Decreto Bollette 2025, bonus sociale e imprese energivore: le novità sul tavolo
Decreto Bollette, governo tra bonus sociale, aiuti alle imprese e nucleare. Meloni boccia la bozza, Pd propone acquirente unico e disaccoppiamento energia-gas

Il Consiglio dei ministri si accinge a mettere mano al solito puzzle energetico, il Decreto Bollette, cercando di assemblare misure contro il caro energia e una riforma sul nucleare. L’incontro è fissato per oggi 28 febbraio 2025, alle 9.00, a Palazzo Chigi.
Giorgia Meloni ha riunito l’altro ieri il suo team, tra cui il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, per un’altra sessione di equilibrismo politico ed economico. Da un lato, le famiglie che arrancano tra bollette fuori controllo, dall’altro, imprese sempre più rumorose nelle richieste di aiuti. La coperta è corta, i soldi pochi e trovare una quadra senza scontentare nessuno è una sfida che si gioca sul filo del rasoio.
Decreto Bollette, risorse limitate e focus sulle fasce più vulnerabili
Al momento il governo è in piena navigazione a vista, cercando di barcamenarsi tra risorse limitate e pressioni crescenti. Sul tavolo ci sono circa 2,8-2,9 miliardi di euro. L’ipotesi principale prevede un bonus sociale potenziato, con una soglia Isee che potrebbe salire da 9.530 a 20.000 euro per tre mesi. Per le famiglie numerose, il tetto si alzerebbe in proporzione, perché a quanto pare più bocche da sfamare significano più problemi.
Dietro le quinte, Giorgia Meloni non ha preso bene la prima bozza del decreto, poi rinviato. L’ha bocciata e ha ordinato un restyling immediato, chiedendo misure più incisive, in particolare per chi è maggiormente in difficoltà. Il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto e il responsabile per gli Affari europei Tommaso Foti sono stati messi al lavoro per risolvere il rebus. Dall’altra parte del globo, Giancarlo Giorgetti, in trasferta a Cape Town per il G20, segue la situazione a distanza.
Nel frattempo, si fa strada un’altra idea: livellare la differenza tra il prezzo del gas europeo e quello italiano, perché pagare di più a parità di mercato è un lusso che il Paese non può permettersi. Inoltre, si pensa di vincolare una parte dell’energia idroelettrica a tariffe più contenute per le industrie energivore, evitando che il solito meccanismo distorto faccia lievitare i costi di produzione.
Interventi per le imprese: quali opzioni sul tavolo
Oltre al sostegno alle famiglie, il governo è alla ricerca di una via d’uscita anche per le imprese, ma con margini di manovra che si fanno sempre più stretti. Con buona parte delle risorse già ipotecate per il bonus energia, si cerca di far quadrare i conti con soluzioni rapide e a basso impatto sui bilanci statali. Una delle ipotesi più praticabili prevede l’anticipo delle compensazioni per i costi indiretti legati all’Ets, la tassa europea sulle emissioni di CO2, un’operazione che richiede poco sforzo burocratico e garantisce risultati immediati.
Sul fronte idroelettrico, il solito braccio di ferro con Bruxelles è ancora in corso. Il governo sta esplorando opzioni per il rinnovo delle concessioni, tra cui l’idea di vincolare i rinnovi alla cessione al Gse di una quota dell’energia prodotta, o lasciare spazio ai gestori uscenti che siano disposti a presentare piani di investimento a lungo termine.
Proposte del Partito Democratico
Parallelamente, il Partito Democratico ha messo sul tavolo due proposte per rispondere all’emergenza energetica. La segretaria Elly Schlein ha dichiarato:
“Le proposte del Pd sono due: disaccoppiare il prezzo dell’energia dal prezzo del gas. Oggi a fare il prezzo dell’energia in Italia è il prezzo del gas, che è la fonte di energia più cara”.
Un’altra mossa che il Pd vorrebbe vedere attuata è la creazione di un acquirente unico pubblico per garantire tariffe più basse e ridurre la volatilità del mercato.
Il Partito Democratico, supportato da Alleanza Verdi e Sinistra e dal Movimento 5 Stelle, ha alzato la pressione sull’esecutivo affinché adotti soluzioni concrete per famiglie e imprese alle prese con costi fuori controllo.
Il Consiglio dei ministri di oggi metterà mano anche al ddl nucleare, con l’approvazione della delega legislativa sul settore. Un argomento che promette di infiammare ulteriormente il dibattito.