errori e superficialità”.

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