Dazi USA di Trump, le reazioni dei Mercati dal Mondo
L’annuncio dei dazi USA imposti dal Presidente Donald Trump scatenano polemiche e contromisure in tutto il Mondo. Le nuove “tariffe reciproche” – così le ha definite il tycoon – vanno dal 10 al 49% e promettono stravolgimenti nei Mercati. «Faremo il possibile per lavorare a un accordo, l’obiettivo è evitare una guerra commerciale che inevitabilmente […] L'articolo Dazi USA di Trump, le reazioni dei Mercati dal Mondo proviene da ilBollettino.

L’annuncio dei dazi USA imposti dal Presidente Donald Trump scatenano polemiche e contromisure in tutto il Mondo. Le nuove “tariffe reciproche” – così le ha definite il tycoon – vanno dal 10 al 49% e promettono stravolgimenti nei Mercati. «Faremo il possibile per lavorare a un accordo, l’obiettivo è evitare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali» ha scritto la Premier Giorgia Meloni su Facebook. Intanto, i futures delle azioni statunitense sono calati del 3%, il prezzo del petrolio è sceso di oltre 2 dollari al barile, quello del Bitcoin del 4,4%.
Le prime risposte dai Governi
In prima linea c’è l’Unione Europea, che il 9 aprile presenterà la prima lista di contromisure in risposta ai dazi sull’alluminio e l’acciaio, che da soli valgono circa 20 miliardi di euro. «I numeri emersi negli USA sono fuorvianti. La media dei dazi applicati agli Stati Uniti è dell’1,4%, mentre quelli degli USA all’UE sono l’1,2%» hanno dichiarato funzionari europei. Il Canada si prepara invece a rispondere alla batosta per l’importazione di automobili: «Ci adegueremo all’approccio statunitense. Tariffe del 25% su tutti i veicoli importati dagli USA non conformi all’Usmca, il nostro accordo di libero scambio nordamericano» ha comunicato il Primo Ministro Mark Carney.
Cosa succede nell’automotive
Il settore dell’automotive è uno dei più colpiti dai dazi imposti da Trump. Stellantis ha licenziato temporaneamente 900 lavoratori in 5 stabilimenti statunitensi, oltre ad aver sospeso uno stabilimento di assemblaggio in Messico e in Canada. Ferrari alza fino al 10% il prezzo delle sue auto negli USA: «Aggiorneremo la nostra politica commerciale. Le condizioni rimarranno invariate per gli ordini dei soli modelli importati prima del 2 aprile e per quelli delle Ferrari 296, SF90 e Roma». Intanto, i prezzi delle auto importate potrebbero aumentare tra i 5.000 e i 15.000 dollari. I modelli assemblati negli Stati Uniti rischiano di subire rincari compresi tra 3.000 e 8.000 dollari. In Borsa, le azioni di Porsche AG sono calate del 5,4%, quelle di Mercedes-Benz AG del 4,8%. -4,7% per Ferrari e -3,7% per BMW AG, mentre Volkswagen AG chiude con un -2,9%.
Gli altri Mercati in crisi
Al Vietnam sono state applicate tariffe del 46% e le ripercussioni colpiscono il settore dell’abbigliamento. «Dobbiamo essere calmi, coraggiosi e avere risposte tempestive a tutti gli sviluppi» ha dichiarato il Premier Pham Minh Chinh. Nike produce il 50% delle sue scarpe e il 28% del suo abbigliamento sportivo nel Paese. Adidas il 38% di scarpe e il 18% di abbigliamento. Non a caso, il titolo di Nike è crollato del 12,5% nella giornata di ieri. Tempo di riflessioni anche per l’industria farmaceutica, che nel 2024 ha registrato una produzione di oltre 56 miliardi di euro e ha raggiunto i 54 miliardi di euro in esportazioni. «L’Italia esporta annualmente 11 miliardi di farmaci verso gli USA e il Made in Italy rappresenta un’eccellenza. Siamo fiduciosi che la negoziazione tra il Governo e la Commissione europea possa portare a un esito positivo per i farmaci. Escludendoli dai dazi poiché sono un bene primario» ha spiegato il Presidente di Farmindustria Marcello Cattani.©