Cronaca nera onnipresente e sfilata di politici: perché i tg italiani sono così anomali?
Chiunque abbia acceso la tv in Italia sa che il copione dei telegiornali è sempre lo stesso: cronaca nera in apertura, poi dichiarazioni politiche a raffica e, se avanza tempo, qualche notizia di economia o esteri. Ma perché l’informazione televisiva italiana è così diversa da quella di altri paesi? La risposta sta in un mix […] L'articolo Cronaca nera onnipresente e sfilata di politici: perché i tg italiani sono così anomali? proviene da Il Fatto Quotidiano.

Chiunque abbia acceso la tv in Italia sa che il copione dei telegiornali è sempre lo stesso: cronaca nera in apertura, poi dichiarazioni politiche a raffica e, se avanza tempo, qualche notizia di economia o esteri. Ma perché l’informazione televisiva italiana è così diversa da quella di altri paesi? La risposta sta in un mix di fattori culturali, politici e commerciali che hanno trasformato i nostri TG in un prodotto unico nel panorama internazionale.
1. L’ossessione per la cronaca nera
In Italia, la cronaca nera è onnipresente nei telegiornali. Omicidi, rapine, sparizioni misteriose vengono trattati con un livello di dettaglio e drammatizzazione che non ha eguali in Europa. In Francia, Germania o Regno Unito, i tg parlano di crimini solo quando hanno un impatto nazionale, mentre in Italia ogni caso diventa una telenovela con esperti, interviste ai vicini e ricostruzioni sceniche. Perché? Semplice: la cronaca nera attira audience. È emozionale, tiene incollato il pubblico e spesso serve anche come valvola di sfogo sociale.
2. Il teatrino della politica
In altri paesi, i politici parlano poco nei telegiornali e solo quando c’è una decisione concreta da comunicare. In Italia, invece, ogni giorno è un’eterna campagna elettorale: leader e ministri rilasciano dichiarazioni continue davanti ai microfoni, senza reali novità. I tg non filtrano, non selezionano: amplificano. Il risultato? Un circo mediatico in cui la politica è ridotta a slogan e litigi, mentre i problemi reali passano in secondo piano.
3. Il controllo politico sulla TV pubblica
Uno dei motivi per cui i tg italiani funzionano così è la storica lottizzazione della Rai. Ogni governo si spartisce i posti di comando e detta la linea editoriale. Il Tg1 è filo-governativo, il Tg2 ha tendenze più di destra, il Tg3 più a sinistra. Questo sistema garantisce alla politica uno spazio mediatico quotidiano e impedisce alla Rai di sviluppare un modello indipendente come la Bbc britannica o l’Ard tedesca.
4. La concorrenza di Mediaset e la ricerca degli ascolti
Se la Rai dovesse fare informazione pura e rigorosa, rischierebbe di perdere audience contro Mediaset, che ha sempre puntato su un modello più popolare. Per questo anche il servizio pubblico ha adottato uno stile più sensazionalistico, con tanto di titoli drammatici, musiche da thriller (o strappalacrime, come di recente il Tg3 sull’ennesima ragazza uccisa ) e lunghi segmenti di cronaca nera. Il risultato è un tg che “informa” ma, allo stesso tempo, intrattiene e fidelizza il pubblico.
Conclusione: cambierà mai qualcosa?
Il modello del telegiornale italiano è il frutto di decenni di scelte editoriali, pressioni politiche e logiche commerciali. Cambiarlo non è semplice, perché significa andare contro interessi consolidati. Tuttavia, con l’avvento dell’informazione online e il crescente disinteresse dei giovani per i tg tradizionali, il sistema potrebbe essere costretto a evolversi. Forse, un giorno, i telegiornali italiani smetteranno di sembrare brutte copie di Chi l’ha visto? miste a comizi politici. Ma fino ad allora, sarà il solito copione.
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