Cosa ci fa una colonia di granchi giganti sotto i Fori Imperiali? (le cause)
Nel cuore sotterraneo di Roma, tra i resti millenari dei Fori Imperiali e dei Mercati di Traiano, si cela un fenomeno naturalistico tanto affascinante quanto insolito: la presenza di granchi giganti. Si tratta del potamon fluviatile, una specie di granchio d’acqua dolce che da decenni, forse da secoli, ha trovato rifugio nelle canalette di scolo...

Nel cuore sotterraneo di Roma, tra i resti millenari dei Fori Imperiali e dei Mercati di Traiano, si cela un fenomeno naturalistico tanto affascinante quanto insolito: la presenza di granchi giganti. Si tratta del potamon fluviatile, una specie di granchio d’acqua dolce che da decenni, forse da secoli, ha trovato rifugio nelle canalette di scolo sotto i monumenti romani.
Queste canaline, spesso coperte da mattoni e chiuse al pubblico, costituiscono un habitat ideale grazie alla costante presenza d’acqua e alla protezione garantita dalla struttura stessa. Secondo gli esperti, questi crostacei sarebbero presenti nell’area almeno dagli anni ‘80, ma è possibile che la loro colonizzazione risalga addirittura all’epoca imperiale.
L’area dei Fori, infatti, un tempo era soggetta a impaludamenti naturali, il che potrebbe aver favorito il loro insediamento sin dall’antichità. Con il passare dei secoli e l’isolamento progressivo, i granchi hanno sviluppato caratteristiche morfologiche particolari, prime fra tutte le dimensioni maggiori rispetto ai conspecifici che vivono in ambienti naturali: il loro carapace può misurare fino a 7-8 centimetri, quasi il doppio rispetto ai 4-5 centimetri tipici della specie.
Si fanno vedere quasi solo di notte
Questo gigantismo è considerato dagli scienziati una conseguenza dell’adattamento a un ambiente chiuso e stabile, dove la pressione selettiva ha favorito certi tratti evolutivi. Secondo Bruno Cignini, docente all’Università di Tor Vergata, questi granchi costituiscono un caso unico di evoluzione urbana: animali che hanno resistito alle trasformazioni del tempo, convivendo silenziosamente con la città moderna sotto le sue fondamenta.
La loro presenza, però, è visibile quasi esclusivamente di notte, quando emergono per nutrirsi di invertebrati, alghe e semi. Durante il giorno, si rifugiano in tane fangose o restano nascosti negli anfratti, mentre alcuni esemplari diventano preda di corvi e gabbiani.
Le stime più recenti parlano di migliaia di granchi attualmente presenti nella zona, un numero in netta crescita rispetto alle 500 unità censite anni fa dagli studiosi di Roma Tre. Questi “custodi silenziosi” delle rovine imperiali romane rappresentano oggi una meraviglia poco conosciuta, ma straordinaria, che racconta un’altra faccia della città eterna: un equilibrio tra natura e storia.
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