Da Londra a Milano: la scommessa strategica di Wirex sull’Italia per la crescita nell’UE

In un settore ancora tormentato da crolli, volatilità e incertezza normativa, poche aziende osano adottare un approccio alla crescita crypto basato innanzitutto sulla conformità.

Mag 8, 2025 - 11:14
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Da Londra a Milano: la scommessa strategica di Wirex sull’Italia per la crescita nell’UE

In un settore ancora tormentato da crolli, volatilità e incertezza normativa, poche aziende osano adottare un approccio alla crescita crypto basato innanzitutto sulla conformità. E ancora meno lo fanno con una visione a lungo termine incentrata su infrastrutture, licenze e fiducia dei consumatori. 

Ma una fintech sta percorrendo la strada meno battuta — e sta dimostrando perché il prossimo capitolo delle crypto in Europa non sarà scritto sulle nuvole della speculazione, ma sul terreno della regolamentazione. 

Parliamo di Wirex: un’azienda di pagamenti digitali fondata nel Regno Unito che, nell’ultimo decennio, è passata silenziosamente da startup crypto emergente a una delle piattaforme più autorizzate a livello internazionale nel settore. 

La logica è semplice, ma le implicazioni sono profonde: con il MiCA, il regolamento dell’UE sui mercati delle cripto-attività, destinato a ridisegnare il funzionamento dell’economia degli asset digitali in oltre 30 Stati membri, Wirex scommette che essere presenti in anticipo, in regola e sul territorio sarà la formula vincente. 

Questa non è una prova. È una strategia di lungo periodo.    

“Il settore crypto non può più permettersi di improvvisare,” ha dichiarato Pavel Matveev, Co-fondatore di Wirex. “Stiamo entrando in una fase in cui a contare non è solo l’innovazione del prodotto — ma la chiarezza normativa, la resilienza operativa e la protezione dell’utente. Ecco perché l’Italia.” 

Perché l’Italia — e perché adesso? 

Mentre i concorrenti globali continuano a limitare la loro esposizione normativa, Wirex ha fatto una scelta chiara. Nel 2025, l’azienda ha preso una decisione strategica — selezionare l’Italia come base crypto europea per guidare le operazioni nell’intera Area Economica Europea (EEA). 

Dalla struttura legale allo sviluppo prodotto e alla conformità, Milano è ora il centro nevralgico crypto di Wirex per l’EEA. 

Una mossa calcolata. Sebbene Francia, Germania e Paesi Bassi dominino la copertura mediatica fintech, l’Italia si sta affermando come una giurisdizione pragmatica e aperta all’innovazione. Concentrandosi su un equilibrio tra regolamentazione e sperimentazione, il Paese si sta posizionando come un’alternativa attraente per startup e investitori alla ricerca di stabilità senza rinunciare all’innovazione.  

Panorama di mercato in Italia

Il settore fintech italiano è tra i più in rapida crescita in Europa. Nel 2023, il Paese contava 622 startup fintech e insurtech, con circa il 15% costituite da aziende estere. In particolare, la community Fintech District di Milano rappresenta oltre 300 realtà, coprendo più del 60% del mercato nazionale. 

Nonostante un contesto di finanziamento difficile, le startup fintech italiane hanno raccolto 174 milioni di euro nel 2023, segnando un calo dell’81% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nel quarto trimestre si è registrata una ripresa significativa, segnale della resilienza del settore. 

Parallelamente, il mercato crypto sta guadagnando terreno. Nel 2024, circa 2,7 milioni di Italiani possedevano asset digitali, pari al 7% della popolazione internet tra i 18 e i 75 anni. Si tratta di un aumento del 118% rispetto a cinque anni fa.

Questo divario tra consapevolezza e adozione segnala un enorme potenziale ancora inesplorato — un mercato che Wirex è ora ben posizionata per servire. 

Ecosistema fintech e stato normativo 

Il fascino dell’Italia non è solo nelle dimensioni del mercato — ma nelle infrastrutture. Il governo ha fatto passi concreti verso un’innovazione responsabile. È stato uno dei primi Paesi UE ad abbracciare linee guida chiare per gli asset digitali, con l’implementazione del MiCA ormai ben avviata. 

Il 13 settembre 2024, l’Italia ha pubblicato il Decreto Legislativo n. 129, che attua il Regolamento (UE) 2023/1114 sui mercati delle cripto-attività (MiCAR). Il decreto introduce un quadro normativo completo per i Crypto-Asset Service Providers (CASP) operanti in Italia, sostituendo le regole precedenti per i VASP (Virtual Asset Service Providers). 

Sebbene il Paese avesse inizialmente proposto un aumento della tassa sulle plusvalenze da crypto dal 26% al 42%, questa misura ha incontrato una forte opposizione. Legislatori e stakeholder hanno sostenuto che avrebbe potuto spingere le attività crypto nell’illegalità. Alla fine, il governo ha mantenuto l’aliquota al 26% per il 2025, con un aumento pianificato al 33% nel 2026 (Reuters, Cryptonomist). 

Per Wirex, questa chiarezza è un vantaggio competitivo — non un onere. 

Più di un ingresso nel mercato: un case study di crescita guidata dalla conformità 

Wirex ha sempre puntato a rendere la crypto utile nella vita reale — dando priorità alla praticità rispetto alle mode del momento. Per gli utenti in Italia, ciò significa un prodotto innovativo e intuitivo: una carta crypto compatibile con Visa e Mastercard, la possibilità di gestire valute fiat e digitali in un’unica app, e un’interfaccia user-friendly costruita con la conformità al centro. 

Mentre l’Italia si prepara a implementare completamente il MiCA, Wirex propone una soluzione pronta per l’uso quotidiano — e per il futuro. 

Questo impegno per l’utilità non è solo una dichiarazione d’intenti — è supportato dai risultati. Nel 2015, Wirex ha lanciato la prima carta crypto al mondo, che consentiva di convertire istantaneamente crypto in fiat al momento del pagamento. Da allora, la piattaforma è diventata principle member sia di Visa che di Mastercard, ha elaborato oltre 20 miliardi di dollari in transazioni, e ha costruito una base globale di oltre 6 milioni di utenti in più di 130 Paesi.

E la fiducia non è solo un principio — è un dato. Un sondaggio del 2024 condotto da Consensys ha rivelato che il 94% degli italiani conosce il termine “criptovalute”, ma solo il 49% afferma di sapere come funzionano. Tra chi non investe, il 60% ha citato la volatilità, il 54% i rischi di truffa e il 41% ha detto di non sapere da dove iniziare. 

Radicandosi nella conformità e nell’educazione dell’utente, Wirex ha l’opportunità di colmare questo gap di fiducia e costruire una relazione di lungo termine con i consumatori italiani. 

L’impegno dell’azienda per la trasparenza non è passato inosservato. Nel 2025, Wirex è stata finalista agli ICA Compliance Awards Europe — un risultato raro in un settore che ancora fatica a guadagnarsi la fiducia delle autorità. 

“La fiducia è la vera valuta della crypto,” ha aggiunto Pavel Matveev, Co-fondatore di Wirex. “E la fiducia si guadagna con regolamentazione, licenze e protezione dell’utente — non con gli slogan.” 

Cosa si sta costruendo a Milano 

L’ufficio di Wirex a Milano non è un retrobottega. È un cantiere per il futuro della crypto regolamentata in Europa. 

Il team comprende veterani del banking, compliance e fintech — persone impegnate a trasformare “crypto” da parola d’ordine a infrastruttura concreta. E la missione è chiara: offrire un’infrastruttura che renda gli asset digitali utilizzabili, spendibili e sicuri.

“La prossima ondata crypto in Europa non sarà guidata dai ribelli,” ha commentato Matveev. “Sarà guidata da aziende che trattano la crypto non come un prodotto — ma come un’infrastruttura regolamentata.” 

Wirex è già autorizzata nel Regno Unito, con registrazioni crypto in Europa e nell’area APAC. Ma la svolta italiana è più che operativa. È filosofica. È una dichiarazione di fiducia nel futuro regolamentato dell’Europa — e nel ruolo dell’Italia come porta d’ingresso. 

Se altri seguiranno questo modello è ancora da vedere. Ma una cosa è certa: in un mondo di incertezza normativa, Wirex sta scegliendo la via lenta, costante e strategica.

E sul lungo periodo, potrebbe essere l’unica via che conta davvero.