Cosa ci fa un maiale gigante davanti al Parlamento? Lancia un appello all’Italia per sbloccare la legge contro gli allevamenti intensivi

Questa mattina davanti a Palazzo Montecitorio a Roma è comparso un maiale gigante con la scritta “Non potete più ignorarmi”, che ha attirato la curiosità dei passanti. Un gruppo di attivisti di Greenpeace è tornato in azione per lanciare alle istituzioni italiane un messaggio forte e chiaro contro il business crudele e dannoso degli allevamenti...

Mar 5, 2025 - 10:09
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Cosa ci fa un maiale gigante davanti al Parlamento? Lancia un appello all’Italia per sbloccare la legge contro gli allevamenti intensivi

Questa mattina davanti a Palazzo Montecitorio a Roma è comparso un maiale gigante con la scritta “Non potete più ignorarmi”, che ha attirato la curiosità dei passanti. Un gruppo di attivisti di Greenpeace è tornato in azione per lanciare alle istituzioni italiane un messaggio forte e chiaro contro il business crudele e dannoso degli allevamenti intensivi. Ma da allora non è cambiato nulla.

@greenMe

È passato poco più di un anno da quando l’associazione ambientalista ha depositato la proposta di legge, presentata insieme a Lipu, ISDE–Medici per l’ambiente, Terra! e WWF Italia, contro questo sistema produttivo ormai insostenibile.

Questa scultura oggi in Piazza Montecitorio dimostra che il problema degli allevamenti intensivi arriva anche qua. – spiega ai nostri microfoni Simona Savini, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace – È un problema enorme che mette a rischio la salute delle persone inquinando aria e acqua, divora risorse naturali e agricole, e sta spingendo fuori dal mercato le piccole aziende, a beneficio delle grandi aziende. Questo sistema noi lo vogliamo cambiare. C’è una proposta di legge, chiamata “Oltre gli allevamenti intensivi” e depositata in Parlamento un anno fa, che è sostenuta da mezzo milione di firme e decine di associazioni.

Chiediamo alle forze politiche di tirare fuori dal cassetto questa legge e avviare un discussione seria per costruire un futuro che sia costruito su piccole aziende ecologiche e non abbia più bisogno di maxi allevamenti intensivi.

protesta allevamenti greenpeace

@greenMe

La presenza degli attivisti davanti al Parlamento non è passata inosservata alle forze dell’ordine, che sono intervenute per chiedere i documenti agli attivisti e alle persone presenti.

Oltre gli allevamenti intensivi: cosa chiede la proposta di legge

Gli allevamenti intensivi divorano tonnellate di mangimi che per essere prodotti richiedono circa il 70% dei terreni agricoli e oltre due terzi dell’acqua impiegata in agricoltura in Europa: risorse preziose che potrebbero essere destinate al consumo diretto umano o al ripristino degli habitat naturali. – sottolinea Greenpeace – L’industria della carne, al contempo, produce rifiuti che l’ambiente non riesce a smaltire: i liquami derivanti dagli allevamenti intensivi inquinano infatti terreni e risorse idriche, soprattutto in aree ad alta intensità zootecnica come la Pianura Padana, dove sono anche maggiori gli impatti sulla salute umana. Basti pensare che le emissioni di ammoniaca, direttamente proporzionali al numero di animali allevati, in Italia sono la seconda causa di formazione di PM2,5, le polveri sottili inquinanti che ogni anno nel nostro Paese causano circa 50 mila morti premature.

Ogni anno in Italia vengono allevati oltre  700 milioni di animali: un’iperproduzione che avvantaggia i marchi della grande distribuzione e dell’export, a discapito delle aziende agricole di piccole dimensioni. In soli 15 anni, nel nostro Paese sono raddoppiate le aziende agricole di grandi dimensioni, mentre il numero delle piccole e medie è dimezzato, con un perdita complessiva di  ben 350mila posti di lavoro.

L’obiettivo della proposta  di legge è cambiare un settore che sfrutta gli animali e sta devastando l’ambiente, la salute e le piccole aziende Made in Italy. E avanza le seguenti richieste:

  • fermare l’espansione degli allevamenti intensivi, soprattutto nei territori più inquinati
  • ridurre il numero di animali allevati in Italia
  • avviare una transizione ecologica degli allevamenti intensivi esistenti
  • sostenere le piccole aziende agricole
  • tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto
  • garantire cibo sano e di qualità a prezzi accessibili per i consumatori

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