Davide Pesavento: “Sogno un campionato. Guidare di traverso fa parte di me.”

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Apr 17, 2025 - 14:00
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Davide Pesavento: “Sogno un campionato. Guidare di traverso fa parte di me.”

Piacere di conoscerti Davide. Abbiamo visto che si è mosso un bel un bell’ interesse attorno a te e ai tuoi spettacolari passaggi e ci fa piacere averti tra le pagine di Rallyssimo.

(ndr. ride) Cavolo sì, me ne sono accorto anche io che si sta muovendo un po’ di “pubblicità”, diciamo così.

Eh sai i passaggi sono quelli che sono, quindi è chiaro che poi la gente si entusiasma e a noi non può che far piacere scambiare due chiacchiere di rally con te.

Fa piacere anche a me, vuol dire che che sto facendo qualcosa di buono evidentemente.

Ed inizia così la nostra intervista con Davide Pesavento, giovane promessa classe 2001 che tanto sta impressionando nel campionato italiano rally riservato alle due ruote motrici dopo una stagione di “apprendistato” nell’ERC Junior.

Una piacevole telefonata con un ragazzo a cui piace molto di più parlare col volante tra le mani ma, che si è messo volentieri a disposizione delle nostre curiosità e ci ha raccontato molto del suo presente e, soprattutto, del suo futuro.

Partiamo dalla gara del weekend, il Rally Regione Piemonte. (ndr. Pesavento ha concluso ventiduesimo assoluto e secondo di 2RM). Raccontaci un po’ che gara è stata, quelle che sono state le sensazioni ed il risultato che ne è scaturito.

Come avevo detto nelle interviste pregara, sapevo sin da subito che all’inizio sicuramente avrei fatto fatica perché la gara era nuova per me e non l’avevo mai fatta. Non conoscendo le strade sicuramente il primo giro sarebbe stato’ di rodaggio. Conoscenza del percorso, capire un attimo dovere mette le ruote, dove si poteva osare un po’ di più. Siamo partiti bene comunque, secondo me

Avevamo subito un buon feeling, nonostante un percorso non proprio facilissimo. Strade strette, piene di tagli, sporche. Non facile sentirsi subito a proprio agio ma comunque una buona prima giornata, nonostante qualche problemino con la scelta delle gomme. Poi su Loazzolo ho preso un ponte che mi ha fatto perdere una manciata di secondi che, alla fine, mi sarebbero stati molto utili per il risultato finale.

Comunque sabato, al di là di tutto è stata una giornata abbastanza positiva dai. Sebbene abbia avuto i miei problemini. E poi la domenica direi molto bene. Sul bagnato abbiamo fatto la differenza, soprattutto sul primo passaggio della lunga.

Ho recuperato due posizioni e mancava ancora una prova, eravamo a sei secondi. Abbiamo provato a fare una scelta di gomme credendo che la strada fosse ancora un po’ umida. E invece niente, si è rivelata tutta asciutta. Per fortuna non perso troppo, abbiamo comunque mantenuto il secondo posto e va benissimo così.

“Guardando alla tua carriera – che magari non è lunghissima, anche per via della tua giovane età – mi ha colpito un aspetto in particolare, e vorrei approfondirlo con te. Quanto è stata importante, nel tuo ritorno alle gare nazionali, l’esperienza maturata correndo in contesti diversi, come lo Junior WRC o l’ERC?

Parliamo di campionati che si disputano su fondi e terreni molto diversi rispetto a quelli italiani, e dove ti sei subito trovato a competere con i migliori della categoria. Quanto ti ha aiutato, concretamente, quella fase della tua carriera, anche alla luce dei buoni risultati che avevi ottenuto?”

È stata un’esperienza molto positiva, anche se i risultati non sono stati proprio quelli che speravo. Però, a livello personale, mi ha lasciato tanto. Correre su strade completamente diverse dalle nostre – tutte molto veloci, con solo due passaggi – ti costringe a lavorare bene sin da subito con le note, e a fidarti. Una volta che hai il casco allacciato, devi solo crederci e buttarti.

E in quelle situazioni, oltre alla fiducia, serve anche la capacità di adattarsi. Ti faccio un esempio: magari parti per una prova e inizia a piovere, ma non hai le gomme giuste. Non puoi permetterti di mollare, devi arrangiarti, capire cosa fare, improvvisare. In quei contesti ho vissuto davvero tante situazioni difficili, ma proprio difficili. E sono sicuro che mi torneranno utili in futuro, perché quelle esperienze ti formano davvero.

Come esperienza sicuramente la porterò con me.

Per te quest’anno è il terzo cambio di di gomma consecutivo, cioè hai fatto vedo Pirelli, Hankook e adesso Michelin.

Eh sì, sì, sì, praticamente mi manca solo MRF e poi le ho provate tutte. (ndr. ride)

È chiaro, immagino che anche quello – pur avendo corso quasi sempre con la Rally4, e in particolare con Peugeot – abbia comportato delle difficoltà. Soprattutto in termini di adattamento, ma anche rispetto alle scelte che poi, in un modo o nell’altro, hanno influito sui tuoi risultati. È così?

“Eh sì, certo, anche le scelte fatte hanno inciso. Conoscendo abbastanza bene l’auto, la Rally4, in questa gara abbiamo preso alcune decisioni che si sono rivelate positive… e altre un po’ meno. Ti faccio un esempio: soprattutto il sabato, all’ultimo giro, abbiamo tribolato un po’ con l’usura eccessiva.

Però dai, guardando il bicchiere mezzo pieno, adesso sappiamo meglio come muoverci in certe condizioni. Ogni gara è un’esperienza che ci fa crescere e ci prepara per quelle successive.”

“Una curiosità che riguarda proprio il tuo stile di guida, vista dalla prospettiva di chi ti guarda da fuori, dal bordo della strada. Rispetto agli altri della tua categoria, a occhio nudo risulti sicuramente più spettacolare, più ‘sporco’ nel senso buono del termine, meno pulito ma molto più bello da vedere.

Dal tuo punto di vista, è uno stile che senti tuo? È una scelta che ritieni più redditizia, ti diverte di più… oppure è semplicemente legata alla tua giovane età e alla voglia di attaccare sempre? Raccontaci un po’ questo aspetto.

“Eh ti dirò… sicuramente è uno stile di guida che mi piace, perché altrimenti non lo farei, no? Poi, non so se sia un vantaggio o uno svantaggio, ma io sono un vero amante della terra, e il traverso è qualcosa che fa parte di me, è proprio nel mio modo di guidare.

È una cosa che mi viene naturale, che mi diverte, e credo si veda anche da fuori. Magari non è sempre la scelta più ‘pulita’ o più redditizia a livello cronometro, ma è il mio stile, e al momento mi ci trovo bene così.”

Te l’avrei chiesto mi hai anticipato.

“Eh sì, ormai ho notato che un po’ ovunque – anche sull’asfalto, purtroppo – cerco sempre di metterla di traverso dove posso… ovviamente cercando comunque di restare efficace e redditizio. Col tempo ho imparato a destreggiarmi meglio nel mio stile di guida, e se riesco anche a dare spettacolo, beh, non può che farmi piacere!

Poi certo, lo dico anch’io: in alcune condizioni, magari fare un traverso di troppo non è la scelta più redditizia. Ma in altre situazioni, soprattutto quelle più difficili – con un po’ d’umido, sporco in strada o grip variabile – secondo me può fare la differenza. Ho avuto delle prove dove i cronometrici parlavano chiaro: con il mio stile, sono riuscito a fare la differenza. E quello dà fiducia.

“Quest’anno ti vedremo impegnato nel Due Ruote Motrici in Italia, ma sei ancora giovanissimo. Quali sono, guardando un po’ più in là, le tue prospettive? Quali sono le ambizioni che hai per il tuo percorso nel mondo dei rally?”

“Ma oddio… sicuramente uno dei miei sogni è diventare un campione italiano assoluto, in una delle categorie principali: terra, asfalto o assoluto generale. Mi piacerebbe davvero riuscire a lasciare il segno in uno di questi campionati.

Poi, certo, mi piacerebbe sicuramente puntare a qualcosa anche fuori dall’Italia, però cerco di restare con i piedi per terra. Avendolo vissuto in prima persona, so bene cosa serve per fare bene all’estero. Ho visto sulla mia pelle come lavorano gli stranieri, il livello di preparazione, l’organizzazione…

Ad esempio il numero impressionante di giornate dentro la macchina…

è davvero un altro mondo. Nell’europeo in una giornata si guidano 100 chilometri di speciale, nell’italiano 50, per farti capire.

Quindi sì, l’ambizione c’è, ma so che sarebbe molto difficile. Però, per come la vedo io, se ci fosse l’occasione giusta, sarebbe bello riuscire a fare qualcosa di carino anche fuori, dimostrando che anche noi italiani possiamo dire la nostra.”

Quindi diciamo che quest’anno tutto asfalto, niente terra.

Secondo me una o due gare sulla terra potrebbe uscirci. Abbandonarla anche no.

E ti chiedo un’ultima cosa, perché è un po’ l’argomento del momento e non posso certo evitarlo. Hai corso contro le nuove Lancia, tra l’altro con un interprete importante come Pisani, che nella categoria è uno dei riferimenti. Che impressione ti ha fatto questa macchina?” Ovviamente per quello che poi hai potuto vedere, quindi immagino poco e niente.

“Eh, allora… come immagine secondo me è davvero una grande cosa. Il ritorno della Lancia, soprattutto per noi italiani, ha un significato enorme: è un marchio che ha fatto la storia del rally e che, in un modo o nell’altro, ha lasciato qualcosa dentro a tutti noi. Penso alle Delta, alle 037, alle Stratos… sono nomi che emozionano ancora oggi.

Quindi vederla tornare, rimettersi in gioco, è quasi un motivo d’orgoglio. E lo sarà ancora di più per me, visto che tra un mese avrò modo di provarla anche io.

Sul piano tecnico, su come potrà andare davvero… beh, quello lo potrò dire solo dopo averci messo le mani. Prima voglio provarla, poi magari ci risentiamo e ti dico tutto!”

Non so a cosa porterà ma, sognare non costa niente anche se è sempre bene restare cauti.

Ultimissima domanda: una quattro ruote motrici?

Bella domanda…

“E ti dico, soprattutto sulla terra mi piacerebbe tantissimo usarla, sarebbe davvero un sogno. Prima o poi penso che ci arriverò… non so dirti quando, magari anche a fine anno, magari in qualche apparizione spot. Nel rally non si può mai dire mai.

Per ora, però, restiamo concentrati su quello che stiamo facendo con le Due Ruote Motrici e con la Lancia. Testa bassa, umili, passo dopo passo. Poi chissà… se tutto va bene, ci sarà tempo anche per toglierci qualche bella soddisfazione. Non c’è fretta, sono ancora giovane!”

Hai perfettamente ragione Davide. Grazie 1000.

Grazie a voi.

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