Accertamenti in Catasto dopo Superbonus: si parte dai ruderi ristrutturati

L'Agenzia delle Entrate chiede l'adeguamento catastale per gli immobili ristrutturati con il Superbonus, a partire da quelli inagibili ristrutturati.

Mar 25, 2025 - 10:32
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Accertamenti in Catasto dopo Superbonus: si parte dai ruderi ristrutturati

Le lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti che hanno utilizzato il Superbonus senza aggiornare la rendita catastale parte dagli immobili collabenti come ruderi e immobili non agibili.

Le missive, par di capire, riguarderanno in particolare i lavori per i quali sono stati chiesti sconto in fattura e cessione del credito, che rappresentano la maggior parte degli interventi edilizi agevolati con Superbonus e Supersismabonus.

Controlli sui ruderi ristrutturati con Superbonus

L’intenzione di procedere in via prioritaria con questi immobili è stata annunciata dal neo-direttore dell’AdE, Vincenzo Carbone, in occasione di Telefisco, l’evento con la stampa di settore. Il presupposto è intuitivo: chi ha effettuati interventi edilizi su un fabbricato fatiscente, tendenzialmente lo ha reso abitabile o utilizzabile, e di conseguenza deve aggiornare la rendita catastale.

Le lettera di compliance, par di capire, riguarderanno in particolare i lavori per i quali sono stati chiesti sconto in fattura e cessione del credito, che tendenzialmente rappresentano la stragrande maggioranza degli interventi edilizi agevolati con il Superbonus.

Il caso degli immobili collabenti (con cui si parte) è evidentemente privo di rischio contenzioso o quasi, perché questi edifici – nel momento in cui vengono riqualificati – devono necessariamente cambiare classificazione catastale. Si tratta di circa 10mila missive che riguardano lavori edilizi agevolati con il maxi-credito d’imposta per ristrutturare immobili non abitabili e che adesso vanno iscritti in Catasto se non lo erano o devono subire una rettifica della rendita.

Obbligo di adeguamento catastale

Questa prima fase di accertamento si inserisce in una più ampia operazione del Fisco mirata a controllare tutti i casi in cui, dopo i lavori agevolati con il Superbonus, non è stata effettuata la comunicazione sull’aggiornamento di rendita catastale. E’ una questione complessa, perché questo adempimento è obbligatorio ma solo se gli interventi edilizi hanno effettivamente prodotto una variazione significativa.

La fattispecie non è sempre facile da verificare, soprattutto nel caso di lavori che non abbiamo modificato sensibilmente le volumetrie. Ad esempio, i lavori con Superbonus possono facilmente ricadere nel perimetro dell’adempimento quando è stato realizzato il cappotto termico, che modifica la profondità dei muri.

Cosa fare dopo aver ricevuto l’avviso delle Entrate

Le lettere di compliance mirano ad evitare il contenzioso, segnalando l’anomalia al contribuente e fornendogli la possibilità di regolarizzare la situazione.

Per variare la rendita catastale bisogna presentare il DOCFA. In via ordinaria questo adempimento va effettuato entro 30 giorni dall’ultimazione dei lavori ma, in questo caso, lo si potrà fare dal momento in cui si riceve la comunicazione. Il contribuente può anche decidere di non procedere e motivare la mancata presentazione della dichiarazione se i lavori non hanno determinato modifiche tali da richiedere una variazione della rendita catastale.

L’Agenzia delle Entrate, vista la complessità delle regole in materia, pubblicherà una serie di materiali informativi sul suo portale, per agevolare i contribuenti nella comprensione della norma e sulla procedura da seguire adeguata ai singoli casi.

L’invio delle missive proseguirà coinvolgendo tutti gli immobili ristrutturati con il Superbonus che non hanno variato la rendita catastale.