Dazi USA, l’impatto sulle imprese e sull’economia italiana
PIL al ribasso, perdita export imprese, posti di lavoro a rischio, economia in sofferenza: le iniziative del Governo e dell'Europa in risposta ai dazi USA.

La svolta impressa all’economia mondiale dai dazi USA si impone come tema prioritario di politica economica per i governi di tutto il mondo. Per le merci europee il d-day è mercoledì 9 aprile, quando entrano in vigore le barriere del 20% all’export negli Stati Uniti, nel frattempo si moltiplicano le iniziative negoziale sia a lievllo comunitario sia da parte dei singoli Stati.
Il Governo ha convocato lunedì un vertice a Palazzo Chigi con i ministeri economici, mentre da martedì 8 inizia un confronto con le imprese per valutare l’impatto e le iniziative da intraprendere sui singoli settori. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha anche in agenda un incontro con il presidente americano Donald Trump per il prossimo 16 aprile.
Nel frattempo, le borse registrano un andamento ribassista con pochi precedenti e si delinea l’impatto dei dazi USA sull’economia: a livello di crescita, la Banca d’Italia ha tagliato al ribasso le stime del PIL italiano 2025, allo 0,6% dal precedente +0,8%, e scendono anche le stime sul 2026 e 2027.
Dazi USA: impatto sulle PMI italiane
Per quanto riguarda le imprese, Confartigianato calcola che le nuove tariffe potrebbero far calare di oltre 11 miliardi le esportazioni verso gli Stati Uniti, che oggi valgono 64,8 miliardi di euro, e far perdere 33mila occupati al settore della manifattura. Più di un terzo dell’impatto occupazione riguarderebbe le micro e le piccole imprese, con 13mila posti di lavoro a rischio.
La regione più esposta alle restrizioni commerciali è la Lombardia, che vale il 20,5% delle esportazioni verso gli USA, seguita da Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte e Lazio.
Fra i settori che esprimono maggiori preoccupazioni c’è il Made in Italy agroalimentare. Per il settore del vino, Coldiretti stima una perdita potenziale di 390 milioni di euro, senza escludere scenari peggiori.
Le iniziative del Governo Meloni
I prossimi giorni e settimane saranno decisivi per capire in che modo si potrà evolvere la situazione sotto il profilo dei negoziati con gli USA.
L’Italia non nasconde l’ambizione di ottenere una marcia indietro dalla Casa Bianca. Si teme che Roma voglia negoziare in modo separato rispetto al resto dell’Unione Europea, anche se questa ipotesi al momento non è stata confermata da Palazzo Chigi. Esiste anche lo scenario in base al quale l’Italia possa essere una risorsa per il negoziato europeo, essendo fra i paesi con i migliori rapporti con Washington.
L’Unione Europa continua a ribadire una linea che vede da una parte la decisione in vista di imporre contro-dazi verso gli Usa, dall’altra la volontà di proseguire sulla via del negoziato per arrivare a una soluzione distensiva. Il clima al momento non sembra far prevedere un ripensamento USA, ma i cambi di marcia da parte dell’amministrazione americana sulla guerra commerciali sono stati molteplici negli ultimi mesi per cui è difficile fare previsioni.
La strategia UE e BCE
Il Consiglio Europeo deciderà gli eventuali contro-dazi il 9 aprile, il giorno in cui entrano in vigore le tariffe americane del 20%. L’orientamento è quello di decidere dazi proporzionati a quelli USA, con una linea quindi ferma ma non aggressiva.
La guerra commerciale potrebbe avere impatto anche sulle politiche monetarie, con una più decisa strategia di allentamento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea. La prossima decisione di politica monetaria è fissata per il 17 aprile: sarà la prima occasione utile per capire in che modo la BCE intende reagire al nuovo scenario internazionale.