Consulenti: il compleanno di Assoreti e quella fusione “a freddo”
Quest’anno Assoreti, l’associazione che assieme all’Anasf rappresenta l’industria della consulenza finanziaria in Italia, festeggia il quarantesimo compleanno. Oggi l’associazione, presieduta da Massimo Doris e guidata dall’infaticabile segretario generale Marco Tofanelli, interpreta al meglio le linee-guida delle principali banche-reti. Il nuovo anno per Assoreti si è aperto con una importante novità trapelata alla fine del 2024.... Leggi tutto

Quest’anno Assoreti, l’associazione che assieme all’Anasf rappresenta l’industria della consulenza finanziaria in Italia, festeggia il quarantesimo compleanno. Oggi l’associazione, presieduta da Massimo Doris e guidata dall’infaticabile segretario generale Marco Tofanelli, interpreta al meglio le linee-guida delle principali banche-reti. Il nuovo anno per Assoreti si è aperto con una importante novità trapelata alla fine del 2024. In quella sede, infatti, è stata lanciata la proposta di procedere quanto prima a una fusione con Aipb, l’associazione italiana del private banking di cui è presidente Andrea Ragaini, vice direttore generale vicario di Banca Generali. La proposta è stata avanzata da Paolo Molesini, figura di spicco in quanto a curriculum manageriale e in quanto presidente di Fideuram ISPB, manager che siede nel consiglio d’amministrazione di Assoreti (di cui è stato presidente). È importante sottolineare che il consiglio di amministrazione di Assoreti rimarrà in carica fino all’aprile del 2026, mentre quello di Aipb dovrà rinnovarsi ad aprile. Il compleanno di Assoreti potrebbe spingere a forzare la mano sui tempi di una possibile aggregazione con Aipb.
Ma una fusione tra le due associazioni ha senso? Cominciamo subito a dire che non si tratterebbe di un “merger” tra due società di capitali che può avvenire anche in modo “ostile” attraverso il lancio di un’opa. Dai due lati dell’operazione, invece, ci sono realtà associative e per procedere a una loro eventuale aggregazione diventa quindi necessaria una preventiva condivisione tra gli associati di entrambe di finalità, metodi e tempi dell’aggregazione. È indispensabile un percorso che deve passare dal dialogo tra le parti, consapevoli che entrambe le associazioni hanno la propria fisionomia. Perché una fusione “a freddo” non serve a nessuno.